Chi si occupa di intelligenza artificiale? O addirittura chi deve? Chi deve occuparsi di Intelligenza Artificiale? E chi deve rispondere ai problemi che questa tecnologia solleva? Chi deve regolare, chi deve scrivere le norme, così come chi deve trovare le soluzioni?

La domanda vi sembra banale? E forse anche la risposta vi sembrerà banale o semplicistica, ma a detta di tutti coloro che si occupano di Intelligenza Artificiale seriamente, la risposta è… tutti.

Tutti devono (o dovrebbero) occuparsi di intelligenza artificiale. Ciascuno se ne occupi per il suo ramo, per il suo settore, professionale, approfondendo il pezzetto che lo riguarda. Se si pensa di essere troppo lontani dal tema, ciascuno deve avvicinarsi per capire, che forse, il tema lo riguarda molto più da vicino di quello che si pensa.

Non se ne occupano e non devono occuparsi solo i tecnici o gli sviluppatori, né solo chi scrive algoritmi. Non bastano, neppure, chi affronta le problematiche che questa tecnologia alza.

Meglio evitare di parlare di etica?

Chi mi segue da tempo, sa che per quello che ho potuto e che posso, anch’io mi mi sono occupato di Etica degli assistenti vocali.

Non per questo ho mai vantato studi informatici o filosofici. Ma ho sentito e sento il dovere di farmi domande, di fare osservazioni, di muovere qualche idea.

E seppure ho scritto e detto pochissimo, mi è arrivato, forte, il consiglio di evitare il tema, di lasciare appunto ad altre professionalità questo ruolo.

Riporto qui di seguito quanto detto dal professor Francesco Varanini, che ha risposto ad una mia domanda diretta.

Nessuno si senta escluso

Il professor Francesco Varanini, socio fondatore, direttore scientifico e dal 2021 anche Presidente di Assoetica, associazione per la diffusione di atteggiamenti etici e responsabili, in un webinar sul tema è stato molto chiaro, ad una prima domanda che richiedeva qualche informazione in più sulla attuale situazione delle problematiche morali connesse all’intelligenza artificiale. Chi affronta in concreto queste problematiche gli sviluppatori di intelligenza artificiale? E questi lavorano in modo autonomo o ci sono dei parametri delle norme? Solo l’Europa si è mossa in questo senso?

Ha risposto:

Sì questo delle leggi e le norme che regolano è un punto chiave.

Diventare tutti più filosofi

Secondo me lasciare questi argomenti, relegare questi argomenti a delle norme o a un comitato di esperti o di grandi padri saggi che dicano cosa è etico e cosa non è etico sarebbe deleterio. È la cosa da cui rifuggire, è il discorso dell’ esperto che sostituisce il cittadino e che nega al cittadino la possibilità di esserlo, il tentativo difficile ma da sperimentare, è quello del diventare tutti più consapevoli nel giudicare.

Di fronte a dei problemi più gravi è la società che deve rispondere è la cittadinanza tutta
Cioè dobbiamo diventare tutti più Filosofi.

Esperti di etica digitale?

Se abbiamo la nuova specializzazione di esperti di Etica digitale siamo finiti. È solo tornando ad essere cittadini, esseri umani, consapevoli della propria storia e del proprio corpo, della speranza di un futuro, che possiamo cercare di affrontare queste domande.

Se vi sembro vago è solo perché è difficile come argomento ma sarebbe una scappatoia affidarsi a qualche esperto che ti dà una regoletta.
Se qualcuno dice a qualcun altro “tu questa cosa non la puoi dire perché non sei filosofo, perché la Filosofia è questo o quest’altro”, chi lo ha detto non è filosofo, non ha capito cos’è la filosofia.

Chi si deve occupare di intelligenza artificiale?

La filosofia è pensare oltre, è mettere in discussione tutto, interrogarsi, pensare oltre agli schemi.
Non è in mano a qualche professionista della filosofia che decide cos’è filosofia o a qualcuno che stabilisce dei canoni.

Ecco più ci viene sottratta una parte della nostra presenza sociale più dobbiamo ragionare insieme e sperimentare e fare appello alla nostra responsabilità e nostra saggezza per recuperare questo spazio.
Poi così useremo bene e godremo insieme tutti i vantaggi di queste belle macchine.

Lavori di settore e lauree utili

Dunque, in qualunque posizione vi trovate, a qualunque livello di istruzione, iniziare a studiare, non è tardi.

Certo è che se si è giovani si può pensare ad un percorso di studi più strutturato, anche se deve essere chiaro che l’intelligenza artificiale non è ancora ben definita.

Ci si può iscrivere in ingegneria informatica, come in statistica, così come una laurea in matematica e fisica, sono utili. Ma anche le discipline umanistiche, come filosofia del linguaggio e semiotica sono lauree utili per chi si occupa di intelligenza artificiale.

Magari si può indagare se all’interno di un percorso ci siano sensibilità di professori o ricerche in corso sul tema e dunque iniziare a masticare concetti come il machine learning o la gestione dei dati.

Il consiglio che viene dato a tutti i giovani studenti è quello di non seguire le mode del momento, ma di studiare le basi di una materia o di una disciplina e solo dopo impegnare i propri studi sull’intelligenza artificiale.

Come mi sono occupato io di intelligenza artificiale?

Conosco la tecnologia, ma la pratico in modo periferico, dato che non mi occupo di come funziona l’intelligenza artificiale, ma mi occupo dei servizi che ne fanno uso.

Come vedete, non me ne sono occupato molto, però questi articoli sono bastati per muovermi accuse pesanti, da persone che forse non hanno letto gli articoli e che comunque non hanno compreso lo spirito del blog.

Assistenza vocale ed Etica

Questione di genere sonora

Onlife manifesto

Intelligenza artificiale e Facebook

Privacy e Grading

Assistenza vocale e Privacy

Ad ogni modo voglio ripetere e sottolineare che di fronte a problemi gravi, come lo è e lo sarà sempre di più l’intelligenza artificiale, a dover rispondere, a dover dare le soluzioni, è la Società, la cittadinanza tutta.

Se vi sembro vago è solo perché è difficile come argomento

E anche se con riguardo e attenzione, ma senza timore, dobbiamo diventare tutti più filosofi.