Le euristiche di Nielsen, o “10 euristiche per la progettazione di usabilità” di Jakob Nielsen, sono un insieme di principi di usabilità che possono essere utilizzati come linee guida per valutare l’usabilità di un’interfaccia utente. Di seguito sono riportate le 10 euristiche.

Metodo di valutazione dell’usabilità

La valutazione euristica è un metodo di valutazione dell’usabilità con il quale esperti di usabilità, user experience e sviluppatori analizzano un’interfaccia per progettare e costruire siti web usabili e utili agli utenti che ne faranno uso.

  1. Informare l’utente sullo stato del sistema: ogni sistema dovrebbe sempre mantenere gli utenti informati attraverso un feedback, sullo stato delle loro azioni.
  2. Prevedere un linguaggio semplice e naturale: è bene conoscere ed utilizzare il “linguaggio” degli utenti finali, delle persone che utilizzeranno il prodotto software.
  3. E’ necessario dare all’utenza controllo e libertà: è buona norma lasciare agli utenti il controllo sul contenuto informativo del sito, permettendo loro di accedere facilmente agli argomenti presenti e di navigare a seconda delle proprie esigenze.
  4. Essere coerenti e tenere conto degli standard: bisogna riportare in ogni pagina web elementi grafici sempre uguali che confermino all’utente che ci si sta muovendo all’interno dello stesso sito.
  5. Prevenire gli errori: nella progettazione e realizzazione del prodotto bisogna far sì che l’utente non cadi in errore o si trovi in situazioni critiche ed è comunque fondamentale dare la possibilità all’utente di risolvere il problema magari tornando allo stato precedente.
  6. Favorire il riconoscimento piuttosto che il ricordo: Nielsen consiglia la scelta di layout semplici e schematici, per facilitare la consultazione delle informazioni sulle pagine; i link e tutti gli altri elementi utili alla navigazione devono essere sempre chiari, visibili e riconoscibili.
  7. Flessibilità ed efficienza: è bene dare agli utenti la possibilità di una navigazione differenziata all’interno del sito, a seconda della propria esperienza nell’uso del Web e del sito stesso.
  8. Estetica e progettazione minimalista: le pagine di un sito web dovrebbero dare risalto ai contenuti informativi evitando elementi irrilevanti o poco utili.
  9. Aiutare gli utenti a riconoscere, diagnosticare ed uscire dalle situazioni di errore: i messaggi di errore dovrebbero indicare con precisione il problema e suggerire una soluzione costruttiva.
  10. Fornire aiuto e documentazione è meglio che il sistema si possa usare senza documentazione, ma questa resta necessaria. L’aiuto dovrebbe essere facile da ricercare e focalizzato sulle attività dell’utente, elencare azioni concretamente eseguibili e mantenere dimensioni contenute.

10 euristiche per la progettazione di usabilità

In altre parole,

  1. Visibilità dello stato del sistema: il sistema deve mantenere gli utenti informati sul suo stato in ogni momento, attraverso messaggi appropriati, feedback visivi o sonori.
  2. Correspondenza tra il sistema e il mondo reale: il sistema deve parlare il linguaggio degli utenti, utilizzando parole, frasi e concetti familiari e comprensibili.
  3. Controllo e libertà dell’utente: gli utenti devono avere la possibilità di annullare o ripetere le azioni in modo facile e intuitivo, senza sentirsi intrappolati in un’interfaccia non responsiva.
  4. Consistenza e standard: gli utenti devono poter contare su una certa coerenza nell’aspetto e nella funzionalità dell’interfaccia utente, che segue gli standard del settore e utilizza convenzioni familiari.
  5. Prevenzione degli errori: il sistema deve essere progettato in modo da prevenire gli errori degli utenti, ad esempio attraverso la validazione dei dati o l’eliminazione di opzioni pericolose o distruttive.
  6. Riconoscimento anziché ricordo: l’interfaccia utente deve fornire agli utenti una serie di opzioni riconoscibili piuttosto che costringerli a ricordare specifiche parole chiave o comandi.
  7. Flessibilità ed efficienza d’uso: il sistema deve fornire una gamma di opzioni e metodi per raggiungere gli obiettivi dell’utente, consentendo di utilizzare l’interfaccia in modo rapido e efficiente.
  8. Design estetico e minimalismo: il design dell’interfaccia deve essere piacevole alla vista, coerente e facilmente comprensibile, senza superflue decorazioni.
  9. Aiuto agli utenti a riconoscere, diagnosticare e risolvere errori: il sistema deve fornire messaggi di errore chiari, comprensibili e utili per aiutare gli utenti a risolvere i problemi che incontrano.
  10. Assistenza e documentazione: il sistema deve fornire supporto utente e documentazione, come FAQ o manuali di istruzioni, per aiutare gli utenti a imparare a utilizzare l’interfaccia in modo efficace e per rispondere alle domande comuni.

Euristiche di Nielsen, opinioni

da Toni Fontana | Apr 12, 2021 

Qual è la tua opinione sulle euristiche Nielsen? L’opinione dei professionisti del settore?

La valutazione euristica è un metodo di valutazione dell’usabilità con il quale esperti di usabilità, user experience e sviluppatori analizzano un’interfaccia per progettare e costruire siti web usabili e utili agli utenti che ne faranno uso.

Le domande che infiammano

Ci sono domande che ancora oggi scatenano accesi dibattiti e persino dei flame sui social. Tra gli architetti dell’informazione c’è chi pone domande per studiare le persone, il loro comportamento e raccogliere poi i risultati per i propri webinar.

Ci si chiede come si chiede l’architetto dell’informazione Stefano Bussolon.

Quanti nutrono una particolare antipatia per le euristiche di Nielsen (e le macro euristiche di usabilità in genere)?

Opinioni sulle euristiche di Nielsen

Da qualche parte si deve iniziare e le euristiche di Nielsen sono una buona base di partenza, perché dovremmo ricordare sia lo scopo che il metodo con cui sono nate.

Si tratta infatti di euristiche scritte negli anni ottanta.

Certo, in un settore dove la cosa giusta da fare ha una componente soggettiva così importante, forse il concetto stesso di euristica va preso un po’ con le pinze. Quindi non è l’unico.

Cosa devi fare? Come lo vuoi fare?

Si Mone Borsci (già intervistato dal blog) risponde.

Se le utilizzi come uno dei metodi fra altri ci possono stare, e comunque quelle di Nielsen sono le più utilizzate, ma ci sono altre liste di principi per fare analisi di conformità che sono anche più interessanti secondo me. Per esempio quelli di Wickens o la TogLis

Hanno il loro valore

Hanno ancora il loro valore ma sono anche figlie di un paradigma di interazione (WIMP) vecchio 40 anni che ormai scricchiola da un po’ di tempo (basta pensare alle interfacce gesture-based o vocali)…. e non è roba nuova ovviamente se pensiamo a concetti di pervasive o ubiquitous computing oppure di embodiment… solo che ora te ne accorgi di più perché adesso ti trovi più facilmente a progettarle queste interfacce…. multimodali… per non parlare dei diversi modelli mentali che stanno dietro 😉 vanno studiate ma non bastano più per un mondo digitale che incomincia veramente ad uscire fuori dallo schermo….

Tanto che sono state aggiornate, dopo 25 anni.

Euristiche di Nielsen? Più di 1000

Chi si è presa la briga di contare tutte le euristiche di Nielsen, circa vent’anni fa, ne ha contate più di 1000! Lui aveva persino pubblicizzato una pubblicazione dicendo “tot euristiche a tot dollari: 50 cent ad euristica”. A controllare oltre mille euristiche quanto ci si mette?Adesso non lo so… se sono 10 la cosa è assai più ragionevole.

Ma precisiamo quelle sono le linee guida (o non ricordo se le chiamano euristiche pure quelle) più dettagliate per tipologia di sito o applicazione che rilasciano. Con ciò peraltro, hai fatto bene a notarlo, ammettendo implicitamente che le 10 di fine anni 80/inizio 90 non bastano mica per una analisi più completa…

NN/g manutiene e aggiorna regolarmente i suoi studi quindi dovremmo capire quali euristiche non hanno valore. Se eliminiamo le euristiche, intese come “corpus” di principi basati su osservazioni varie, su cosa si dovrebbe basare la progettazione di un servizio? Sulla design research di ciascun progetto no di certo, perché significherebbe reinventare la ruota ogni volta che parte un progetto e moltiplicare i tempi di prototipazione e test, in un continuo reinvenarsi della ruota…

Il dettaglio

Il dettaglio aiuta a comprendere meglio, sopratutto a chi studia, ma mi pare che tutte possano rientrano nelle famose 10 di Jackob. Ciò detto, per quanto mi riguarda le euristiche di Nielsen le ho sempre usate come guida ad alto livello per progettare con senso. Poi scendendo nel dettaglio del singolo prodotto o mercato, ci sono tantissime altre euristiche (mi vengono in mente tutti i report e-commerce di Baymard).

In agenzia si hanno una serie di euristiche specifiche per mercato (e-commerce, Energy ecc…) basate su anni di ricerca sugli utenti. Usavamo quelle per fare quality check di quanto progettato. Personalmente le ho sempre trovate molto utili.

Euristiche meno generiche. Però. Quelle specifiche per mercato erano appunto “specifiche” infatti erano molte più di 10!

Un metodo per la sintesi

Ho l’impressione che alcune di queste siano arbitrarie, o che almeno si potrebbe discutere della loro importanza relativa. Ecco, secondo me il merito di Nielsen è stato darsi almeno la pena di provare a identificare un metodo per la sintesi delle sue euristiche. Un metodo documentato, criticabile e valutabile, intendo, perché anche “andare a naso” è un metodo… Proprio per questo, alla fine le 10 euristiche sono macrocategorie (che sono anche ulteriormente riassumibili, volendo) che guidano un po’ l’esplorazione euristica in maniera almeno ordinata.

Uno strumento

Sono solo uno strumento, molto utile e adatto a far comprendere i principi di usabilità a studenti e neofiti. Si prestano bene per analisi non sofisticate. Il loro punto debole, ma vale per tutte le euristiche, è che la qualità delle analisi è data dalla qualità di chi le utilizza.

Semplici euristiche

Sono euristiche. Non le eleggerei a legge ne regole divine. Direi che così come tutti i “modelli” non sempre si adattano al tuo modo di lavorare. Comunque io non impazzisco.. ma c’è tanta roba nella ux per cui non impazzisco, non per questo considero sbagliate

Funzionano per insegnare

Funzionano bene per insegnare le basi — che poi è il motivo per cui erano nate. Non dimentichiamo inoltre che Nielsen che personalmente non mi è mai stato simpatico come nessun guru mai lo sarà ha avuto l’onere e l’onore di introdurre il tema dell’usabiita in ingegneria e il suo primo libro ha lasciato un segno

Non è un giudizio su Nielsen, intendiamoci. Che fra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 faceva di tutto per rendersi poco simpatico, ma ha fatto un lavorone di divulgazione. E il NN group è una di quelle risorse che – assieme all’interaction design foundation – pubblica sistematicamente risorse di altissimo livello.

Luca Rosati sulle Euristiche

Chiude la discussione il nostro amico Luca Rosati.

Nielsen e le sue euristiche hanno tanti meriti, ma per la mia esperienza la loro formulazione le rende un po’ ostiche ai non addetti; a volte mi sembra che complichino più che chiarire. Ricordo che io stesso quando le ho scoperte ho faticato inizialmente a capirle. L’approccio di Norman o Krug per principi di design (affordance ecc.) mi sembrano più semplice.

L’alternativa di Stefano Bussolon

Mentre l’alternativa che ne da Stefano Bussolon è la sua personale traccia che si trova sul suo sito.