I valori dell’architettura dell’informazione sono elencati in un vecchio post di Federico Badaloni che ha condiviso sul suo blog una sua lezione svolta al Master. Vi devo dire che, per un motivo o per un altro, rileggo spesso questo post. Ed oggi che si avvicina il Natale mi sembra opportuno riproporre questi valori ai miei lettori.

Se c’è qualcosa di cui abbiamo sempre bisogno sono i valori. Senza valori non possiamo costruire nessuna comunità. E se non ci incontriamo su qualcosa in cui crediamo non abbiamo nulla da condividere.

I valori dell’architettura dell’informazione secondo Federico Badaloni

FIDUCIA

Fiducia è muovere da un presupposto positivo.

L’architettura dell’informazione si nutre del piccolo e del semplice perché è il piccolo che produce il grande e il semplice che produce il complesso.

ATTENZIONE

I contenuti sono tenuti assieme da una rete.

L’umanità è tenuta assieme da una rete.

RESPONSABILITA’

I valori incarnati, cioè i gesti e le emozioni, sono contagiosi. Sceglieteli con cura.

Ogni parola detta, ogni sguardo, ogni suono, ogni colore conta.

Siate all’altezza di ogni gesto. Siate all’altezza di ogni parola.

ELEGANZA

È eleganza l’arte di scegliere (eligo).

L’armonia è ciò che fa percepire il tutto come un “organismo significante” e significativo per noi.

L’armonia è l’affordance della bellezza.

INCERTEZZA

Coltivare il dubbio è coltivare il rispetto per le idee dell’altro.

Chi è certo non può andare oltre. Perché non si può andare oltre la propria certezza.

STUPORE

Chi non sa stupirsi si annoia. E annoia coloro che gli sono incontro.

Il tempo dello stupore è carico di doni.

Chi sa stupirsi, si innamora.

COSCIENZA DEL TEMPO

Riconoscete il valore del tempo.

Domandatevi se ciò che state per inscrivere nella rete è essenziale. Domandatevi se è buono.

Anche quando la rete vi sembrerà capace di accogliere l’effimero, ricordate che in rete nulla lo è mai.
Nutrite la rete con ciò che è degno di parlare per sempre per voi.

I valori dell’architettura dell’informazione secondo Toni Fontana

Prima di scrivere questo post ho riflettuto per un bel po’ di tempo. I miei valori non sono prescrittivi come quelli di Federico. Quel che scrivo lo scrivo prima di tutto a me stesso. Non ho mai pensato di avere qualcosa da insegnare, non ho mai voluto avere studenti al seguito. Se c’è stato un desiderio è sempre stato quello di condividere. Condividere con altri quel che sapevo e che so. E soprattutto con i ragazzi e le ragazze, i giovani che sanno entusiasmarsi e ridere con leggerezza.

Allegria, gioia, divertimento, amore, entusiasmo

Dedicarsi all’architettura dell’informazione con entusiasmo. Ma dedicarsi con entusiasmo a qualunque cosa che piace fare. L’architettura dell’informazione è una disciplina ampia; abbraccia e sintetizza metodi trasversali. Ricordo ancora oggi la gioia e la sorpresa, quando ho conosciuto la disciplina.

Da un lato avevo trovato un metodo di ricerca che mi dava cognizione delle scelte da fare, al di là del parere di pochi. Dall’altro avevo trovato una disciplina che confermava il mio metodo di lavoro incentrato sulle persone.

Ascolto

Ascoltare gli altri è mettere al centro gli altri. Questo blog ha sempre messo al centro del suo lavoro l’ascolto. Senza ascolto non c’è conversazione. A volte non ascoltiamo gli altri proprio perché abbiamo fretta di dare una risposta. Non è necessario.

Sapere ascoltare, o almeno, iniziare ad imparare ad ascoltare è un buon inizio. Lo è per te (che hai la bontà di leggere), lo è per tutti coloro che ti stanno intorno. Non è che salvi il mondo ascoltando gli altri. Ma sicuro non peggiorerà le cose. Sicuramente migliorerai la progettazione di quel che fai. Se ascolti bene, le soluzioni arrivano.

Avventura

L’architettura dell’informazione è avventura perché capire i bisogni delle persone è sempre un’ avventura. Ogni persona che ascolti ha una sua storia, un suo percorso di vita. E quante idee e pregiudizi ha in testa!? Quanta incertezza? Quante cose da chiedere? Ogni persona ha i suoi tempi, un suo carattere, un suo modo di fare.

Non ci sono regole. Quando incontri l’altro, comincia l’avventura.

Condivisione, contribuire, generosità

Quello che so è il risultato di quello che altri hanno avuto voglia e desiderio di condividere con me. Fosse un libro, un pensiero o un parere, persino un cattivo insegnante. Ognuno mi ha segnato e plasmato quel che sono oggi. Nessuno nasce imparato. Siamo il risultato di esperienze precedenti, di errori commessi e di successi conseguiti. Noi pensiamo quello che altri hanno detto e scritto. Siamo quello che altri hanno già provato per noi e con noi.

Non siamo affatto originali. Siamo il risultato di una evoluzione a cui hanno contribuito anche persone sconosciute. Ricambiare questa generosità è contribuire a questa crescita. Possiamo aggiungere il sale che da sapore a ciò che hanno fatto altri. Possiamo elargire il calore che altri non riescono a donare. Ma, resta il fatto che, solo nello scambio ci si arricchisce.

La prossima settimana troverete proprio un articolo sul condividere i talenti.

Intelligenza

Per me intelligenza è la capacità di mettere insieme le cose, di collegarle, di rendere un senso. Più i collegamenti che si fanno sono forti e solidi, più intelligenti si è. L’architettura dell’informazione aiuta a mettere insieme le cose, a dare un senso alle informazione che riceviamo.

Oggi è difficile riuscire a concentrarsi su poche cose. Figurarsi a collegarle. Ecco. L’architettura dell’informazione restituisce almeno il senso.

Dignità, Libertà, Fedeltà, Rispetto

Questi sono valori più personali. Sono quelli inerenti alla capacità di fare, di lavorare, di essere autonomo. Di restare retto mentre tutto intorno è tempesta. Penso che se segui un metodo, alla fine, meriti il traguardo che raggiungi. Per questo al momento partecipo a lavori di cui condivido visione, valori, emozioni. Anche se non direttamente miei, li considero sempre progetti personali. Sono progetti piccoli, ma fatti bene. Non è più tempo della gloria, non è più tempo della competizione. Anche se ammetto che mi manca l’adrenalina.

Penso che lavorare lentamente renda il viaggio più interessante. Sicuramente alla lunga è più sostenibile.

Tenacia

L’architettura dell’informazione richiede tenacia. In pochi conoscono la disciplina. Pochi ne comprendo il senso. In pochi ne  parlano. Chi si occupa di architettura dell’informazione lo fa (quasi) sempre in solitaria. Non basta vedersi un paio di volte l’anno per colmare la solitudine. Chi persegue la disciplina deve accettare la solitudine umana e intellettuale. Ci vuole tenacia, ci vuole spirito di avventura. Ci vuole essere la goccia che buca la montagna.

Gratitudine

Ma nello stesso tempo ci vuole gratitudine. Gratitudine verso coloro che ci seguono, che ci sostengono, che ci abbracciano, che sono disposti all’incertezza, allo stupore, al cambiamento, all’attenzione, alla responsabilità. Grazie a chi ancora da fiducia e pone attenzione. Grazie anche a te, che sei giunto fin qui. Perché sono in pochi quelli che arrivano alla fine. Grazie. Grazie di vero cuore.