Chiara Luzzana è una compositrice, sound designer e artista sonora, crea suoni dalla vita di ogni giorno. È una persona che ho conosciuto, quasi per caso, mentre navigavo su Twitter e conducevo la mia quotidiana ricerca di notizie sonore. Ho subito percepito le affinità elettive, la passione del suono, dell’audio e della registrazione. Dopo aver navigato sul sito personale di Chiara Luzzana e letto del suo attuale progetto The Sound of the city, ho voluto subito conoscerla.

Così, mentre mi trovavo sul bus verso Palermo, gli ho scritto di getto, dal mio Kindle. Non sono riuscito ad aspettare la sera per scrivere una lettera ben confezionata. Le ho scritto, ho presentato velocemente il blog e chiesto se poteva concedermi una intervista. Mi ha risposto in breve tempo e accettato di rispondere alle mie domande. Ed è quindi con immenso piacere che condivido con voi le mie curiosità sul lavoro di Chiara Luzzana. Personalmente seguirò con molta attenzione la sua carriera professionale perché sono certo che avrà uno splendido futuro.

Chiara Luzzana – Sound Designer – Soundtrack’s Composer – Dj – Creator of “The Sound Of City” project. chiaraluzzana.com – thesoundof.city

Chiara Luzzana sta portando avanti un progetto che ha attirato la mia attenzione The sound of city. Per chi è appassionato di contesti sonori, audio, suoni e ascolto, Chiara è una figura che bisogna seguire, per le sue intuizioni, per il modo in cui lavora, per i progetti che ha svolto e per tutti quelli a cui si dedicherà in futuro.

Chi è Chiara Luzzana

Chiara è nata a Milano, ma oggi è una cittadina del mondo. Per vivere compone colonne sonore ed è ingegnere del suono. Da oltre 10 anni sperimenta, registra, costruisce microfoni e strumenti per l’ascolto della materia. Trasforma i rumori prodotti da oggetti e materiali vari in musica.

Chiara Luzzana traduce la realtà in suono. I registratori sono solo uno strumento con cui raccogliere i rumori. La sua creatività, le sue emozioni trasformano un rumore, per altri insignificante, in un suono di senso.

Il livello artistico di Chiara è riconosciuto ormai ovunque. Persino l’Italia si è accorta di aver un talento in casa. La Biennale di Venezia le ha commissionato la composizione delle colonne sonore per i propri padiglioni espositivi attraverso istallazioni audio. E’ considerata tra i Sound Designer più innovativi e visionari del momento. È docente di Sound Design in alcune tra le più prestigiose Accademie d’Arte Italiane e Cinesi. Ha il proprio studio a Milano e Shanghai.

È, infine, sound designer e compositrice per Swatch, Valentino, Diesel, Jean-Paul Gaultier, Discovery Channel, Sky, Vodafone, Deejay Tv, Real Time e Rai Tv.

Chiara Luzzana Swatch

Chiara ha realizzato per la mostra Swatch Faces 2015 la prima colonna sonora realizzata esclusivamente con i suoni degli orologi. Ha ascoltato e registrato i singoli pezzi degli orologi e poi ha trasformato i rumori in suoni creando una nuova musica.

“Quando lavoro con i suoni sono una esploratrice, li devo scoprire nei lati più nascosti. Mi piace dare voce a ciò che è nato senza.” (Chiara Luzzana)

THE SOUND OF CITY ®

Chiara Luzzana – THE SOUND OF CITY – www.thesoundof.city

Ma il vero pezzo forte del lavoro di Chiara è “THE SOUND OF CITY” ® che lascio presentare alle stesse parole di Chiara Luzzana.

Creare la colonna sonora di ogni città a partire dai suoni caratteristici di ciascuna di esse.
Il progetto ha inizio nel 2014 con la composizione della colonna sonora di Shanghai, citt° nella quale l’Artista ha vissuto in seguito alla vittoria di una residenza artistica.
Per Chiara le città sono una fonte preziosa di riflessione. Ogni rumore casuale, diventa musica.
Marchio registrato dal 2015, il progetto si svilupperà in vari volumi stampati su vinile (il primo in edizione limitata, in uscita a Settembre 2017), in aggiunta ad installazioni audio, performance dal vivo ed un film documentario. Il primo capitolo di THE SOUND OF CITY ® è stato presentato alla 11a Biennale di Shanghai lo scorso Ottobre 2016 ed ad un TEDx.
Il primo capitolo riguarda le seguenti Citta: Shanghai, Milano, New York, Zurigo, Tokyo, Venezia.
Il secondo capitolo è previsto per Gennaio 2018.

“Ho ideato e creato il progetto mondiale THE SOUND OF CITY ® per indagare nell’intimo sonoro di ogni “giungla di cemento”. Ogni luogo ha qualcosa da raccontare ed un’anima da mostrare; io trasformo in musica quei suoni, quelle frequenze armoniche e quei rumori, che nella vita quotidiana passano inosservati. Ed e cosi che un semaforo diventa un sintetizzatore, un clacson, un sassofono, tombini come drum machines e vociare in orchestre d’archi. Nel silenzio delle albe metropolitane, armata di microfoni e cuffia, mi ritrovo ad esplorare luoghi sconosciuti, lasciandomi accarezzare le orecchie dalle “contraddizioni” sonore che ogni “giungla di cemento” offre.” Chiara Luzzana

Intervista a Chiara Luzzana a cura di Toni Fontana

Ho letto tutto quello che ho trovato su internet di Chiara. Tra i testi e le interviste che Chiara ha rilasciato ho potuto leggere tra le righe la passione con cui fa il suo lavoro. E seppure i contatti con Chiara siano stati tutti digitali, mi pare di conoscerla da tantissimo tempo.

Di seguito, in corsivo, le mie riflessioni e le domande che sono nate andando alla scoperta di questa straordinaria artista. E sono davvero felice del risultato di questa intervista che si è rivelata un piacevole scambio di idee.

Silenzio

Qual è la tua definizione “emotiva” di silenzio? Ossia qual è la definizione di silenzio per Chiara Luzzana? Mi piacerebbe sapere cos’è il silenzio per una persona che si occupa di suoni e rumori.

Se partiamo dal presupposto che dopo la rivoluzione industriale, il silenzio è stato pressoché sostituito dagli hertz della corrente elettrica, possiamo ben comprendere che il silenzio, intorno a noi, non esiste. Ecco perché per me il silenzio, ha una connotazione intima, e potrei definirlo come la pace interiore. Quella è la mia definizione di silenzio.

Traduzione

La sound designer Chiara Luzzana – THE SOUND OF CITY – www.thesoundof.city

I tuoi progetti si occupano di trasformare i rumori in suoni e di montare e smontare la musica. La trasformazione è anche una traduzione. In letteratura un tema sempre combattuto è stato quello della traduzione come tradimento. Umberto Eco sosteneva che il tradimento è insito nell’atto del tradurre che non è solo trasposizione da una cultura ad un’altra ma anche adattamento di concetti e contenuti. Nella musica il suono o il rumore è invece universale. È cosi? E allora, il tuo tradurre il rumore in suono è una forma di sovversione o di rimettere ordine in ciò che non ha ordine?

Dici bene, è una traduzione. Nel rumore c’è la più grande quantità di armoniche, semplicemente io le rendo musica. Si, è una sorta di sovversione, ribaltare i piani, anche se vuoi di provocazione. La musica è un linguaggio, e come tale ha tanti “accenti”
differenti. Se non esistesse una traduzione, a ciò che nasce puro, non avremmo la grande fortuna di comprendere diversità e superare i nostri limiti.

Tra il rumore e la sua traduzione, c’è quel grande spazio colmato dall’emozione: il mio vivere mi ha portato a superare molti ostacoli, rinascendo a vita nuova. Ecco perché per me il rumore ha una connotazione positiva e nutriente. Non potrebbe mai essere un tradimento, ma una lunga e fedele storia d’amore.

Città

Ho letto in una tua intervista che ti fai accarezzare dalle “contraddizioni” sonore che ogni giungla di cemento offre. Quali sono per te queste contraddizioni sonore. E il tuo lavoro artistico è un atto rivoluzionario ad un mondo troppo rumoroso? Questa giungla di cemento dove i rumori sono indistinguibili è affascinante oppure sarebbe necessario un
po’ di silenzio? Sarebbe meglio abbassare il volume?

Viviamo con le cuffie noise canceling. Perché? Per alienarci ed isolarci maggiormente?
Questo è terribile.

Io adoro le contraddizioni, perché da loro nasce la creatività, nasce il nuovo, nasce l’originale.

Le città, che amo definire giungle di cemento, sono in realtà come un’immensa palette cromatica. Isoli il suono che vuoi, e lui diventa protagonista. Ed è contraddittorio come in una stessa città, l’ordine ed il disordine dei suoni trovino un loro equilibrio.

Si, vuole essere un atto rivoluzionario, ed estremo, per ricordarci che non abbiamo bisogno di cancellare il rumore. Ma abbiamo bisogno di imparare ad ascoltarlo. Imparare ad ascoltarlo.

Registrazione

Il tuo modo di procedere è un modo, a mio avviso, artigianale. Registrare, non è un atto passivo, ma un momento di azione, faticoso anche fisicamente, ma soprattutto intellettualmente perché è un momento creativo. Questo tuo modo di procedere è per me bellissimo e affascinante. Ma chi è fuori da questo contesto sonoro pensa, appunto, che per registrare basta premere un pulsante e poi fa tutto il registratore. Cosa diresti a queste persone?

Lì inviterei a camminare e vivere con me una città a caso. ☺
THE SOUND OF CITY ® ha alcune regole di base, che mi sono imposta perché altrimenti rischierei di essere troppo vaga. Una di queste è camminare e registrare per 24 ore la città. Accada quel che accada. Perdendosi in essa. Senza meta.

Prima di iniziare i vari volumi delle città, ho un periodo che precede i viaggi, dedicato alla preparazione fisica e mentale. Perché aldilà dell’aspetto piacevole di ricerca sonora, è realmente un progetto faticoso sotto molti aspetti.

Però di base c’è un principio che per me è inalienabile, ed è che per raggiungere il piacere, occorre fare fatica. E per me il suono è anche fatica. La registrazione perfetta, è fatica.

Ed è faticoso anche uscire a cena con amici, ed essere catturata da tutti i suoni e cercare di non sembrare una psicopatica (ahah)

Chiara Luzzana a Milano

Hai registrato i suoni di Milano. Milano è la capitale della finanza, è la capitale della moda. Eppure, dal video si vede che, hai registrato i suoni dell’alba, della pulizia delle strade, dei giardinieri; neanche i rumori del mercatino, ma la preparazione. Hai registrato i rumori dell’attivismo nascosto. A me è sembrato che ti avvicinavi ai tuoi simili, operai, gente che lavora la terra.
Così come poi hai toccato le opere d’arte dei tuoi colleghi artisti che usano i materiali fisici. Scelta “politica”? Voglia di inviare un messaggio di ribellione ad un immaginario luogo comune di una città evanescente e superficiale? Oppure semplicemente una scelta tecnica?

Milano è tanto di più di quell’apparente pellicola snob che la ricopre. Milano ha un substrato di persone che lavorano sodo, che credono nei loro ideali, che si sporcano le mani.

Io sono una persona abbastanza solitaria, e non vivo i party mondani di Milano. Ecco perché la mia traduzione è rivolta a questo substrato attivo e vitale. Le persone che hanno reso e rendono bella Milano. Da chi pulisce le nostre strade, a colui che impreca perché il suo orto in centro è stato distrutto! Milano è stupenda, ed ho voluto descrivere quel sapore operaio di verità. Non la Milano da bere. Non il tram tecnologico. Ma il tram con i freni che cigolano, perché quello è cuore pulsante di Milano. Una Milano vera. Senza fronzoli. Pratica. Come è la musica.

Progettazione

Nel momento della progettazione, hai delle idee preconcette, ci sono delle cose che vuoi trasmettere già da prima la registrazione? Come studi la città? C’è un ascolto che precede la registrazione? L’analisi del contesto sonoro procede attraverso un tuo ascolto personale? Ascolti anche le persone che vivono la città? Oppure l’ispirazione nasce nel momento stesso in cui registri?

Una seconda regola del progetto è che (ad eccezione della mia città), le altre debbano essere sconosciute. Perché nell’incoscienza, nella non conoscenza, attivo la mia curiosità e mi lascio trasportare solo dall’istinto.

Daniel Baremboim dice che la musica è parte essenziale delle fisicità dello spirito umano. Come fai a scegliere gli oggetti che vuoi far suonare? Senti questa fisicità dello spirito?

È un attrazione. Come per le persone. Sono attirata a loro come se mi chiedessero di restituirgli una voce.

Istinto puro. Irrazionalità.

Ascolto

Uno degli obbiettivi di questo blog è quello di educare all’ascolto e di far comprendere come il suono arricchisce/crea un contesto, che il suono restituisce significati, in forma di suoni come di parole. E inoltre mi preme far comprendere che il mondo dei suoni è una parte del nostro essere più profondo. Come pensi che si possa educare all’ascolto? Quali azioni intraprendere?

Non avendo paura. Perché le persone sono terrorizzate dal sentire. In ogni senso. E sai di cosa hanno più paura? Del silenzio. Perché il silenzio è la via per guardarsi dentro. E spesso questo fa paura.

Educare all’ascolto significa innanzitutto intraprendere un percorso con se stessi.
Internamente.

Secondariamente, e parlando in modo più pratico, l’educazione all’ascolto dovrebbe iniziare in età infantile. Anche solo spiegando che non esiste solo la musica che ci viene proposta, ma che musica può essere anche il riverbero della nostra stanza preferita.

Per te chi è un ascoltatore?

Chi non ha paura di sentire.

Emozioni

Chiara Luzzana – THE SOUND OF CITY – www.thesoundof.city

Nella trasmissione delle emozioni, quali emozioni preferisci trasmettere?

Fiducia ed etica. Voglio che, indipendentemente che sia per lavoro o durante la mia vita quotidiana, una persona possa sentirsi al sicuro con me. In tutti i sensi. Voglio che sappia che ciò che ha tra le “mani ” è la parte più sincera di me.

Dici amaramente che i problemi di genere, in Italia, sono ancora molto forti. La musica dovrebbe essere un linguaggio universale, che va al di là delle questioni di genere. Questo dimostra tutto il provincialismo di questo nostro Paese, l’Italia. Cosa vuoi dire ad una ragazza che ama i suoni? Cosa ti piacerebbe dire ad una di quelle ragazze che viene a vedere/ascoltare le tue performance?

Vorrei dire loro di non sentirsi un genere. Di sentirsi un’anima. Viviamo in un paese dove le donne tengono ancora gli ombrelli al moto GP o durante comizi politici. Difficilmente riusciremo, in tempi brevi, a fare cambiare questa opinione di noi.

La musica, pur essendo un sostantivo femminile, è molto maschilista, soprattutto in Italia.

Ma la risposta migliore è impegnarsi, faticare. Credere nei sogni e nelle proprie passioni non ha sesso. Il sesso si materializza quando è imposto dall’ignoranza.

Se THE SOUND OF CITY ® fosse realizzato da un uomo, molto probabilmente non si porrebbe neppure il problema di camminare in solitaria per 24 ore in una città sconosciuta. Ecco, purtroppo io, da donna, non mi sento mai completamente al sicuro.
Ci sono quindi una serie di limiti che devo superare, non solo con me, ma anche con l’ambiente circostante.

Futuro

Hai detto: “La musica ha un senso oltre le singole note. Per me i suoni sono parole” E poi hai anche confermato il fatto che il progetto The Sound of City è un lavoro teoricamente infinito. Tra sessant’anni ci ritroviamo qui e parliamo di questo divenire del progetto. E allora mi chiedo, alla fine del racconto o del progetto, cosa vorresti leggere? Qual’è la tua visione finale?

Non vedo l’ora di quell’intervista.

E ti direi: sai Toni, ho visto ed ascoltato il mondo, l’ho registrato e reso musica, imparando che il volume da alzare non è per sentire forte, ma per sentire bene. A fondo. E dopo avere ascoltato tutto, ora mi godo il silenzio dentro me.
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CREDITS:
www.chiaraluzzana.com
www.thesoundof.city

Per concludere

Sono grato a Chiara Luzzana per questa intervista dove ha svelato il suo mondo sonoro. Sono grato all’universo twitter per avermi fatto conoscere Chiara. E conto che prima o poi passa ad ascoltare la Sicilia, i templi greci di Selinunte e Agrigento; oppure i teatri di Segesta e Siracusa.

Fra 60 anni conto di esserci ancora per chiedere a Chiara la concessione di un’altra intervista. Ascoltare chi ha ascoltato tutto il mondo immagino sia una esperienza unica. Anche se immagino che ci guarderemo negli occhi e lei starà tutto il tempo in silenzio. Ma chissà, tra 60 anni trasmetteremo l’intervista attraverso cip telepatici, in realtà aumentata io dalla Sicilia e lei da Shangai con audio tridimensionale, chissà. Ma magari ci aggiorniamo prima. Io seguirò Chiara e conto di raccontarvi ancora i suoi progetti.

Aggiornamento 21 dicembre 2017

Extra ordinary metal. Soundtrack by Chiara Luzzana e Alessi adventure

Chiara riesce a trasformare gli oggetti in suoni e sonorità e ci fa viaggiare in luoghi inesplorati. Questa è la sua forza e questo è il motivo per cui seguo Chara, sia per i suoi progetti personali, sia per progetti più commerciali come questo dedicato all’azienda Alessi, che vende prodotti casalinghi iconici e di design.

Come spiegato sul sito della Alessi

una sfida ai limiti dell’impossibile creare un nuovo modo di esprimere la ricerca del design e sviluppare ulteriormente la dimensione emotiva di un concetto.

Far risaltare il suono

Il risultato è la colonna sonora che traduce l’essenza trascendente ed eterea del progetto “Extra Ordinary Metal” – una serie di accessori da tavolo che rappresenta una nuova interpretazione della superficie metallica attraverso l’uso dell’ottone, materiale già utilizzato da Alessi negli anni ’20 e anni ’30 – in una composizione.

Chiara Luzzana osserva: “Creo musica usando suoni catturati dalla vita di tutti i giorni. Tutto ciò che puoi vedere, puoi sentire. Extra Ordinary Metal, una colonna sonora di Chiara Luzzana è un esempio concreto di come sfidare l’impossibile per Alessi: la capacità di trasporre un metaprogetto – cioè una serie di riferimenti teorici, culturali ed emotivi – in un nuovo linguaggio di comunicazione.

#ExtraOrdinaryMetal

https://youtu.be/zykwpo_vA_I