Nel contesto attuale, in cui la digitalizzazione e l’automazione continuano a plasmare le interazioni quotidiane, diventa fondamentale comprendere come i principi della semiologia siano applicabili non solo nella comunicazione umana tradizionale, ma anche nell’innovativa interfaccia dei chatbot e nelle architetture dell’informazione.

Oggi, vorrei esplorare, insieme a voi, la vastità e la complessità dei sistemi comunicativi, estendendo la discussione dalla comunicazione tra esseri umani a quella tra animali e persino tra oggetti inanimati.

La capacità di decifrare e interpretare segni e segnali, che possono variare ampiamente a seconda del contesto e del codice utilizzato, è cruciale per lo sviluppo e l’efficacia dei sistemi basati sull’intelligenza artificiale, come i chatbot. Questi ultimi, infatti, rappresentano un campo emergente in cui la semiologia trova una nuova e rilevante applicazione, permettendo alle macchine di interpretare, rispondere e, in un certo senso, “comunicare” efficacemente con gli umani.

Comunicazione e messaggi

Quando ci esprimiamo, per iscritto o a voce, realizziamo una comunicazione e inviamo un messaggio ad un destinatario, ipotetico o reale, che lo può cogliere o lasciar cadere nel vuoto.

Vale la pena, però, sottolineare il fatto che non tutti i messaggi sono composti da parole e che oltre alle comunicazioni emesse dagli uomini esistono parecchi altri sistemi comunicativi propri degli animali (vedi le api, le formiche o le processionarie) o delle cose che l’uomo prova a decifrare, a interpretare, a utilizzare.

La semiologia

La scienza che studia il valore dei diversi segni comunicativi come lingue, codici, segnalazioni, ecc… compresi quelli non specificamente umani è la semiologia.

La nostra esistenza per il fatto stesso di essere un’esistenza sociale, comunitaria, una vita in mezzo ad altri, è in tessuta di segnali che, messi in certe condizioni, comunicano un determinato messaggio che la gente, in genere, riesce ad interpretare. Per esempio, quando avvicino il dito indice al naso, chi mi sta accanto capisce che questo segno vuole dire “stare zitti”; se un semaforo ha la luce rossa accesa mi rendo conto che devo fermarmi e che non posso passare.

È chiaro che non sempre l’interpretazione di questi segnali sia facile e unanime. Se, per esempio, facessi il gesto di portare il dito indice al naso in presenza di eschimesi lo stesso gesto verrebbe interpretato da costoro in maniera ben diversa da quanto non lo intenda io; similmente se mostrassi un semaforo rosso ad un uomo primitivo o ad un nomade del deserto o ancora ad un antico romano, la cosa non avrebbe per costoro alcun significato.

Significante e significato

Ciò vuol dire che questi segni o segnali per essere capiti da tutti nello stesso modo devono essere fatti corrispondere ad un codice convenuto. Solo chi conosce questo codice, un po’ come la parola d’ordine o i codici segreti dei militari, sarà in grado di capire il segnale nella maniera corretta.

La nostra esistenza, si diceva, è tutta contrassegnata da questi segni codificati e spesso agiamo in base agli ordini che essi ci inviano.

Ci sono casi in cui la stessa idea ci può essere trasmessa da segni distintivi ognuno corrispondente ad un determinato tipo di codice.

Segnali segni e messaggi: il codice stradale

Prendiamo l’esempio del codice stradale: la stessa idea di “Alt” può essere comunicata in diversi modi: un segnale stradale, un vigile urbano o un rappresentante delle forze armate con la mano alzata, un semaforo, o la sbarra abbassata di un passaggio a livello, in tutti questi casi la mia reazione sarà identica: ossia mi fermo ed aspetto che qualcosa cambi prima di muovermi e proseguire per la mia strada.

Si può dire che il significato è rappresentato da un vigile con le braccia aperte, dal colore rosso di un semaforo, dalla scrittura STOP, ecc.. e che il significato espresso da tutti questi segnali è lo stesso, cioè quello di ALT, ottenuto grazie al riferimento ad un codice convenuto imparato a scuola o nella pratica di tutti i giorni.

L’importanza del significante per la determinazione del significato (o idea) è notevole.

La coppa reversibile di Edgar Rubin

Per fare l’esempio di rapporto tra significante e significato vale la pena ricordare il famoso esempio indicato col nome di “coppa reversibile di Edgar Rubin”. A seconda che i nostri occhi ponga la sua attenzione alla macchia nera o a quella bianca noi scorgiamo o due visi di profilo oppure una coppa.

Esistono molte altre situazioni analoghe sfruttate, per esempio, dalla tecnica fotografica.

Se prevale la parte scura (significante) emerge in primo piano un calice (significato) se si fissa la parte chiara (significante) si possono scorgere in scuro due profili di persona (significato).

Se soffermiamo la nostra attenzione su alcuni fatti di vita quotidiana ci accorgiamo che molte situazioni originano segnali carichi di significati.

Le bandiere, i fischi, le sirene, il fumo, il rullo di tamburi, i movimenti delle mani, sono tutte esempi di segnali che possono inviare messaggi codificati.

Bandiere, fumi, gradi militari e carte da gioco

Consideriamo il caso della bandiera a seconda della posizione, del colore o della forma, assunti significati diversi. Essa può voler dire certe cose significati che la gente può capire e interpretare.

Una bandiera bianca indica il segno di una resa, una bandiera a mezz’asta mette in evidenza un segno di lutto, una bandiera spiegata può essere il segno di guerra o di un trionfo; mentre piantare una bandiera può significare il segno di conquista di un luogo.

Nel Medioevo, il fumo o il fuoco erano utilizzati come mezzi per inviare messaggi dalla torre di un castello a quella di un altro castello. Per questo, in Valle d’Aosta, ma anche in molte coste italiane ed europee, i castelli e molte torri, sono disposti in maniera che uno possa vedere l’altro. A quei tempi un fumo più o meno regolare, più o meno denso, comunicava messaggi precisi di pericolo, di epidemie, di festa ecc.

Ancora oggi la fumata bianca e la fumata nera ci dicono se le elezioni di un nuovo Papa sono avvenute o meno. Mentre dai fumetti, tutti sappiamo come gli indiani usassero con grande abilità il fumo per lanciare segnali e messaggi in codice,

Così come anche i gradi militari necessitano di una loro interpretazione in base al codice convenuto per essere capiti e per sapere se il militare è un colonnello, un maggiore o un caporale, etc.

Le carte da gioco, poi, hanno dei valori codificati nei semi: quadri, cuori, picche e fiori; o nelle figure, danari, coppe, bastoni e spade. Nella loro diversa composizione, il loro valore cambia da gioca a gioco. Il 7 di quadri, per esempio, nei giochi di briscola, canasta, settebello, scala 40 ha importanze diverse.

Il linguaggio

Gli esempi potrebbero continuare all’infinito tante sono le occasioni ricorrenti. Non bisogna dimenticare che il medesimo discorso vale anche per il linguaggio. Molte parole prese isolatamente hanno un significato ambiguo che solo il contesto può chiarire.

Sarebbe il caso del termine “sale”. Preso da solo può avere molteplici valori. Inserito, invece, in un discorso più ampio si precisa:

  • Non c’è sale nella minestra.
  • Egli sale lentamente le scale.
  • Le sale erano tutte illuminate.

Ecco perché è sempre molto pericoloso considerare solo una parte del discorso fatto da qualcuno.

In mancanza del contesto si possono attribuire alle rimanenti parole valori che essa non avevano in origine. Senza considerare le intenzioni dell’emittente, la scrittura costituisce un insieme di segni inventati e codificati per rappresentare, conservare e trasmettere un pensiero, un sentimento, un’espressione.

Già i primitivi la usavano per comunicare ai loro simili la presenza di selvaggina o di animali pericolosi. Si vedano i segni rupestri delle caverne.

La storia, poi, ci racconta spesso l’evoluzione delle scritture e l’archeologia da parte sua da molta importanza alla decifrazione delle scritture antiche o scomparse per la comprensione delle vicende di un popolo.

Degli Etruschi si sa poco proprio perché la loro scrittura non è ancora stata del tutto decodificata.

La comprensione di questi sistemi di segni, ormai non più in uso, avviene attraverso il metodo del confronto con scritture note. Un esempio classico è quello della decifrazione dell’egiziano antico grazie al ritrovamento durante i lavori di scavo a Rosetta, sul delta del Nilo, di una stele contenente un’iscrizione, purtroppo in completa, in tre lingue: in antico egiziano con geroglifici, in neo egiziano con caratteri demotici e in greco, lingua nota.

La stele di Rosetta

La Stele di Rosetta scoperta nel 1799 e conservata a Londra al British Museum porta con se l’iscrizione in carattere geroglifici, poi ripetuti in caratteri demotici (scrittura tardo egiziana di uso quotidiano e popolare) in cui geroglifici sono ridotti a linee essenziali ed in caratteri greci.

La versione in greco ha permesso la decifrazione della scrittura egizia. Mentre il testo dell’iscrizione riguarda un decreto votato da un’assemblea di sacerdoti egiziani con cui si conferivano onori divini al giovane Tolomeo V in riconoscimento delle benemerenze del suo regno.

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Riflessione su segni e codici

La riflessione su come segni e codici permeano la nostra vita quotidiana e strutturano le nostre interazioni sottolinea l’importanza della semiologia non solo nel campo delle scienze umane ma anche in quello tecnologico.

I chatbot e le architetture dell’informazione, come estensioni della comunicazione umana, devono essere progettati con una profonda comprensione dei codici e dei segnali utilizzati nell’interazione umana per essere veramente efficaci.

Questo sottolinea l’importanza di integrare principi semiologici nella progettazione e nello sviluppo di tecnologie comunicative. Riconoscendo che ogni segno ha il potenziale di trasmettere significati molteplici a seconda del contesto e del codice condiviso, possiamo progettare sistemi più intuitivi e accessibili, migliorando l’interfaccia tra uomo e macchina e facilitando una comunicazione più chiara e efficace.

In conclusione, il dialogo tra semiologia e tecnologia non solo arricchisce la nostra comprensione delle dinamiche comunicative ma apre anche nuove vie per innovazioni future nel campo dell’intelligenza artificiale e dell’interazione uomo-macchina.