Google Home. Cos’è e come funziona? Google Home è un diffusore acustico a comando vocale. Ossia, un altoparlante ad attivazione vocale.

Nell’articolo precedente abbiamo parlato del nome dato da Google al suo assistente vocale rispetto ai concorrenti e sulla scelta della neutralità senza dare una umanità all’assistenza vocale. Notizie recenti, però, dicono che anche Google voglia dare un volto.

Google Assistant

Google Assistant per funzionare richiede una connessione Internet.

Se volete controllare qualcosa con Google Home in casa o con altri dispositivi sono necessari dispositivi intelligenti compatibili.

Ad esempio, se chiedi “Riproduci Stranger Things sulla TV” è necessario avere una TV collegata a Chromecast, mentre per controllare dispositivi come luci e termostati sono necessari luci e termostati intelligenti collegati a Google Home. Per  controllare dispositivi come macchine del caffè, baby monitor e ventilatori di casa sono necessari interruttori e/o prese intelligenti compatibili. E quindi si tratta di costi che non sono compresi con il dispositivo Google Home.

Infatti, per accedere ad alcuni contenuti potrebbero essere necessari altri abbonamenti.

Google Home funzionalità multiutente

Ed in fine, si possono collegare fino a sei account per ciascun Google Home e ottenere risposte personalizzate.

Anche se utilizzi la funzionalità Multiutente e Google Home è impostato per riconoscere la tua voce, tieni presente che una voce simile alla tua o una registrazione della tua voce potrebbe far sì che Google scambi qualcun altro per te.

Aggiornamento 05 aprile 2018

L’articolo che segue è stato pubblicato il 17 ottobre del 2016. E si parla di Google Assistant al futuro. Oggi Google Home è disponibile anche in Italia. Ed acquistabile con Google Assistant italiano.

Aggiornamento 2019

Aggiornamento 11 Febbraio , 2019

Google Home. Cosa è?

Google Home è un diffusore collegato attraverso Wi-fi dal quale è possibile controllare la propria casa (connessa) e un assistente vocale per chi lo vuole utilizzare. Google Home è un accessorio senza interfaccia. O meglio, la sua interfaccia è l’audio e l’ascolto della voce dell’utente. Senza voce non funziona.  Sul dispositivo l’unica cosa che si può premere è un pulsante per il mute che impedisce di ascoltare e di essere ascoltati.

Google Home: come funziona e cosa fa

Google Home Bianco è principalmente uno speaker wifi, una piccola cassa. Per questo è possibile ascoltare musica, streaming, podcast e tutto l’audio che c’è disponibile sul cloud o sulla rete internet a cui si è collegati. Al momento del lancio, Google Home funzionerà con le applicazioni tipo YouTube Music, Spotify, Pandora, Google Play Music, TuneIn, e iHeart Radio. Grazie a queste applicazioni e al supporto di Google Assistant, l’intelligenza artificiale di Google, si potrà chiedere di avviare una canzone del proprio cantante preferito e se già si fosse ascoltato una canzone più volte, Assistant  capirà di quale canzone si tratta e la riproporrà. Oppure si può essere  più precisi sul titolo e Google Assistant eseguirà il comando.

Ovviamente i grandi assenti sono i servizi musicali e video di Amazon e Apple. Non sto qui a spiegarlo ma Google sta sfidando proprio Amazon e Apple su un mercato occupato già dai due brand.

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Controllo della casa

Ma Google Home è anche di più. Perché può (e vuole) essere il centro di una casa connessa. Il primo centro operativo dell’internet delle cose, l’interfaccia audio con cui si potrà controllare la propria casa. >Google Homeavrà già installato la compatibilità con Nest, SmartThings, Philips Hue, e IFTTT. Questo significa che sarà in grado di controllare i dispositivi selezionati dello Smarthome, attivare le vostre ricette IFTTT e agire su Chromecast. Grazie a Chromecast, infatti, sarà pure possibile controllare altri diffusori audio. In questo modo con il comando vocale si potrà controllare l’audio multi room di una casa. Ma anche controllare il televisore e tutto ciò che è connesso.

Motore di ricerca

E infine, Google Home è (e resta), anche, un motore di ricerca. Google, infatti, non tradisce la propria missione principale, che è quella di cercare parole per gli utenti, nel modo migliore. Google Assistant è il suo plus. In pratica, oltre ad una ricerca semplice o ricerche più complesse.

Si potranno fare domande del tipo: “Qual’era la popolazione degli Stati Uniti quando è stata fondata la Nasa?” Oppure si può simulare una vera e propria conversazione. Se, infatti, state chiedendo informazioni a Google Home riguardo un attore o una attrice, alla fine della risposta, potete continuare il dialogo senza ripetere il nome dell’attore e usare i pronomi. Google Assistant assocerà il “lui” o il “lei” alla persona di cui stavate parlando ed eseguirà ricerche in quel senso.Google Home Assistant. Come funziona.

Google Assistant è una intelligenza artificiale e su Google Home si potrebbe usare in modo utile. Google ha immaginato una serata tipo di una famiglia che vuole andare al cinema, da soli o con i bambini. In questo caso Google Assistant potrebbe indicare i film migliore per i più piccoli, fornire informazioni sulle recensioni, indicarti un luogo dove mangiare prima di entrare in sala e guidarti per tutto il percorso senza incontrare traffico. Ovviamente Google Assistant sarà collegato a tutti i vostri accessori, meglio se facenti parte della gamma Google, ma anche con Google Android Auto.

La nota ufficiale di Google ha spiegato la sua nuova assistenza in questo modo:

“L’assistente è colloquiale – un dialogo a due vie in corso tra l’utente e Google che capisce il tuo mondo e consente di ottenere le cose fatte. Rende facile l’acquisto dei biglietti per il cinema, mentre sei in viaggio, scopre il ristorante migliore per la vostra famiglia, oppure dove mangiare un boccone prima che inizi il film, e poi vi aiuta a guidare fino alla sala. “

Ovviamente usando solo la tua voce. Per approfondire vi potrebbe interessare il mio articolo su Google Assistant.

Attivazione vocale speaker wireless home page di google

Innanzitutto bisogna impostare e settare i dispositivi. Per fare questo si deve installare l’app Google Home sul proprio smartphone di ultima generezione e configurare le impostazioni iniziali per l’altoparlante. Ciascun modello ha le proprie forme di settaggio. A seconda del proprio abbonamento, per esempio, potrebbe essere necessario dover creare un account in aggiunta all’account Google.

1 Accedere a Google Play o all’App Store dallo smartphone/iPhone.
Installare l’app Google Home sullo smartphone/iPhone.
Per i dettagli visitare il sito web all’indirizzo google.com/cast/setup/.
2 Avviare l’app e seguire le istruzioni su schermo per configurare le impostazioni iniziali dell’altoparlante.
Impostare l’altoparlante in modo che utilizzi la stessa connessione Wi-Fi dello smartphone/iPhone.

Google Home vs Amazon Echo

Google Home nasce come diretto avversario di Amazon Echo. Che come spesso ho detto è tra gli assistenti vocali più interessanti dal punto di vista commerciale. Gli assistenti vocali di Apple e Microsoft aiutano l’utente a fare determinate cose. Ma nella sostanza aiutano ad usare, in un determinato modo, i software di cui fanno parte.

Amazon Echo, oltre ad avere le funzioni di un comune assistente vocale, permette di fare acquisti diretti sullo store Amazon. Puoi acquistare un album mentre è riprodotta una canzone. Oppure acquistare un libro mentre stai ascoltando un programma radio. O ancora acquistare un prodotto che ti viene in mente di comprare, in qualunque momento della giornata. Alexa è la concretizzazione della commessa o del commesso del negozio Amazon. La potenza di Alexa sta nel fatto che non deve richiamare una app terza. Alexa è integrato con l’ecosistema Amazon. E questo funziona, tanto che Echo ha venduto molti dispositivi e  Amazon ha lanciato ulteriori versioni del dispositivo. E così ha iniziato lo sviluppo per altri Paesi oltre gli Stati Uniti.

Google Home vincerà la lotta? Quale futuro?

Fino a questo momento Amazon Echo era stato l’unico assistente vocale che offrisse determinati servizi di acquisto. Adesso invece c’è un nuovo concorrente diretto sullo stesso mercato. Amazon Echo ha alcuni vantaggi su Google Home. Come dicevo prima, Alexa è integrata con l’ecosistema Amazon, gode della sua stessa fiducia degli utenti. L’assistente vocale Amazon  ha più di 3.000 opzioni che personalizzano la personalità di Alexa. E in più Amazon ha già avviato la compatibilità con altre app esterne, tra le quali Uber.

Google Home, dal canto suo, ha aperto la possibilità a tutti gli sviluppatori per creare opzioni extra. Ma ci vorrà del tempo per equipararsi ad Alexa che certamente non resterà immobile. Almeno teoricamente. La battaglia è appena cominciata, anche se lentamente. Come riportato da Gartner, la gente potrebbe spendere fino a 2.1 miliardi di dollari per l’acquisto di altoparlanti intelligenti, entro il 2020. E’ comprensibile che non si voglia lasciare scoperto questo mercato.

La stampa italiana

Google Home parla inglese e ci vorrà del tempo prima che parli pure italiano. Come ho detto già nell’introduzione, per permettere a Google Home di parlare una lingua diversa è necessario riprogrammare il software e programmare, di conseguenza, tutta la semantica linguistica. Per Google, probabilmente non sarà difficile, ma si richiedono investimenti che prevedano ritorni almeno equivalenti.

Eppure già in Italia si crea allarmismo e preoccupazione.In alcuni articoli della stampa (oggi scomparsi dal web) si chiedeva se usare Google Home sia un bene o se l’ascolto continuo del dispositivo fosse un incubo. Certo, i problemi ci sono. Chi segue il mio blog li conosce. Qualcosa ho già detto riguardo gli assistenti vocali sul mercato. Che ben venga la discussione su tecnologia ed Etica. Ancora nello specifico su Assistenza vocale ed Etica . Parliamo dello svanire dei confini tra virtuale e reale, come ricordavo parlando dell’Onlife Manifesto. Ma analizziamo con distacco la tecnologia che ci viene proposta per poterla comprendere. E creare in questo modo consapevolezza sull’uso dello strumento.

Cosa fare con Google Home. Un elenco

Il sito webnews fa un utile elenco delle cose che si possono fare con Google Home.

Le cose che si possono fare sono moltissime, trasformando un semplice device da poche decine di euro in un elemento per il controllo completo dell’esperienza tra le mura domestiche:

sveglia: si impartiscono le istruzioni e la sveglia viene automaticamente programmata e avviata;

timer, per avere un promemoria rapido circa qualcosa che si deve fare entro pochi minuti;

calcolatrice: si chiede a Google Home di effettuare un calcolo;

agenda: si possono esplorare gli appuntamenti già in calendario o se ne possono aggiungere di nuovi;

chiacchiere: si può chiedere a Google Home una barzelletta;

dizionario: si possono chiedere informazioni circa specifiche parole ottenendone pronuncia e significato;

traduzioni: si può chiedere una traduzione a Google;

informazioni e ricerche: se si chiede a Google Home di indicare la distanza tra la Terra e la Luna, la ricerca su Google sarà automatica e la risposta direttamente riprodotta sullo speaker attraverso il sintetizzatore vocale;

finanza, per restare aggiornati sugli indici azionari;

voli aerei, per avere aggiornamenti sugli orari e sui ritardi;

giochi: perché con Google Home si può anche giocare, pur nei limiti di una interazione vocale;

IFFTT, ossia impartire ordini sulla base di uno schema IF-THEN: “se esco di casa spegni le luci”;

controllo delle luci;

guide locali, per avere istruzioni circa orari, numeri di telefono, indirizzi e altre informazioni;

notizie, ottenendo aggiornamenti sui temi preferiti;

chiedere il meteo;

nutrizione, per sapere calorie e altre informazioni sul cibo;

podcast, da cercare e riprodurre senza un solo click;

lista degli acquisti, per non dimenticare nulla;

sport, per avere informazioni continue sulle partite in corso;

controllo del termostato, portando avanti un ulteriore controllo domotico sulla casa.


Google, Google Home e Google Translate

Al CES 2019, ma fondamentalmente in questo inizio d’anno, Google ha immesso alcune cose interessanti e innovative nel suo ecosistema, che vale la pena osservare.

Era un po’ che non mi occupavo di Google e di Google Home.

Troppo preso da Amazon Echo e da Alexa, essendo il sistema che ormai vivo quotidianamente.

Nel frattempo Google, ma in questo caso è meglio dire Alphabet, l’azienda nel suo complesso, in modo molto più pachidermico sta rispondendo colpo sul colpo alla sfida dell’assistenza vocale.

Sono passi lenti ma che ritengo importanti e, forse, persino rivoluzionari.

La posizione zero

A mio parere, anche se non ho conferme ufficiali o pareri da altri miei colleghi, Google, è già da tempo che, allunga il passo verso un uso privilegiato del suo assistente vocale.

Si tratta di una azienda globale e certi cambiamentinon possono essere repentini. Noi possiamo percepire micro cambiamenti, che vanno verso una certa direzione. Difficile poi capire quanto corretti siano questi passi.

Avete presente la posizione zero, per esempio? Quel piccolo riquadro in alto alla SERP, a cura di Google? Lo abbiamo visto tutti durante le elezioni presidenziali americane, o durante i mondiali di calcio, lo vediamo in alcune risposte secche.

A mio parere, la posizione zero, non è altro che la risposta immediata che da e darà Google Home. Una risposta secca, edita da Google, o che prende a piene da mani da articoli che soddisfano la sua convenienza.

Ti presentiamo Echo Show 8 – Resta sempre in contatto con l’aiuto di Alexa.


Cosa è il featured snipped google

da Toni Fontana | Gen 22, 2018 |

Il featured snippet google è quello che viene comunemente chiamato dai non addetti ai lavori posizione zero di google.

Dal mio punto di vista, dal punto di vista del blog, la posizione zero di Google è legata all’assistente vocale Google Home.

Se ci avete fatto caso, infatti, ogni tanto, per alcune parole che cercate su google, trovate un box di approfondimento che vi permette di leggere il contenuto senza entrare nel sito.

In questo modo avete una risposta immediata restando nell’ecosistema google.

Se, infatti, Google mantiene la sua homepage ben definita come motore di ricerca, il sito diventa più complesso e a favore di azienda dopo che è stata affettuata una domanda o una richiesta.  la home è solo l’inizio. E infatti è minimal, essenziale, funzionale.

Qui Google, ultimamente sta facendo dei test che cambieranno il nostro modo di cercare quello che vogliamo sapere.

Featured snippet google e Meta description

Google si sta adoperando per cambiare radicalmente l’esperienza delle meta description. I più attenti, infatti, avranno notato due cose. La prima più evidente è che lo snippet, la frase che riassume cosa trovi dentro l’articolo (o post), è sempre più lunga del solito.

La seconda, secondo me meno evidente a chi non è del settore, che questo snippet non riguarda più solo la meta description, ma mette in evidenza anche parti dei contenuti dell’articolo.

Cioè Google diventa sempre più pervasivo nella ricerca. E non si accontenta più di quello che dice l’autore stesso dell’articolo, ma cerca all’interno dell’articolo una risposta che lui stesso ritiene più pertinente.

Il parere degli esperti

Per molti esperti del settore allargare il meta box è un tentativo di Google per tenere le persone al suo interno. E quindi navigare il motore di ricerca come fosse un vero e proprio sito. Insomma, è un invito a leggere la risposta che cerchi senza dover uscire da Google ed entrare nel sito di altri. Che a questo punto sarebbero come dei dipendenti del motore di ricerca.

Esperimento che Google a già adottato in alcuni grandi eventi come ad esempio le elezioni americane. Google in quel caso dava in prima pagina, scalzando le maggiori testate giornalistiche che seguivano l’evento, i risultati in tempo reale.

Insomma, chi produce contenuti di mestiere si è ritrovato a competere con il padrone di casa. E quindi ha perso. Competizione che si ripeterà sempre più spesso.

Il mio punto di vista

Io non sono un esperto di SEO, ma da quasi tre anni, lavorando al blog ho fatto i conti con questa disciplina. Ho studiato, imparato le basi e metto in pratica alcune delle tecniche che mi permettono di salire in SERP.

Anch’io ho avuto un articolo nella posizione zero. La pagina era quella relativa alle migliori cuffie per ascoltare musica.

E la parola da cercare era “migliori cuffie al mondo“. (al momento in cui scrivo il mio articolo si trova in quinta posizione).

Devo ammettere che la scoperta casuale di quella posizione mi ha molto imbarazzato. Perché? Perché mettendomi nei panni del lettore, all’interno di quell’articolo non si trovava davvero la cuffia migliore al mondo.

Featured snippet google. Cosa ho fatto

In realtà si trattava di una serie di consigli di cuffie di media qualità. Così, ho approfondito l’articolo, l’ho migliorato in alcune parti ed ho aggiunto la migliore cuffia al mondo, che costa duemila euro.

Qual è stato il risultato? Google mi ha scacciato da quella posizione e ha posto nella posizione zero un altro sito che propone cuffie dai cento ai trecento euro. Che saranno ottime cuffie, ma non certo le migliori al mondo. Sarei potuto restare ancora un po’ in quella posizione, forse Google me lo avrebbe permesso. Ma eticamente non l’ho ritenuto corretto.

I test di Google

Questo per dire che nella posizione zero non sempre c’è davvero il meglio. Così come non sempre il risultato migliore e più autorevole si trova in prima pagina. Se si da una occhiata in seconda pagina i risultati sono ancora attinenti a quello che si cerca.

Per esempio la mia pagina sull’architettura dell’informazione è in undicesima posizione. Meriterebbe di più? Forse. Dato che altri motori di ricerca pongono il sito in prima pagina.

Google conosce i nostri comportamenti e i suoi limiti. E sa di non essere perfetto. E quindi cerca di migliorarsi cambiando l’algoritmo continuamente. Cerca persino l’aiuto di chi usa il motore di ricerca chiedendo un feedback. E non tralasciando nulla di quello che noi facciamo abitualmente.

Perché Google vuole dare una risposta alla posizione zero?

Gli esperti dicono che è interesse di Google dare la risposta migliore. E questo è verissimo. Se google smettesse di dare risposte adeguate o pertinenti gli utenti smetterebbero di usarlo e userebbero maggiormente Facebook. Che ormai ha anche lui il suo motore di ricerca interno. Ma che ancora non è del tutto efficiente. Oppure andrebbe a cercare altri motori di ricerca come Bing o altri.

Quindi dal mio punto di vista, tenuti per buoni i pareri di chi è più esperto di me, c’è un elemento in più. La mia risposta è che Google, presto si troverà a dare una sola risposta ai suoi utenti. E questa risposta deve essere univoca e corretta, con un margine di errore ridottissimo.

A mio parere Google sta preparando il terreno al suo smart speaker Google Home.

Google Home

Su questo blog ne ho scritto in lungo e in largo. Gli smart speaker danno una sola risposta alle domande che gli vengono poste. Non avendo uno schermo a cui appoggiarsi non daranno mai una serie di risposte da cui le persone potranno scegliere. Cosa che avviene da desktop. L’assistente vocale cercherà sempre di dare una risposta. Una e una sola. E questa risposta deve essere corretta.

A domanda precisa, quando è google a gestire le risposte, Google Home vuole rispondere esattamente.

Una questione etica

Ma questa risposta sarà sempre esatta? E tutte le altre risposte che fine faranno? E se alcuni contenuti non saranno graditi? La risposta vera quale sarà?

In teoria sarà la risposta più pertinente. E ci dobbiamo credere. Il tema delle fake news oggi “limitato” al mondo del giornalismo potrebbe diventare sempre più complesso. Google e Facebook, che non hanno ancora ben chiaro il loro ruolo di editori, saranno in grado di dare una risposta?

Quando l’aria diventerà irrespirabile, che cosa avranno da dire? Ho parlato di fake news proprio in termini di inquinamento, proprio come sono intese dall’architettura dell’informazione le fake news .

Assistenti vocali e smart speaker pongono ancora una questione Etica alla lettura di questa realtà. Le relazioni tra esseri umani, poteri pubblici e privati, ci pressano per interrogarci sulle strade che vogliamo percorrere in futuro.

Spesso, a me pare, ci si dimentica che le Big Company per quanto utili ci sono nella vita, tanto restano compagnie private con interessi privati.

Qui apriamo un capitolo enorme. Che non basterebbe un convegno a snocciolare. E che, sicuramente,  riuscirei da solo ad esplicare. Quello che mi preme dire qui è che bisogna essere consapevoli di quel che accade. E Consapevoli dei prodotti che utilizziamo.

Google App

Ma possiamo anche vedere una serie di notizie prese dal web e che ci rimandano a nostri argomenti di interesse.

Cosa sono questi elenchi se non risposte alle nostre domande?

Google Home Spotify

È possibile usare Spotify su Google Home e così ascoltare la propria musica preferita. Basta usare i comandi vocali. Basta configurare l’app e smart speaker. Il primo passo è quello di impostare Google home con l’apposita app. Dall’app collegare gli account Google e Spotify. E infine impostare Spotify come servizio di riproduzione musicale predefinito. A questo punto è già possibile usare i comandi vocali per usufruire del servizio.

I comandi che possono essere richiesto sono in inglese.

“Ok Google, play Spotify”

“Ok Google, play my Discover Weekly”

“Ok Google, play Pop”

“Ok Google, what song is this?”

Notizie di Google dal CES 2019

Uno degli appuntamenti tanto attesi per vedere le novità dell’anno è sicuramente il CES, evento dove le maggiori aziende mondiali di tecnologia presentato le loro novità più avanzate.

Io non ci sono stato. E questo mi dispiace moltissimo. Anche se l’internet avvicina gli spazi, le sensazioni a pelle mi mancano. Ho potuto solo leggere qualche commento da parte di chi ci è stato e qualche comunicato stampa che mi è stato inviato come i prodotti Sony 2019 presentati al CES.

Chi era presente ha potuto vedere ed ascoltare, con le proprie orecchie, le varie declinazioni degli assistenti vocali sull’internet delle cose.

Mi sembra molto interessante il parere di Giorgio Taverniti.

Taverniti pensa (come me) che i piccoli passi fatti da Google siano rivoluzionari.

Tre update da tenere d’occhio

  • Integrazione dei booking attraverso google maps e di conseguenza la possibilità per le persone di prenotare tramite Google Assistant.
  • La possibilità di tradurre da 27 lingue. Update per incrementare lo strumento Google Home.
  • Il rilascio di Google Assistant su hardware non proprietari (non di Google). Lo specchio, auto, televisioni, internet delle cose. Così come Android.

Questi tre elementi possono apparire poco rilevanti. In realtà segnano alcuni cambiamenti che, se ben accolti, possono dare inizio a cambi di paradigma.

Andiamo con ordine.

Prenotazioni su Google Maps

La possibilità di prenotare attraverso Google maps significa saltare tutta la fila di agenzie e OTT; per intenderci Booking e compagnia varia. Google, inizia a tentare di scavalcare altri pachidermi e arriva a diretto contatto con le piccole aziende.

Se la prenotazione in loco diventerà una cosa facile da fare, le prenotazioni di un albergo mesi prima, non sarà più la norma. La norma potrebbe diventare il viaggio avventuroso senza prenotazione da casa.

All’interno di Google potrebbero nascere E-commerce, negozi, vetrine, di facile costruzione per le aziende. E la spesa di noi consumatori potrebbe essere suggerita in base alla nostra posizione in città.

Google Home per le strutture alberghiere

Google Home e Google translate sono e saranno una accoppiata vincente. Lo dice anche Taverniti nel suo video. Pensate alla possibilità per gli hotel di poter posizionare sul bancone della reception uno Smart Speaker Google Home e poter accogliere chiunque, da qualunque nazionalità provenga, e avere una traduzione simultanea in 27 lingue diverse.

Anche se all’inizio non sarà perfetta, soldi alla mano, l’importante sarà capirsi. E con poche parole sarà facile affittare, prenotare o disdire una camera. Così come richiedere più servizi all’albergatore, senza problemi di lingua.

Google e l’internet delle cose

E, infine, il rilascio di Google Assistant su hardware non proprietari. Questo significa che si avrà la possibilità per qualunque azienda di creare oggetti tecnologici e poter installare l’assistente vocale al suo interno.

Ovviamente, l’interesse di Google sono i dati e il rilascio non è gratuito in senso assoluto. Ossia, anche se gratuitamente Google Assistant potrà entrare in ogni oggetti, ogni oggetto, restituirà a Alphabet un’ immensità di dati.

Si tratta dello stesso problema o opportunità di cui avevo parlato rispetto a Carplay e Google android auto, ossia rispetto all’auto a guida autonoma. Cioè, come già scrivevo due anni fa, l’integrazione tra assistenze vocali e auto non sarebbero state possibili fin tanto che non si risolveva il problema dello scambio di dati tra le parti.

Riprogettazione di Google Translate

E infatti, guarda caso, subito dopo il lancio di Google Home e di subito dopo il rilascio di Google Assistant, ecco che anche Google Translate è stato ri progettato.

Pendar Yousefi, UX manager presso Google Translate , racconta alcuni passi fatti durante la riprogettazione riguardo all’User eXperience di Google Translate.

Lui parla del lancio, della ricerca, del nuovo layout e della nuova interfaccia. Non fa cenno all’integrazione con Google Home. Ma come è possibile che non ci sia un nesso?

Personalmente, forse anche per deformazione professionale, vedo che il nesso esiste ed è a lungo termine.

3 elementi di UX

Elenco gli elementi UX, visto che mi si rimprovera di non dare attenzione ai miei lettori architetti dell’informazione.

Nuovo sito web reattivo di Google Translate

  • I tuoi utenti sono la tua sfera di cristallo

Si è tentati di ossessionare per avere il design perfetto prima di mostrarlo agli utenti reali. Ma è meglio concentrarsi sulla progettazione di un piano di sperimentazione a fasi che consente di raccogliere e rispondere al feedback degli utenti su larga scala. Aiutalo a capirlo.

  • Sollecitare la preferenza negli studi di usabilità può essere una trappola
  • Lascia che il test A / B sia il tuo arbitro

I progetti di ri-progettazione possono essere difficili.

Non sapere come reagiranno le persone può essere spaventoso. Quello che ho imparato attraverso la ri-progettazione di Google Translate nel mondo del processo di progettazione.

Progettando una strategia di implementazione pianificata con cura che consenta agli utenti di inviare feedback, è possibile ottenere dati preziosi su vasta scala da quelli che contano di più, aiutandoti a prendere decisioni di progettazione migliori.

Conclusioni google home

Insomma, io credo che sia palese agli occhi di tutti la forte spinta che Google sta imponendo all’uso degli assistenti vocali.

La capacità di sviluppo dell’intelligenza artificiale da parte di Google è altissima. La potenza di calcolo e la quantità di dati in suo possesso è inimmaginabile.

Si tratta di un’ ulteriore conferma che gli smart speaker, così come questa tecnologia, non è di passaggio. E chi è ancora scettico se ne dovrà fare una ragione.

Ne sentiremo ancora delle belle! E se avete domande o osservazioni mi farebbe piacere leggere e ascoltare i vostri commenti.


Google Home non ha paura di Halloween né di Alexa. E tu?

da Toni Fontana | Ott 31, 2018 |

Google, quasi in corrispondenza del lancio di Amazon Alexa Italia e della festa di Halloween, lancia il suo attacco commerciale attraverso il suo smartspeaker.

Google, infatti, ha da tempo lanciato il suo smartspeaker Google Home. Ma non ha spinto più di tanto nella comunicazione e divulgazione dello strumento.

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Caro amico ti scrivo…

Personalmente vedo Google come uno strano essere vivente. Grande e grosso come un elefante ma dall’astuzia di un ghepardo. Una specie di grosso T-Rex o lndominus rex creato in laboratorio per l’ultima puntata di Jurassic World.

Google sa di essere grosso, ma molto grosso. E sa che ogni passo che fa ha una eco rilevante sul web e sulle nostre vite. Così come pesante sarebbe un errore o un passo falso.

Ed è per questo motivo che quando Google, Mister Google in persona, invia una mail lo fa con molta cura e attenzione. Certo, qualche traduzione alla google translate potrebbe essere evitata. Ma qui non parliamo del dettaglio, qui parliamo di un movimento se non globale, almeno nazionale e internazionale. Non oso immaginare il numero di mail che viene inviato in contemporanea.

Ed in questo senso, Google non sta intasando le nostre mail con i suoi messaggi. Al momento, personalmente, da marzo 2018, ne ho appena ricevute 7, compresa quella di questi giorni.

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Cosa chiedere a Google Assistant per Halloween?

Cosa ci scrive Google? Principalmente Google ci sta educando. Ci insegna, senza troppa pressione, quello che possiamo chiedere e come lo dobbiamo chiedere. Impareremo, in modo quasi inconscio, ma impareremo. Anzi, impariamo.

Google Home si presenta in modo divertente. Come l’assistente da brividi, vista l’occasione.

Festeggia Halloween insieme al tuo Assistente Google.

Inizia dicendo: “Ok Google”
” Spaventami”
” Raccontami una storia di paura”
” Da cosa ti travesti per Halloween?”

E prosegue poi con gli inviti commerciali al proprio store.

Ancora senza costume? Niente paura!
È spaventosamente semplice prepararsi per Halloween con l’Assistente Google

” Scrivi a Martina da cosa ti travesti?”
” Dov’è il negozio di costumi più vicino?”
” Ricordami di comprare un costume alle 17.00″
” Aggiungi i trucchi alla lista della spesa”
” Riproduci un video tutorial sul trucco da zombie in TV”*

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A questo punto Google “spiega” (o ci fa capire) che è connesso anche con i servizi interni al sistema di casa Alphabet, come Google Foto.

Cerchi ispirazione per il tuo costume dal passato ma non riesci a ritrovare quella vecchia foto? Ritrovala facilmente con l’Assistente Google.

”Fammi vedere le mie foto di Halloween”

Scopri di più sul tuo Assistente Google

E infine punta alla domotica, all’uso che puoi fare del tuo Google Home se lo connetti con la tua casa.

L’Assistente Google per la casa
Musica da paura per la tua festa di Halloween con Google Home. Prova a controllare contemporaneamente più dispositivi con la funzione “gruppo di altoparlanti”.

Conclusioni google home spaventami!

Google lentamente ma sempre in modo incisivo entra dentro le nostre mail, le nostre case, le nostre abitudini per educarci all’uso dell’assistenza vocale. Ovviamente a beneficio del proprio store e dei propri interesse. Ma nello stesso tempo, questo lavoro va anche a beneficio di tutta la tecnologia che si sta diffondendo.

Piano piano, senza troppo frastuono, con tutti i limiti di una tecnologia che ha visto la luce da poco tempo, ma sempre inesorabile. Sempre più parte del nostro futuro e del nostro quotidiano.

Google Home Halloween Features 2018 Video.

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