Ho conosciuto Barbara Manna su LinkedIn. E il suo profilo è di tutto rispetto. Laureata in Lettere ha svolto attività per la regione Liguria, per Aci e per Enel. Ha iniziato come Addetta stampa, web writer e nel tempo ha sviluppato la sua attività di Architettura dell’informazione.

Barbara Manna

Lei scrive di se stessa.

Nel settore della progettazione e sviluppo editoriale di portali web, app mobili, CRM service cloud ho maturato una pluriennale esperienza nel ruolo di UX Information Architect. Ho collaborato a numerosi progetti di sistemi digitali complessi come consulente di aziende attive nella Pubblica Amministrazione e nel settore privato.

Per conto della multinazionale Salesforce, come membro del team italiano dedicato al User Experience Design, ho partecipato alla definizione di linee guida di usabilità, architettura delle informazioni, content strategy nell’ambito del progetto internazionale CRMT di Enel. Per cinque anni ho fatto parte del team di sviluppo delle soluzioni internet intranet della Società Generale di Informatica SOGEI Spa.

In precedenza ho collaborato con grandi aziende del settore informatico come Aci Informatica, Eustema e Datasiel (Regione Liguria). Ho iniziato a lavorare nel settore della comunicazione nel 1998 nella redazione milanese de La Stampa, dopo aver conseguito la laurea in Lettere all’Università degli Studi di Genova.

Attività

L’attività di Barbara Manna è stata rivolta alla  ricerca, alla revisione dei  contenuti, all’analisi e studio dell’usabilità di interfacce. E’ spesso impegnata nella definizione delle strategie di comunicazione editoriale digitale. Documentazione di content strategy con linee guida editoriali, alberatura, wireframe secondo i requisiti di usabilità per personalizzazione interfacce CMS Liferay. Realizzazione sezioni Intranet con implementazione portlet, formati editoriali, contenuti testuali in ambiente Liferay.

studio fattibilità, analisi architettura, inventario dei contenuti, wireframe nuove sezioni navigazione e revisione dei testi.

Formazione scrittura web e principi di usabilità. Attività: training on the job, redazione manuale di scrittura per il web.

Coordinamento editoriale del portale di informazione . supervisione attività editoriali, ideazione e stesura contenuti, aggiornamento portale da piattaforma CMS proprietario Cps. Output: contenuti, publiredazionali, ottimizzazione testi, linee guida di web communication.

Corsi di formazione di scrittura per il web in aula e in modalità training opn the job. Redazione manuale di scrittura e cd “Scrivere per il web”

Intervista a Barbara Manna

Come sei venuta a contatto con l’architettura dell’informazione e l’User Experience?

Nel 2003 il mio percorso professionale mi ha portato a trasferire le mie competenze di comunicazione tradizionale in ambito web: da redattore della carta stampata a redattore di contenuti di siti web istituzionali. È qui che ho iniziato ad applicare le logiche dell’architettura dell’informazione al contesto digitale.

Un po’ di tempo fa, in un gruppo, prendendo spunto da un articolo, ci si chiedeva come ciascuno di noi spiega il proprio lavoro ad una festa. E tu come spieghi il tuo lavoro?

Ho trovato sempre un po’ di difficoltà nello spiegare in modo sintetico il mio lavoro ma in questo scenario ipotetico della festa immagino che i miei interlocutori siano tutti smart e bendisposti. Così direi loro: progetto le interfacce, ossia il modo in cui fruite i contenuti nei siti web e nelle app. Decido dove mettere gli oggetti e i contenuti per raggiungere la massima chiarezza e facilità di lettura delle informazioni.

Qual è la tua “giornata tipo” professionale?

Lavoro a Roma e dopo aver accompagnato mio figlio a scuola mi avvio in ufficio. Arrivo verso le 9.30/10, traffico permettendo. In auto però inizio a pensare a quello che devo fare e non ti nascondo che le migliori soluzioni spesso arrivano proprio nell’abitacolo, imbottigliata nel traffico. È un tempo in cui ci sono pochi rumori di sottofondo e la mente gode di un limbo tranquillo.

Una volta in ufficio leggo le mail e inizio a smarcare tutte le attività aperte che richiedono meno impegno di concentrazione. Dopodiché inizia la fase di produzione delle idee e la progettazione vera e propria. Nel pomeriggio riesco a “quagliare di più”.

Quale parte del tuo lavoro preferisci?

Mi piace molto ascoltare le persone: sul lavoro i clienti, i colleghi, capire cosa serve loro, come posso aiutarli a trovare una soluzione efficace alle loro esigenze di comunicazione. Adoro scrivere e trovare soluzioni efficaci di comunicazione sintetica e snella: sulle interfacce, dentro una presentazione, in una soluzione di navigazione, in un’interazione mirata e facile, nella scelta di un colore che sia coerente e parlante, che abbia qualcosa da dire. E tutta una questione di semantica.

Quali sono i tuoi strumenti di lavoro?

Axure, InVision, Word, Power Point, fogli bianchi A4, penne e post-it. Dipende dal contesto. Tutto quanto mi possa aiutare a portare un po’ di ordine nel caos e che possa farmi raggiungere un obiettivo di comunicazione sintetica ed efficace.

Tra le tue numerose attività hai partecipato alla formazione di linee guida di usabilità. Se dovessi scegliere cosa è per te imprescindibile, cosa sceglieresti?

La coerenza, la facilità d’uso, l’immediatezza.

Dal mio punto di vista, per i feedback che ho, la resistenza al cambiamento è fortissima. E questo avviene nel privato così come nella pubblica amministrazione. Però fa molto piacere che persone come te lavorino e hanno lavorato con grandi aziende del nostro Paese. Qual è il tuo punto di vista? Qual è la risposta che hai avuto tu al nuovo approccio di lavoro.

È una sfida incredibile, affascinante, faticosa, sempre nuova. Ogni singola volta che sento cadere una resistenza, anche piccola, sono felice e sento che quello che faccio ha un senso, nonostante la fatica spesa per fare breccia nel muro incontrato. Tuttavia le più grandi soddisfazioni arrivano quando lavoro con persone (per mia fortuna la maggioranza) che pur essendo a digiuno delle tematiche che tratto mostrano interesse e curiosità e si predispongono alla comprensione soprattutto del valore aggiunto che il buon design e la buona comunicazione apportano al contesto di riferimento.

La frustrazione arriva quando devo collaborare con persone che pretendono di saper fare i designer o i comunicatori e/o che confondono l’aspetto grafico di un’interfaccia con tutto il resto: architettura informativa, struttura di navigazione, interazioni efficaci, usabilità, editing… E chi usa a sproposito il termine user experience supponendo di sapere bene di cosa parla. È un termine maltrattato, abusato, un vestito per tutte le stagioni, un termine alla moda.

All’estero si vedono tante sperimentazioni in atto. Come vedi la situazione in Italia? A cosa dovrebbe mirare un giovane architetto dell’informazione? Quali sono le evoluzioni della disciplina?

In Italia il nostro settore è ancora considerato giovane, nuovo, non ben strutturato, poco conosciuto, poco chiaro. Troppo spesso viene confuso con il mondo del visual design che è fondamentale perché un’interfaccia funzioni ma che deve sposare una buona progettazione dell’architettura informativa e della struttura di navigazione e degli obiettivi di comunicazione da cui dipende tutto il resto. Noi dobbiamo saper tradurre i needs dei clienti e contribuire a creare un sistema semplice che sia frutto di un’alleanza tra le parti: content, UX, AI, Interaction design, visual e grafic design. Nulla può essere auto consistente e autoreferenziale.

Ai giovani architetti suggerisco di studiare tantissimo, di tenere le orecchie ben aperte su quanto accade intorno a loro e guardare dentro i devices. E di non smettere mai di voler imparare. E di confrontarsi con il mondo IT: dietro alle interfacce c’è un mondo di dati e di sistemi che hanno delle logiche fondamentali da comprendere. Informatici, ingegneri, tecnici sono da sempre i miei migliori alleati, sono le persone che ascolto con molta attenzione tutti i giorni. Il loro lavoro precede e si lega al mio come il mio precede e si lega a quello dei visual designer. Nessuno di noi può andare da nessuna parte da solo, senza tutti gli altri.

Il mio sogno è sapere che in ogni progetto digitale ci sia un architetto dell’informazione nel team. Tu come vedi il futuro?

Idem, è un sogno che deve necessariamente tradursi in realtà e presto. Spero che questo accada altrimenti si continuerà a sprecare tempo, energie e denaro.

La tua laurea in lettere è una ulteriore conferma che abbiamo bisogno di umanisti. Cosa diresti ad una ragazza o a un ragazzo che si sta iscrivendo all’università?

Carissimo segui il tuo istinto e iscriviti al corso di laurea che è nelle tue corde. Il futuro ha bisogno di intelligenze e talenti soddisfatti: il tuo istinto è la bussola che ti può guidare nella scelta. Raramente l’istinto sbaglia, i “buoni consigli” lasciali perdere. Il lavoro arriverà, fai quello che ami fare con dedizione e impegno, tutto il resto verrà da sé.

E per finire le ultime tre domande più leggere che chiedo a tutti! Consiglia un libro

Steve Jobs, di Walter Isaacson, 2011

Una lettura inevitabile per chi ama il design: conoscere questa fetta di storia contemporanea aiuta a navigare nel nostro settore con più consapevolezza, nel bene e nel male…

Consiglia un brano musicale o un cd

No Woman, no Cry. Bob Marley

Una canzone carica di coraggio, che incita alla non rassegnazione, nonostante tutto.

Consiglia un film

L’ora più buia, di Joe Wright, 2017

Un film molto bello che celebra il potere della parola e il coraggio della libertà. Quando le parole usate in modo efficace cambiano la Storia…

Ringraziamenti

Benedico il giorno in cui ho deciso di iniziare questo percorso di interviste. Sto conoscendo persone straordinarie e progetti che vanno al di là delle mie , ormai, ristrette cerchie di conoscenze. Una vera boccata di ossigeno. Mi auguro che lo sia anche per i lettori.

Grazie a Barbara per la sua apertura e per i suoi consigli, utili per tutti!