Bianca Bronzino non avrebbe bisogno di presentazioni perché è già stata intervistata sul in occasione del WIAD Bari 2018. Intervista che trovate di seguito.

Bianca Bronzino è funzionario Innovazione presso ARET Pugliapromozione e di se stessa dice:

Matematica prestata alla comunicazione,
nel turismo ho (ri)trovato l’amore per le radici e per la bellezza pugliesi.
Considero una sfida fare ricerca e innovazione nella pubblica amministrazione e le sfide, si sa, si affrontano per vincere.
Le opportunità sociali degli opendata e il tuffo nel mare dei big data, le potenzialità del B2B e del B2C come “human2human” e la naturale propensione per l’architettura dell’informazione arricchiscono il mio campo di ricerca e approfondimento, che vivo con positività ed entusiasmo.
Presidente di Architecta, l’associazione nazionale degli architetti dell’informazione.

Ma ciò che, secondo me, caratterizza Bianca Bronzino è il fatto che è soprattutto una attivista.

Presidenza Architecta

In questi due anni di presidenza, Bianca Bronzino, ha riportato molte persone all’interno dell’associazione, ha saputo creare diversi gruppi di lavoro che favoriscono lo sviluppo di Architecta. Infatti, ho ritenuto doveroso intervistare nuovamente Bianca per la forte spinta che ha dato all’associazione.

E poi, ho insistito per questa intervista, anche perché in questo “strano” anno che è il 2020, l’associazione c’è stata, la comunità ha rinsaldato le fila e si è riscoperto il piacere di rivedersi e di risentirsi attraverso i webinar.

Uno dei problemi che vivono i professionisti del settore, infatti, secondo me, è la solitudine professionale. E in momenti come questi una associazione aiuta ad affrontare meglio la sfida quotidiana di chi vive in provincia.

Del fare comunità

Come ho detto alla presidentessa Bianca Bronzino io sono molto scettico sulla capacità di fare comunità solo online. Soprattutto al tempo pre-covid. Nel senso che, pensavo e penso, una comunità debba crescere attraverso il contatto fisico, attraverso relazioni di fiducia dirette e che poi si possa espandere anche online.

Forse non a caso, il tema del Summit dell’anno scorso (Summit 2019) è stato proprio “Progettare (per) le comunità“.

Il blog si è occupato di come sostenere una comunità ma anche

Intervista a Bianca Bronzino – Presidente Architecta

Ossia di comunità, di Architecta e di Summit 2020.

Anno 2019 e Anno 2020 Come racconterebbe Architecta questi due anni? Come sta la comunità di Architecta?

Parto col dire che Architecta è una comunità viva. È un’associazione nel vero senso della parola, fatta di persone che condividono idee, progetti e valori, oltre che la conoscenza e la passione per l’architettura dell’informazione e per lo user centered design.

Ho trascorso due anni di grande intensità. Non ho mai smesso di pensare, neanche per un solo giorno, ai nostri soci, alle nuove attività da organizzare, al lavoro quotidiano per dare nuova linfa ed energia alla vita associativa. Ogni giorno ho avuto modo di confrontarmi con persone di valore, che hanno voglia di mettersi in gioco e a disposizione di Architecta. È stata una vera palestra per me e per tanti altri soci. Un palcoscenico vivo, importante su cui misurarci tutti, me per prima, oltre che un riferimento per fare domande e trovare, spesso, risposte.

Abbiamo scelto di non dedicare tutto il tempo a nostra disposizione, sempre troppo tiranno, esclusivamente all’organizzazione dei Summit, che resta comunque l’evento più importante e intorno al quale la comunità si ritrova. No, abbiamo tirato fuori ogni mese qualcosa di nuovo, abbiamo cercato di spalmare le attività associative lungo tutto l’arco dell’anno. Perché Architecta deve vivere 12 mesi, ogni giorno. E non solo nella settimana del Summit. In questo modo, siamo riusciti a coinvolgere tante persone diverse su attività differenti. Abbiamo miscelato ambiti, conoscenze e competenze. Il WIAD, gli Accessibility Days, il Web Marketing Festival, il WUD, il Summit, i vari cicli di webinar, gli eventi delle comunità locali. E poi ancora i corsi e i percorsi di formazione dei nostri partner. Momenti preziosi in cui re-incontrarsi e rafforzare la voglia di stare insieme.

Summit 2020. Ci sarà? Quale il tema, se si può dire? Le difficoltà? Come si svolgerà?

Il Summit 2020 è previsto per il 5 dicembre. L’evento si terrà ‘onlife’. Speriamo di riuscire a organizzare anche qualcosa in presenza, a Bari, per portare l’evento al Sud per la prima volta. La conferenza sarà sicuramente online e speriamo di avere tanti spunti per progettare la ripartenza!

Abbiamo appena pubblicato la “call for speaker”, ispirata proprio alla complessità di questo 2020 così inatteso. “Design the Reboot. Reboot the Design” è il tema che abbiamo scelto.

Le difficoltà ora sono solo organizzative. Abbiamo progettato e svolto decine di webinar in questi mesi, ma vorremmo che l’esperienza del Summit fosse più coinvolgente e piena, più varia nelle possibilità di interazione e capace di lasciare il segno anche quest’anno.

Il tema del summit 2019 è stato “Progettare (per) le Comunità”. Quali sono i punti che ti hanno maggiormente colpito e quali, secondo te, gli spunti utili per la comunità di Architecta e per il suo futuro?

Il Summit del 2019 è stato secondo me un passo fondamentale nella rivitalizzazione della comunità di Architecta. I vari momenti di networking sono stati un seme importante, germogliato poi nei gruppi di lavoro che durante quest’anno hanno continuato a crescere. Se fosse stato possibile, avremmo replicato nel 2020 i Design Cafè, magari in un momento dedicato e in un posto più tranquillo. Avremmo coinvolto ancora le case editrici e riproposto i workshop dedicati a specifiche comunità (i freelance, i book club, le università…). Le case history sono state interessanti: periodicamente vado a rivedermi gli interventi per trovare spunti nel mio lavoro quotidiano.

Personalmente, in tempi pre covid, ero molto scettico riguardo la voglia di fare comunità. Dagli interventi al Summit, cosa è venuto fuori? Come stanno le comunità italiane? C’è davvero voglia di fare comunità? Oppure si preferisce coltivare il proprio orticello? L’era post covid ha cambiato qualcosa? Qual è l’aria che tira dal punto di vista di Architecta?

Fare comunità a prescindere non lo so. L’impegno in attività extra è davvero difficile da portare avanti. Ma sento e vedo tutti i giorni che le persone si fanno ancora coinvolgere facilmente, soprattutto se stimolate. Se hai passione ed entusiasmo, leadership ed empatia, spesso riesci a trascinare altre persone in un progetto, a stimolare conversazioni, a separare e tenere insieme quando serve. Lo noto nelle community sui social network, nei gruppi che hanno una motivazione forte, nelle “bolle” di persone che riescono a diventare autorevoli grazie alla reputazione che si costruiscono e alla fiducia che riescono a guadagnarsi tra i propri “amici” o follower. Credo che farsi portavoce di valori e interessi comuni possa essere ancora alla base di una comunità, e quindi di un’associazione come la nostra.

Niente summit estivo. Come ve lo eravate immaginati? Cosa ci siamo persi?

Ci siamo persi gli aperitivi al tramonto sul mare, sicuramente. E il desiderio di mettere in campo anche il mio ‘focus turistico’, accogliendovi in una delle terre più belle del mondo. Non ho potuto farlo così, continuerò a farlo per chi mi verrà a trovare, com’è già accaduto.

A parte questo, la Summer School aveva obiettivi diversi rispetto agli altri momenti classici della vita di Architecta. C’era il desiderio di coinvolgere e mettere insieme i nostri più fedeli partner della formazione e di creare insieme un percorso nuovo e unconventional sull’architettura dell’informazione e sulla progettazione human oriented. Vedremo in queste settimane cosa riusciremo a recuperare di quella organizzazione. Non tutto è perduto.

Progetti, nuove idee, cosa ci dobbiamo aspettare da Architecta?

In queste ultime settimane, ci siamo aperti alle comunità che ci guardano con interesse e curiosità dall’estero. Abbiamo scoperto di essere più speciali di quel che credevamo. Ci chiedono come facciamo a mantenere una comunità così attiva e coinvolta. Speriamo di riuscire a ospitare al Summit anche qualche relatore che arriva dalle comunità straniere. Inoltre, stiamo riprogettando la casa virtuale di Architecta: speriamo di avere il nuovo sito entro la fine dell’anno. Lasceremo al nuovo board indicazioni e suggerimenti per entrare subito nel cuore della vita associativa. Solo a quel punto io, Eugenio, Ivan e Chiara ci sentiremo davvero sereni per il lavoro fatto. Il WIAD arriva subito, febbraio è vicinissimo e sarà un bel momento per lasciare che il nuovo board entri nel vivo e porti Architecta ancora più lontano!

Grazie!

Ringrazio Bianca per il suo ottimismo e per le sue prospettive che ci fanno ben sperare anche in questi tempi duri che stiamo affrontando.

Il Summit 2020 – Design the Reboot. Reboot the Design.

Il 2020 è un anno difficile. Di sofferenza, disorientamento e nuove esperienze. Sono saltati tutti i parametri, gli schemi, le certezze acquisite. Ognuno chiuso in casa propria, poi finalmente fuori con forme rinnovate e diverse di interazione. Con le persone e lo spazio circostante.

È in questo contesto che espressioni o attività come “la ricerca con le persone”, “i test in presenza”, “i team meeting” hanno assunto significati nuovi, a volte imprevisti. Si sono evolute sia sul piano semantico sia per tecnologie applicate.

Viviamo tempi difficili, ma abbiamo di fronte tante incredibili opportunità di crescita. E discipline come l’Architettura dell’Informazione possono fare la differenza.

Cosa significa oggi progettare la ripartenza?

Che spazio occuperanno l’architettura dell’informazione e lo human centered design nell’aiutare le aziende a risollevarsi e nel ripensare prodotti e servizi in tempi di pandemia?
Che ruolo avranno nella nuova vita “normale” delle persone?
Quali sfide ha di fronte il design, imprevedibili fino a pochi mesi fa?


WIAD Bari 2018 – Intervista a Bianca Bronzino

da Toni Fontana | Gen 31, 2018 

Il WIAD Bari 2018 è alla sua prima edizione ed è un piacere sapere che al Sud crescano iniziative di questo genere. Per l’occasione ho intervistato Bianca Bronzino, coorganizzatrice dell’evento e persona che ritengo molto interessante. L’altro organizzatore è Nino Lopez, che intervisterò più avanti, dopo il WIAD18. Bianca Bronzino è una di quelle persone che si incontrano al Summit di architettura dell’informazione. Almeno quando si riesce ad andare. Si tratta di una persona solare ed entusiasta della disciplina.

Bianca è tra le persone più attive tra la comunità di architetti dell’informazione. Sicuramente tra le più attive della pubblica amministrazione, che io conosca. È una di quelle persone che spesso lavorano nell’anonimato ma che ogni giorno contribuiscono a far crescere e innovare l’amministrazione pubblica. Lavoro lento, come sappiamo, per i molti limiti che le istituzioni hanno rispetto al periodo storico che stiamo vivendo, ma anche più stimolante, se vogliamo.

WIAD Italia 2018

Quest’anno in Italia ci saranno 5 WIAD sparsi per tutta l’Italia. Un’occasione unica per tutti coloro che vogliono conoscere e approfondire, anche per la prima volta, l’architettura dell’informazione. In ogni città, Palermo, Bari, Roma, Genova e Trento, ci saranno eventi di grande spessore professionale.

WIAD Bari 2018

Programma ricco quello per il WIAD Bari. Tra gli speaker a Bari si potranno ascoltare.

Clementina Gentile, Service Designer, consulente UX presso Namahn a Bruxelles, occupandosi di UX e attualmente entrata a far parte del team di progettazione di Proximus, sempre a Bruxelles. Federico Badaloni, responsabile dell’area di Architettura dell’informazione e User experience design della Divisione Digitale del Gruppo Editoriale L’Espresso. Gianluca Brugnoli, ricercatore e docente al Politecnico di Milano dove tiene corsi su UX Design, Service Design, Design Thinking. Federico Parrella, designer e docente. Attualmente insegna nelle università di Roma (ISIA / Design del prodotto di comunicazione e RUFA / Information Design) e di Milano (IULM / Master IA Visual, Interaction, Wearable design). Rosa Lanzilloti, docente presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari. Pino Bruno, Direttore Responsabile dell’edizione italiana di Tom’s Hardware.

Sarà sicuramente una mattinata interessante. Da non perdere!

Intervista a Bianca Bronzino

Bianca Bronzino sul web racconta molto di se stessa. E prima di leggere le risposte, che ci ha concesso con grande disponibilità, è interessante leggere la sua attività professionale.

Si occupa degli strumenti digitali, della loro interoperabilità e user experience, per la Regione Puglia. Ha contribuito alla realizzazione di SIRTur, il sistema informativo regionale turistico, lavorando su architettura e contenuti. Coordinatrice del tema Innovazione per il Piano Strategico del Turismo Puglia365.

Bianca, come sei venuta a contatto con l’architettura dell’informazione e l’User Experience?

Nel 2012, per l’ente in cui lavoro, il Teatro Pubblico Pugliese, ho contribuito alla realizzazione della piattaforma Pugliaevents.it, con una società molto orientata all’utente finale [H-art, se si può dire]. Successivamente la neo-nata agenzia regionale del turismo Pugliapromozione decise di partire da lì per riprogettare il portale turistico Viaggiareinpuglia.it, cominciai quindi a cercare informazioni online e venni a conoscenza di Architecta e del Summit, che si sarebbe tenuto da lì a breve. Ho partecipato all’evento e ai due workshop – illuminanti – di Federico Badaloni e Luca Rosati e non esagero se dico che da lì la mia vita professionale è cambiata. Riprogettare nel 2014 l’architettura turistica pugliese con Luca è stata un’esperienza entusiasmante, sublimata poi dal feeling nato l’anno dopo con Federico rileggendo e rivedendo insieme la parte matematica del suo libro “L’architettura della comunicazione“. Se “siamo ciò che connettiamo“, loro due esprimono perfettamente il grafo della mia essenza professionale, in questo momento.

Con lo stesso principio di connessione, relazione e sincronicità, è nato lo UX Book Club a Bari ( qui la pagina Facebook), un anno fa, mettendo insieme le menti più vivaci e innovative che avevo intorno a me.

Su LinkedIn si legge che sei la Coordinatrice INNOVAZIONE per il Piano Strategico del Turismo 2016-2025 della Regione Puglia, e credi fortemente nel progetto di Ricerca e Innovazione RIA Horizon2020 CITADEL per cui la Regione Puglia è use-case: “Empowering Citizen to TrAnsform European PubLic Administration for Better Public Value”. Che combini in Puglia?

In Puglia mi occupo di web e tecnologie per il turismo e la cultura, con un piede nella comunicazione e uno nell’informatica, tra umanisti e “nerds”. Il turismo digitale è un settore molto stimolante che ha riunito le mie due anime, quella matematica del percorso di studi, e la comunicazione delle mie esperienze lavorative. Poter applicare modelli sociali e logiche algoritmiche alle dinamiche di operatori turistici, luoghi e contenuti è molto stimolante e mi fa sentire orgogliosa di essere rimasta al Sud.

Qual è la tua “giornata tipo” professionale?

Dedico la prima ora delle mie giornate lavorative alla lettura delle mail e alle risposte più immediate; le altre tre ore mattutine sono per riunioni e incontri sullo stato di avanzamento delle attività; il pomeriggio lo dedico di solito a scrivere i documenti più impegnativi e a strutturare i progetti più importanti. Vivo le mie giornate in un’agenzia regionale che assomiglia ad un’agenzia di comunicazione, per tanti aspetti; in una redazione digitale, immersa nella normale routine di un’amministrazione pubblica, tra atti e determine. La mia giornata tipo è fatta soprattutto di mail e relazioni tra enti, documenti di progetto e scrittura di atti pubblici; ma lavoro a stretto contatto con chi si occupa di foto, immagini, copy, bug, test vari e social network. Un contesto molto vivace, giovane e creativo, dove (quasi) tutto ha un risvolto positivo e riusciamo ad avere (quasi) sempre il sorriso sulle labbra.

Quale parte del tuo lavoro preferisci?

Adoro le ore dedicate al brainstorming, quelle in cui puoi dire tutto, anche l’irrealizzabile, prima di passare a ciò che è fattibile. Soprattutto perchè lo facciamo in una pubblica amministrazione: è bello sognare anche qui, pur dovendo poi riconoscere dei limiti dovuti al ruolo autorevole che abbiamo, come servizio pubblico.

Quali sono i tuoi strumenti di lavoro?

Il telefono e le mail, prima di tutto. Poi Office e Google Drive, con G-suite annessa. PowerPoint per schemi, sintesi e infografiche. Pochi strumenti tecnici UX, per ora.

Lavori principalmente per la pubblica amministrazione. Come vedi, dall’interno, la digitalizzazione della pubblica amministrazione?

Con l’ARET Pugliapromozione abbiamo avviato un importante progetto di Amministrazione digitale, che comprenderà anche una fase di User Research, proprio perchè la digitalizzazione avviene spesso in maniera disordinata e si creano gap a tutti i livelli, anche tra le persone, che devono allinearsi a esigenze digitali sempre più impellenti, spesso senza avere gli strumenti e le competenze adeguati per farlo. Si lavora con tecnologie obsolete e dati che aumentano a dismisura, con concetti di “open” e di “privacy” da padroneggiare, scarsa interoperabilità tra enti, accountability e trasparenza ancora calate dall’alto più che “valori” da portare avanti. Ma è una bella sfida.

Tu e tutto il gruppo di lavoro dall’esterno sembrate essere proprio degli innovatori. Un esempio e una guida per il Sud. Come vi vedete voi? Quali sono le sensazioni o i feedback che ricevete?

Direi che l’orgoglio è ben reso dall’hashtag #weareinPuglia che usiamo per la comunicazione (solo su Instagram ci sono più di 800.000 post con hashtag #weareinpuglia); la campagna “We are CREATIVE in Puglia” rende il mood 🙂

Quest’anno per la prima volta il WIAD approda a Bari. Cosa ti aspetti? Cosa si deve aspettare chi viene ad ascoltare?

Io e Nino Lopez abbiamo voluto affrontare questa sfida, perché ci aspettiamo di far scoccare qui la scintilla dei Summit di Architecta: di stimolare curiosità, provare meraviglia, (far) tornare a casa con il desiderio di cambiare qualcosa di ciò che usiamo e/o progettiamo ogni giorno.

Chi verrà troverà la qualità di Architecta, l’entusiasmo dei Summit, la possibilità di col-legarsi a persone visionarie e coscienziose, consapevoli di essere i progettisti di oggi e di domani.

Durante il Summit hai vinto il contest di idee per una comunità di architettura dell’informazione. Che idee bollono in pentola per Bari e per la Puglia?

Condividere idee in contesti non lavorativi è proprio entusiasmante per me: si sperimenta l’ignoto, si cambia punto di vista, si esce dalla propria comfort zone. Ma non basta.

La mia idea per Architecta era quella di scrivere capitolati pronti all’uso per svecchiare i modelli di preventivi che girano sul web e non comprendono nella progettazione l’architettura informativa e la UX. Non essendoci competenze nuove in giro, non è facile scrivere da soli ciò che si vuole, con metodi che non si conoscono. Ecco allora la necessità di fornire modelli pronti all’uso a cui ispirarsi. Per la comunità locale, invece, le idee sono tante! Dalla formazione online al desiderio di un campus estivo per incontrarsi più di una volta all’anno, alla mappatura della community, a progetti sociali per sperimentare nuove metodologie. Io guardo gli Architecti in Italia con grande stima e ammirazione e considero la creatività italiana un valore che gli Architetti dell’informazione dovrebbero giocarsi per diffondere il proprio “design”: le case italiane sono ammirate in tutto il mondo, potremmo diffondere la stessa suggestione, dando uno stile unico e inconfondibile ai nostri spazi digitali!

Il progetto Puglia365 arriva fino al 2025. Quali prospettive ci sono, secondo te, per l’architettura dell’informazione?

Il Piano Strategico del Turismo Puglia365 punta al 2025, sì. Non è facile immaginare cosa sarà. Il Polimi, Osservatori.net, dice “Il turista digitale corre, l’offerta rincorre”: sembra una condanna. Forse il segreto è proprio qui, bisogna smettere di correre.

L’architettura delle informazioni per me è il trampolino per arrivarci, così lontano, mentre tutto il resto può cambiare. Una buona Architettura fa andare lontano, ma bisogna progettare con competenza la distribuzione dei contenuti on e off line, con un pensiero anche a ciò che succederà ad ogni informazione dopo averla pubblicata. Come dice Badaloni, il lavoro ormai inizia quando si pubblica qualcosa, non come prima, quando il lavoro di progettazione e scrittura terminava con l’invio di un testo o un progetto ad una testata o ad un’agenzia.

Dovremo rendere trovabili contenuti ad una generazione abituata a fare poco sforzo per avere qualsiasi cosa, perché tutto è già profilato e intuito da sistemi intelligenti. Nel sovraccarico di informazioni già indirizzate, si dovranno pensare soluzioni per la memoria e la conservazione, per l’integrazione di contenuti prodotti dagli utenti stessi, pensare a strumenti per ricavare informazioni dalla immensa (big) mole di dati (sempre più open) che produciamo e diffondiamo.

E per finire le ultime 3 domande più leggere. Consiglia un libro

GEB! “Goethe, Escher, Bach: un’Eterna Ghirlanda Brillante” di Douglas R. Hofstadter

Consiglia un brano musicale o un cd

Il Concerto n.3 di Rackmaninoff

Consiglia un film

Il sempreverde MATRIX del 1999

«Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.»

Onlife, per dirla come Luciano Floridi 😉

Grazie!

Non mi resta che ringraziare Bianca Bronzino per il suo entusiasmo e la sua vulcanicità di idee. Auguriamo un buon lavoro e a rivederci presto!