Quando si parla di Privacy e Cyberbullismo, nelle scuole, si invitano (quasi sempre), le forze dell’ordine, gli avvocati e talvolta anche gli psicologi.

Professionisti che certamente conoscono molto bene i rischi sulle persone e i pericoli del web e dei social, professionisti che vedono nel loro lavoro quotidiano le conseguenze di un uso scorretto del web.

Progetto privacy e cyberbullismo per la scuola

Purtroppo, non vengono mai chiamati ad intervenire i professionisti del settore, cioè chi lavora sul web e sui social, chi sviluppa campagne pubblicitarie, chi gestisce account social, chi sfrutta le debolezze del web per venire a contatto con il pubblico.

Insomma, non viene mai invitato chi vive il web, anche dalla stessa parte dei giovani delle scuole, e che ha contezza di quello che fa.

Cosa si può fare per contrastare il bullismo e il cyberbullismo?

A questo domanda io rispondo secco: alfabetizzare tutti! Ossia parlare con i giovani, con i ragazzi, ma anche con le famiglie, insegnare a tutti ad avere una cultura digitale forte.

Volendo fare la mia parte, ho proposto il progetto, che si trova qui di seguito, a diverse scuole.

Sebbene ci sia grande interesse sul tema, non ho avuto risposte entusiasmanti.

Premetto che alcuni Presidi sono degli esperti sul settore, per le numerose regole che devono seguire e per il numero di circolari a riguardo. Ma non ho ancora conosciuto chi vuole rischiare il dialogo con gli alunni, preferendo un sicuro discorso dalla cattedra con un elenco di prescrizioni e restrizioni.

Cosa può fare la scuola per combattere il bullismo?

Ho chiesto e proposto il progetto a molti insegnanti con cui ho parlato a lungo, ma le loro scuole non hanno mai risposto. Altre scuole, più interessate, mi chiedevano di svolgere il progetto fornendo dettami giuridici che io conosco poco. Non sono un avvocato né un uomo delle forze dell’ordine ed è per questo che ho declinato l’invito.

Per certo, una scuola a cui ho presentato il progetto, ha usato buona parte di quello che ho scritto e per questo motivo, (piuttosto che essere derubato) ho deciso di regalare ai miei lettori o a chi ne vuole parlare con i tanti giovani che fanno uso della tecnologia senza averne una cultura.

Diffusione della cultura digitale

Questo progetto, su privacy e Cyberbullismo, è stato scritto e presentato nel 2017. Per cui alcune considerazioni possono sembrare, agli occhi di qualcuno, superate. Pur tuttavia, ritengo nuova e ancora non realizzata la proposta progettuale di rivolgersi a insegnanti, studenti e genitori, in accordo con il docente di riferimento, da un punto di vista diverso.

Per il miglioramento e la diffusione della cultura digitale per un uso consapevole del web.

  • Fornire strumenti di informazione a docenti, studenti e genitori sulle opportunità, difficoltà e rischi rappresentate dai social media.
  • Consolidare la loro preparazione in cultura digitale.

Privacy e cyberbullismo

  • Consapevolezza del web e approccio umanistico al web.
  • La rivoluzione culturale digitale e le opportunità del web.
  • Rischi, devianze e pericoli.
  • Privacy e cyberbullismo, come proteggersi sul web.
  • Personal branding e comunità

Obiettivo a lungo termine

Obiettivo degli incontri è quello di

  • Dare informazioni adeguate sulla natura del web e delle piattaforme social, per un uso consapevole degli strumenti.
  • Evitare situazioni di cyberbullismo.
  • Alfabetizzazione dei genitori.
  • Divulgazione di cultura digitale diffusa.

Obiettivi a breve termine

  • Cambiamento delle preferenze di privacy dei profili degli studenti.
  • Consapevolezza piena dell’attività social degli studenti.

Consapevolezza del web e approccio umanistico al web

Il progetto si propone di far aumentare la consapevolezza di adulti e ragazzi sulle opportunità dell’internet; e di mettere in guardia, attraverso l’acquisizione di responsabilità, dai pericoli presenti nel web.

Infatti, un uso improprio di internet, da parte dei minori, come degli adulti, espone a molti rischi. In casi molto gravi si può giungere ad atti di violenza come il cyberbullismo, gli adescamenti in rete e lo scambio di materiale pedopornografico.

In casi meno eclatanti, ma ugualmente gravi per le persone, si possono avere gravi danni alla propria reputazione online e offline. Alcune azioni, infatti, compiute nel presente possono avere risvolti negativi nel futuro di ciascuno influenzando la vita e le opportunità lavorative del futuro.

Per adolescenti e adulti la rete rappresenta una straordinaria occasione di apprendimento e conoscenza. La rete ha accorciato distanze che prima erano incolmabili. La rete di conoscenza oggi disponibile permette di attraversare gli oceani senza doversi spostare dalla propria città o addirittura dalla propria abitazione. Ma il web è anche un luogo in cui si possono fare “incontri” non proprio piacevoli.

Il virtuale è reale. E l’avvento dei dispositivi mobili, associato alla connessione continua, ha messo in moto una rivoluzione culturale che, al momento, non è del tutto controllabile.

Un approccio consapevole e umanistico può arginare gli effetti deleteri di tale rivoluzione.

Allo scopo di mettere le persone al centro del nuovo mondo che ciascuno di noi realizza quotidianamente. Divulgare con ogni mezzo questo principio è fondamentale. Permettere agli studenti di conquistare la consapevolezza di una cultura digitale avanzata significa dare agli studenti gli strumenti per cogliere le opportunità che le nuove tecnologie ci offrono, senza essere usati.

Il progetto su privacy e cyberbullismo si propone, infine, di affrontare la tematica dal punto di vista di chi lavora sul web professionalmente; al di là degli aspetti legislativi generalmente analizzati da legali e forze dell’ordine, o dall’aspetto psicologico, su cui lavorano gli esperti del settore.

Educare all’utilizzo dei web e dei social

Educare all’utilizzo del web risulta oggi un dovere per docenti e genitori. Un compito difficile e delicato, perché richiede il rispetto dei bisogni dei ragazzi, l’essere aperti alle potenzialità che si possono trovare sul web, e l’attenzione alle fragilità dei ragazzi che fanno uso di Internet in diversi modi.

I nuovi strumenti stanno modificando la società. A breve ci troveremo in contatto con tecnologie sempre più pervasive. La società sarà sempre più complessa ed è in arrivo uno tsunami di informazioni attraverso le nuove infrastrutture ad alta velocità. Solo chi avrà strumenti culturali adeguati sarà capace di sopravvivere al nuovo mondo e poter ambire a
controllare i fenomeni del futuro.

C’è bisogno, dunque, di pensatori, di persone che sappiano leggere, scrivere e far di conto. Ma soprattutto c’è bisogno di persone che capiscano e comprendano quello che gli altri scrivono.

In questo senso il ruolo della scuola appare sempre più centrale. Non solo formatrice di cittadini, ma anche formatrice di cittadini digitali; cittadini in relazione con le istituzioni; cittadini rispettosi della legalità offline e online.

L’era dell’iper complessità

Viviamo nell’era dell’iper-complessità. E i mutamenti a livello mondiale sono in continua accelerazione. Ogni giorno vengono sviluppate decine di applicazioni e nuovi servizi che aprono la strada a nuove tendenze ed abitudini dei ragazzi.

Questi servizi e queste applicazioni, nella maggior parte dei casi nascono per migliorare la vita di chi ne fa uso.

Ma nello stesso tempo modificano le relazioni con gli altri e modificano il modo di trascorre il tempo delle persone. E dunque modificano la società stessa. Nello stesso tempo c’è una maggiore esposizione dei ragazzi a rischi non sempre
controllabili.

Il web permette la realizzazione di ponti e relazioni che erano sconosciute fino a pochi anni fa. I social amplificano idee e comportamenti un tempo limitati. Oggi ci troviamo di fronte a problematiche semi sconosciute che vanno affrontati con i ragazzi, le famiglie e i docenti in modo educativo e collaborativo.

Non basta più cercare di limitare l’uso, controllare il tempo di navigazione, o addirittura, impedire l’uso dei dispositivi. Perché ogni qualvolta che si arriva alla connessione si è a rischio. Tanto più che la vita comunitaria degli studenti non rende immune dal contatto con dispositivi di amici o da materiale presente su internet.

Occorre dunque diffondere una cultura digitale tra i giovani e i loro genitori per aiutarli a proteggersi e navigare in maniera responsabile e consapevole.

La naturale curiosità dei ragazzi nello scoprire i più diversi contenuti del mondo web, la poca consapevolezza nell’utilizzo dei più importanti strumenti del web sono tutti fattori che producono un deficit di sicurezza nell’utilizzo del web da parte degli utenti più giovani e contemporaneamente più fragili.

Relazione figli genitori rispetto al web

In aggiunta a ciò va fatta presente la non facile relazione tra figli e genitori nell’ambito del “monitoraggio parentale” sull’utilizzo di internet: solo un adolescente su quattro, infatti, parla con i propri genitori di Internet e di nuove tecnologie e un genitore su cinque conosce poco o niente delle attività dei figli nel ’mondo virtuale’.

È quanto rileva Telefono Azzurro, associazione sempre attenta al tema Privacy e Cyberbullismo, secondo cui

il 68,8% dei genitori non parla mai, o solo occasionalmente, con i propri figli della Rete. Solo il 26.8% dichiara di utilizzare Facebook e, sebbene i dati sul sexting e il cyberbullismo siano in crescita, l’88,9% dei genitori intervistati ritiene impossibile che il figlio possa spogliarsi e mettere sue immagini/video online, mentre l’84% ritiene impossibile che i figli diffondano su Internet informazioni/video che possono far soffrire altri coetanei (cyberbullismo).

Questo gap di conoscenze si traduce non solo in un’assenza di dialogo con i figli su potenzialità e rischi delle nuove tecnologie, ma nell’utilizzo di strategie “repressive” anziché educative: non sapendo concretamente come tutelare i
ragazzi, molti genitori italiani, a differenza di quelli europei, continuano ad utilizzare la proibizione e il controllo del tempo come unica modalità di tutela dei figli.

Analisi devianze e rischi

Internet permette di fare viaggi affascinanti, di incontrare, seppur virtualmente, persone di tutto il mondo e di accrescere le proprie conoscenze; si tratta di una risorsa incredibile, potenzialmente ricca di opportunità, ma allo stesso tempo si tratta di un territorio pieno di insidie verso le quali è bene tenere gli occhi aperti.

Occorre conoscere i rischi legati all’utilizzo di internet da parte dei minori, dal cyberbullismo alla pedopornografia, dall’esistenza di siti che inneggiano all’uso di droghe, all’ autolesionismo, all’odio sino allo sviluppo di vere e proprie dipendenze dal web.

La ricerca continua di like e di fans possono portare a scelte sbagliate. Considerato anche che alcuni social network estremizzano i comportamenti di cyberbullismo. La prevenzione di situazioni di cyberbullismo è possibile soprattutto con una buona informazione ed educazione che deve essere fornita dai principali ambiti di riferimento degli adolescenti: la famiglia e la scuola.

La strada per salvaguardare i minori passa da una corretta informazione e da un’educazione consapevole all’uso di internet.

Secondo recenti ricerche

“il tempo trascorso dagli italiani sui social media è di due ore al giorno e il paese si conferma tra quelli con la più alta penetrazione di telefoni rispetto alla popolazione mondiale, con un tasso dell’85%. Il tasso di connettività mobile – cioè le connessioni mobili del paese rispetto alla sua popolazione – è del 128% e il 77% delle nostre connessioni
mobili sono 3G e 4G.”

La relazione con i dispositivi mobili è intensa, pervasiva e coinvolge tutte le sfere di socializzazione. Molti adolescenti ritengono che senza il web non riuscirebbero a fare nuove amicizie e senza il web si sentirebbe isolata dal proprio gruppo dei pari.

Gli adolescenti passano sempre più tempo navigando con il computer o con i propri dispositivi mobili. E parallelamente aumentano i rischi di isolamento sociale, dipendenza e altre forme di disagio e devianza. Privacy e Cyberbullismo per l’appunto. Sette adolescenti su dieci dichiarano di non riuscire a staccarsi da Internet quando viene loro richiesto dai genitori o da altri soggetti e quasi
cinque adolescenti su dieci non parlano e non si confrontano con i genitori sui contenuti da visualizzare o condividere in rete.

Tutto questo stimola e suggerisce la necessità di mettere in atto iniziative per promuovere un uso consapevole e sicuro del web delle nuove tecnologie, accrescere le competenze digitali, cogliere le opportunità offerte e formare cittadini digitali responsabili, prevenendo, al contempo, i rischi derivanti da comportamenti devianti o pericolosi per sé e per gli altri.

Analisi e prevenzione delle devianze

L’utilizzo di Internet da parte di studenti delle scuole superiori è già ben radicato. Tutti, o quasi tutti, sono già connessi alla rete e fanno uso delle applicazioni di riferimento alle loro cerchie di conoscenza.

È necessario pensare a percorsi di educazione che possano allenare lo spirito critico rispetto alle novità e comprendere rischi e opportunità.

Sebbene in molti addebitano ad internet o ai social le colpe di taluni comportamenti deviati, è ormai assodato che le deviazioni di comportamento siano già presenti nella realtà. Il web semmai amplifica alcune deviazioni.

Confondere internet, la rete di connessioni reali e virtuali, con le piattaforme, è già un primo errore concettuale. I social non sono internet, sono stanze chiuse e private, abitate da milioni di persone, ma pur sempre chiuse e limitate. E, al contrario di quanto si pensa, sono solo una minima parte dell’internet.

Inoltre, su alcuni aspetti, gli adulti, tra questi anche molti docenti, si sono rifiutati di studiare e comprendere le nuove piattaforme, trovandosi, per la prima volta nella storia della conoscenza, indietro rispetto ai figli o ai propri alunni.

Ai figli, per il solo fatto di saper schiacciare bottoni, anche inconsapevolmente o volutamente guidati dalle interfacce, viene attribuita una competenza superiore a quella reale.

Uso consapevole del web

Lo scopo del progetto è quello di sensibilizzare e informare sull’uso consapevole di Internet e dei social da parte dei ragazzi e dei loro genitori, partendo da privacy e cyberbullismo e andando in profondità sulle ragioni culturali di avere una consapevolezze del tema. Si vogliono fornire gli strumenti culturali ai docenti per potersi approcciare ai ragazzi in modo consapevole e non oppressivo.

II progetto è finalizzato a

  • divulgare cultura digitale negli studenti, indicando opportunità e consapevolezza dello strumento.
  • Mettere in guardia dalle possibili minacce e rischi del digitale.
  • Coinvolgere la scuola nella diffusione di un approccio umanistico al digitale.
  • Contrastare la diffusione informatica di comportamenti offensivi e lesivi nei confronti dei coetanei. Tenendo presente, poi, che il cyberbullismo è altamente correlato al bullismo in ambito scolastico e spesso ne è una continuazione.
  • Promuovere una cultura della rete “sana”. Ossia diffondere le buone prassi per aiutare ragazzi e ragazze, a prevenire il comportamento antisociale e ridurre il crimine, nonché a tutelare la propria persona.

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