Uno smart speaker, in pratica, è una cassa con cui si può interagire attraverso la propria voce. Una volta acceso, si possono fare delle domande o chiedere di eseguire dei comandi vocali. L’altoparlante esegue. Gli smart speaker sono pensati per stare al centro di una casa connessa (o una casa invisibile) e sono un pezzo rilevante della domotica. E di tutta una serie di accessori connessi con la domotica.

Non c’è ancora una grande letteratura a riguardo. Persino Wikipedia esprime poche righe a riguardo. Questo blog se ne occupa quasi settimanalmente.

Sul web si scrive soprattutto riguardo gli smart speakers principalmente per chiedersi se questi dispositivi avranno o meno un futuro. Chi mi segue, sa che me ne sono occupato più volte da tempo. Spero di averlo fatto in modo più laico possibile. Anche se, forse, me ne sono occupato in modo più filosofico. Dando maggiore rilievo all’assistenza vocale e Etica, dando per scontato che tutti sapessero cosa fossero gli smart speakers.

Inoltre, vedremo presto, fisicamente, questi dispositivi anche in Italia. E questo articolo è uno dei tanti della serie di articoli e analisi per capire meglio cosa sono gli smart speakers, cosa possono fare, come poterli usare in futuro e  quali campi stanno rivoluzionando.

Cos’è uno smart speaker

Tecnicamente uno smart speaker è una cassa altopalante (speaker) o dispositivo intelligente (smart) che attraverso la tecnologia wireless Wi-Fi, e/o bluetooth, si collega ad internet e interagisce con le persone. Gli smart speakers, sono appunto smart perché usano un assistente vocale come interfaccia. L’assistente vocale ascolta la nostra voce, comprende i comandi vocali che gli vengono dati e li esegue. Generalmente attivandosi oggettivamente per quello che può fare: trasmettere musica per esempio; oppure attivando oggetti fisici, che siano, ovviamente, connessi.

Tra le tante cose uno smart speaker può acquistare, sotto la nostra guida, prodotti su internet, informarci sul meteo o sul traffico, calendarizzare la nostra giornata, gestire gli oggetti connessi della nostra casa, raccontare o leggere per noi i nostri libri acquistati sul nostro kindle.

Amazon sta spingendo tantissimo così come abbiamo visto sui cosa possiamo chiedere ad Alexa.

Attivazione vocale speaker wireless home page di google

Innanzitutto bisogna impostare e settare i dispositivi. Per fare questo si deve installare l’app Google Home sul proprio smartphone di ultima generezione e configurare le impostazioni iniziali per l’altoparlante.

Ciascun modello ha le proprie forme di settaggio. A seconda del proprio abbonamento, per esempio, potrebbe essere necessario dover creare un account in aggiunta all’account Google.

1 Accedere a Google Play o all’App Store dallo smartphone/iPhone.
Installare l’app Google Home sullo smartphone/iPhone.
Per i dettagli visitare il sito web all’indirizzo google.com/cast/setup/.
2 Avviare l’app e seguire le istruzioni su schermo per configurare le impostazioni iniziali dell’altoparlante.
Impostare l’altoparlante in modo che utilizzi la stessa connessione Wi-Fi dello smartphone/iPhone.

Assistente vocale da casa

Se la casa è connessa, lo smart speaker può diventare facilmente un assistente vocale da casa. Questo significa che se le luci di casa sono connesse è possibile chiedere allo smart speaker di accendere o spegnere le luci. Sarà possibile ordinare di aprire o chiudere le tapparelle di casa, programmare l’accensione o lo spegnimento del riscaldamento, così come quello del condizionatore. E così di seguito come propone tutta la tecnologia disponibile della domotica.

Connettendo lo smart speaker ad una carta di credito è possibile chiamare un taxi o una macchina Uber, prenotare un posto a teatro o al cinema, acquistare prodotti di consumo quotidiano che ti mancano al momento. Come fosse un Dash Botton.

Per questo motivo qualcuno li chiama già assistenti vocali da casa. In realtà, ancora di case pienamente connesse non ce ne sono tante. Ma la strada, a prescindere da quanto pensano e dicono gli scettici, è avviata. Tanto più che la prossima rivoluzione sarà la realtà aumentata, che vedrà un nuovo salto tecnologico.

Il contesto degli smart speakers: la domotica

Come ho già avuto modo di dire in passato, l’unico limite che oggi stanno incontrando gli smart speakers è proprio il fatto che gli assistenti vocali stanno entrando in un contesto di cui non fanno parte. Ossia non tutti sanno o hanno confidenza con questo strumento. La maggior parte delle nostre case non sono connesse. Magari sono case invisibili, ma sono, ancora, analogiche ed hanno ancora a che fare con maniglie, chiavi, e chiavistelli. Come raccontavo, attraverso i dubbi di Jeson Masut, nell’articolo Interfacce utente senza schermo.

Eppure i cambiamenti avvengono anche lentamente. Le nostre case sono diventate invisibili; sono caduti i muri che separano la nostra vita pubblica da quella privata, come spiegato nell’ Onlife manifesto; il nostro modo di viaggiare e di sperimentare i viaggi è cambiato, le nostre relazioni si modificano. Il mondo sta subendo mutamenti importanti. Mutamenti antropologici profondi.

Gli smart speakers sono oggetti che modificheranno il modo di interagire con le nostre case. E le nostre case saranno altri nodi di connessione. L’automazione della casa, il controllo da remoto degli oggetti, sono azioni sempre più reali.

E tutto grazie ad un piccolo oggetto posto al centro della nostra casa.

WIAD Palermo 2018

Assistente vocale proprietario

Gli smart speakers si basano fondamentalmente sulla tecnologia degli assistenti vocali. Assistenti che in un modo o nell’altro sono già presenti su tutti i dispositivi mobile e smartphone.

Infatti, sicuramente possedete uno smartphone con un assistente vocale proprietario. È il caso di Siri, se avete un Apple iPhone 7 Smartphone 4G, oppure di Cortana se avete uno Microsoft Smartphone, o di Bixby se siete in possesso di un Samsung Galaxy S7. Se, invece, siete possessori di altre marche con sistema Android di media e bassa qualità, anche se non avete un assistente proprietario, avrete sicuramente la possibilità di scaricare l’app di google o google Chrome dove c’è OK Google Google Assistant.

Amazon Echo Cos’è

Lo sviluppo di questa tecnologia, sempre più pervasiva, anche se ancora poco utilizzata ha portato allo sviluppo di nuovi dispositivi. Nel 2014 ha visto la luce Alexa, un assistente vocale che ha preso le forme di Amazon Echo. Una cassa cilindrica con microfono. Noi parliamo, Alexa risponde, interagendo con le ricerche che svolge su internet o con gli oggetti connessi con Amazon Echo e la casa.

Alexa esegue i compiti che sono tipici di tutti gli assistenti vocali di cui abbiamo già detto. Ma Alexa ha una marcia in più, rispetto agli altri. La marcia in più è la connessione con lo store di Amazon. Store di cui già ci fidiamo, quasi ciecamente. Dove facciamo una buona parte dei nostri acquisti.

Se vuoi approfondire potresti leggere : Controlla ogni cosa con la tua voce – Skills Amazon Alexa.

Smart speaker con touchscreen

Quando ho parlato di architettura dell’informazione conversazionale riprendevo il parere di Peter Morville che invitava gli architetti dell’informazione ad aiutare gli assistenti vocali. Peter Morville, inoltre, invitava le case di produzione a creare un touchscreen che aiutasse l’utente a usare meglio gli smart speakers.

Echo Show

A quanto pare non è più il solo a pensarlo e dopo qualche rumors sul nuovo Amazon Echo è arrivato l’Echo Show.

Quello che sembrava un oggetto trascurabile si sta trasformando pian piano in un qualcosa di molto più complesso: lo dimostrano le ultime scelte di Bezos e soci e la recente creazione di uno speaker tutto nuovo, denominato Echo Show.

Uno dei problemi avvertiti da chi ha utilizzato Amazon Echo è stato quello di non avere un appoggio visivo. Una specie di stampella dove appoggiarsi qualora  il dispositivo non capisse correttamente quello che si diceva.

Daltronde l’abitudine di eseguire comandi a schermo non poteva e non potrà decadere del tutto. Lo schermo, questa volta visto come accessorio, darà maggiori possibilità di interazioni.

Amazon Show inoltre è dotato di una telecamera e permetterà al nuovo smart speaker di Amazon di diventare un telefono, con la possibilità di videochiamate tra dispositivi Amazon o che comunque hanno installato Alexa.

Amazon Echo Italia

Al momento, non esistono Smart speakers in Italia. Per esempio, si trova in vendita il iLuv Bluetooth. Che funziona attraverso Alexa. Peccato che, al momento, Alexa non funziona in Italia. Semmai si deve comprare sul mercato internazionale e si dovrebbe parlare in inglese. La lingua che al momento parla l’assistente vocale di casa Amazon.

Se si vuole provare, è necessario sapere che si può utilizzare solo come cassa per ascoltare le web radio. Che è comunque già una bella cosa, ma non funziona da assistente vocale.

Amazon Echo al momento non è disponibile in Italia. Alexa parla ancora in Inglese E Amazon Echo Italia non ti permette di acquistare il suo smart speaker. A meno che non vai sul Amazon.com e allora da lì puoi acquistare il tuo smart speaker. Ma attenzione, parla in inglese. E ancora non si sa, se sarà possibile, in futuro, riadattarlo in lingua italiana. Meglio aspettare.

Amazon Echo prezzo

Il prezzo dell’Amazon Echo è, nel momento in cui scrivo, di 119 dollari. Non si trova su Amazon.it ma esclusivamente su Amazon.com. Un prezzo ridotto ha il fratello minore Amazon Echo Dot.

Google Home cos’è

Inutile nascondere o cercare di presentare Google Home con altra parole. Google home è la copia di Amazon Echo. Con una sostanziale variante. Mentre Amazon Echo ha dalla sua parte lo store di Amazon.it, Google Home ha dalla sua parte il motore di ricerca e il suo store.

Insomma, una bella sfida.

Google Assistant si comporta esattamente come Alexa, rispondendo alle domande e interagendo con l’utente senza l’aiuto di uno schermo.

Come oggetto è stato studiato un po’ meglio. Il design è accattivante e simpatico. Ed è un oggetto che sta bene in casa.

Ovviamente come dicevo prima rispetto alla domotica, l’introduzione di questi oggetti nella nostra vita quotidiana è lento. Tanto più che parlano inglese e poco italiano. E il loro sviluppo è equiparato al numero di oggetti a cui è connesso. Le potenzialità di Google Home sono tante. Basti pensare alla quantità di dati e informazioni di cui dispone Google. E pensiamo anche alla compatibilità con tutti i servizi che già usiamo di Google: Gmail, Drive, Calendar, Houngout e tanto altro.

E ancora, dal palco di Google I/O si è saputo che sarà possibile impartire comandi ad applicazioni di terze parti, non proprietarie. Che sarà possibile usare una tastiera per inviare comandi e di fare acquisti usando l’assistente vocale.

Attivazione vocale speaker wireless home page di google

Innanzitutto bisogna impostare e settare i dispositivi. Per fare questo si deve installare l’app Google Home sul proprio smartphone di ultima generezione e configurare le impostazioni iniziali per l’altoparlante.

Ciascun modello ha le proprie forme di settaggio. A seconda del proprio abbonamento, per esempio, potrebbe essere necessario dover creare un account in aggiunta all’account Google.

1 Accedere a Google Play o all’App Store dallo smartphone/iPhone.
Installare l’app Google Home sullo smartphone/iPhone.
Per i dettagli visitare il sito web all’indirizzo google.com/cast/setup/.
2 Avviare l’app e seguire le istruzioni su schermo per configurare le impostazioni iniziali dell’altoparlante.
Impostare l’altoparlante in modo che utilizzi la stessa connessione Wi-Fi dello smartphone/iPhone.

Apple

Figurarsi se Apple non fosse della partita. Apple è avanti nell’assistenza vocale, con Siri. Ma sta arrivando in ritardo rispetto ad Amazon sullo sviluppo di uno smart speaker.

Nel 2015 infatti, Apple ha lanciato i prodotti e accessori HomeKit Apple. E uno smart speaker sarebbe stato uno sviluppo ovvio. A frenare saranno state le improbabili possibilità di chiudersi del tutto, come al suo solito, nella sua torre di avorio? Incredibilmente, infatti, già esistono una serie di accessori HomeKit Apple compatibili.

Solo in questi giorni si è parlato del fatto che è in arrivo un assistente casalingo touchscreen marcato Apple. A rafforzare questi rumors c’è una intervista di Phil Schiller, vicepresidente per il product marketing a livello mondiale di Apple, in cui afferma.

Sebbene l’utilizzo della voce permetta un’interazione abbastanza comoda con il dispositivo, ci sono comunque delle situazioni in cui la presenza di un display può risultare estremamente più efficiente. L’esempio è quello della consultazione di un percorso stradale. Per quanto Siri possa descriverlo precisamente, attraverso l’utilizzo delle parole, la presenza di una mappa a schermo rende il processo di navigazione molto più semplice e immediato. Dal momento che l’utente è in grado di capire a colpo d’occhio il tragitto da percorrere.

Homepod di Apple

L’homepod di Apple è lo smart speaker di casa Apple. Il suo stile è tipico della casa di Cupertino ma la somiglianza con i fratelli maggiori Amazon Echo e Google Home è notevole. L’HomePod è uno smart speaker di eccezione. E punta ad essere più speaker che smart. Infatti, l’homepod è equipaggiato di un woofer di 4 pollici, di 7 tweeter e 6 microfoni per ascoltare la voce dell’utente.

Per un controllo ottimale l’ HomePod è compatibile con iPhone 5s e successori su cui è installato iOS 11.

Homepod speaker

HomePod è costruito principalmente per far ascoltare la musica. Ed è rivolto ad un pubblico di audiofili.

Cortana insegue

Tutte le major produttrici di computer hanno voglia di cercare e trovare nuovi mercati che permettano nuove espansioni economiche.

La crecita all’infinito non è naturale. Prima o poi un mercato si satura. Per questo motivo Microsoft, che insegue nella sfida degli smart speakers, sta sfruttando una nuova filosofia.

Intanto ha creato il proprio assistente vocale. Il suo nome è Cortana. E l’assistente vocale di Microsoft è alla base di windows 10. In questo modo, l’assistente vocale potrebbe controllare la casa connessa da dispositivi che già possediamo. Se si decidesse di usare Cortana, non sarebbe necessario comprare uno smart speaker come Amazon Echo o Google Home.

Ovviamente resterebbe il limite dei possibili acquisti che invece si possono fare su Amazon.it o su Google Store. Ma, appunto, gli obiettivi di Microsoft sono altri. E altre sono le fette di mercato che vuole conquistare.

Da tenere sempre presente è comunque che nulla di quanto fin qui fatto e sviluppato (e da parte mia scritto), resterà così come è. Siamo in pieno sviluppo. Certo, sono tracciate le linee guida. Ma è necessario osservare e stare a guardare.

Harman Kardon Invoke

Chi segue il blog sa che ho già parlato dell’ Audio Harman Kardon e della qualità dei suoi speaker. Proprio per questo Microsoft ha deciso di affidarsi alla casa americana per la guerra che si sta combattendo tra gli gli assistenti vocali.

La FCC, l’ente che si occupa di certificare i dispositivi come gli smart speaker ha svelato alcune specifiche tecniche dello Harman Kadon Invoce.

La FCC dichiara che lo smart speaker gestito da Cortana pesaun clilo, ha un telaio in alluminio, è dotato di  tre woofer da 45 millimetri e tre tweeter da 13 millimetri con una risposta in frequenza compresa tra 60 Hz e 20 kHz. La connettività è garantita dai moduli WiFi 802.11a/b/g/n/ac dual band (2,4 e 5 GHz) e Bluetooth 4.1.

Le attività di Harman e karond Invoke sono diverse

  • rispondere o interrompere una chiamata Skype,
  • impostare una sveglia
  • Azionare la riproduzione della musica.

Invoke, infatti, supporta molti servizi di streaming come Pandora e TuneIn o Spotify.

Smart Speaker in Italia

Al momento, in Italia, non ci sono smart speakers disponibili in lingua italiana. Per esempio, si trova in vendita il iLuv Bluetooth. Che funziona attraverso Alexa. Peccato che, al momento, Alexa non funziona in Italia. Semmai si deve comprare sul mercato internazionale e si dovrebbe parlare con Alexa in inglese. La lingua che al momento parla l’assistente vocale di casa Amazon.

Se si vuole provare, è necessario sapere che si può utilizzare solo come cassa per ascoltare le web radio. Che è comunque già una bella cosa, ma non funziona da assistente vocale.

Chi dice casa dice famiglia

Se ancora non fosse chiaro, qualunque cosa pensiamo noi osservatori e analisti, lo sviluppo in questa direzione è sempre avviato. Da qualche giorno è arrivato Google Family.

Condividi contenuti di intrattenimento e rimani in contatto con le persone che ami. Crea un gruppo Famiglia a cui possono partecipare fino a sei familiari per sfruttare insieme tutto il potenziale di Google.

Ma già Amazon, da tempo, aveva aperto i propri servivi alla famiglia con Amazon Household

Personalmente non mi appare troppo pellegrina l’idea che questi servizi abbiano uno scopo. Ossia raccogliere dati della famiglia per e attraverso i rispetti smart speakers.

Insomma, ne sentiremo ancora delle belle. Tutto grazie ad Amazon Echo e Google Home. Due semplici speaker ma con una pervasività mai vista fino ad oggi. Due assistenti casalinghi con cui interagire, connettersi, giocare, interloquire. La domotica in casa a basso costo e alla portata di tutti. Il controllo totale di tutto con un solo smart speaker.