Come è andato l’Euro IA 2020? La conferenza europea che riunisce tutti gli architetti dell’informazione d’Europa quest’anno è stata interamente online. Ed in effetti si poteva pure partecipare. Non ho potuto per vicende personali e familiari, e così, questa settimana, l’ho chiesto ad una delle UX reserchear più affezionate all’evento europeo, Raffaella Roviglioni.

Il tema di Euro IA 2020

Il tema dell’Euro IA di quest’anno è stata la Speranza. Foundations for prefereable futere.

C’è molto da fare per migliorare il mondo.
Vogliamo solo prendere una strada diversa. Meno shock, paura e senso di colpa. Siamo ansiosi di offrire ai partecipanti più speranza di quanta ne abbiano. Aiutarli a realizzare i molti modi in cui possono aiutare. E costruire la convinzione di poterlo fare. È qui che entri in gioco tu.
Cerchiamo contenuti della community che guardino al futuro con una lente ottimista. Uno di speranza. Ma non speranza ingenua. Cerchiamo ispirazione informata. Positività progressiva. Costruito su basi pratiche per futuri migliori e più preferibili.

Claire e Peter Morville ospiti all’EuroIA 2020

Tra gli ospiti dell’ EuroIA 2020 Peter Morville, padre dell’architettura dell’informazione e padre di Claire Morville.

In questa conversazione intergenerazionale, Claire e Peter affrontano argomenti ardenti dall’etica e la diversità nell’esperienza utente al cambiamento climatico e alla gestione delle crisi, offrendo allo stesso tempo consigli pratici di carriera e una bella visione per i divergenti futuri dell’architettura dell’informazione.

È possibile vedere questa chiacchierata su Vimeo.

Content Strategy

Un altro Panel disponibile dell’EuroIA 2020 è quello su Content Strategy at Scale Sponsored by Shopify

Il panel era costituito da Katie Del Angel (Content Designer at Shopify) con Caroline Sheridan (Director of Customer Content, Hudl) e Rachel McConnell (Content Ops Manager, British Telecom).

EuroIA secondo Raffaella Roviglioni

Come già anticipato, Raffaella Roviglioni ci ha raccontato la sua partecipazione all’Euro IA 2020.

Un filo rosso che ha unito molti interventi che ho seguito è stata la visione eco-sistemica della progettazione, sempre più necessaria perché lavoriamo su sistemi complessi e non isolati. Questo significa che ci dobbiamo formare maggiormente su come progettare questi ambienti, tenendo in considerazione un contesto che è molto più ampio di quanto tendiamo a credere, sia noi che i nostri clienti.

La sintesi di Daniela Barutta

Daniela Barutta, architetta dell’informazione, sul suo blog, ha condiviso quello che ha imparato e che l’ha maggiormente colpita.

È stata la mia prima esperienza a EuroIA e mi faceva piacere condividere dei valori, concetti e nozioni che sono emersi da alcuni dei talk di questa edizione. Tutti i talk che ho seguito meriterebbero una menzione, ma ho scelto di parlare di quelli che trattano di più quei temi che sento a me vicini e che userò come titoli per raggrupparli.

I temi che ha scorto nei vari talk sono stati

Inclusività e diversità

  • Adeola Enigbokan – “Relationship Design and the Shadow Client”
  • Clementina Gentile – H.O.P.E. : the skill set of the designer of the future
    • Hindrance
    • Opennes
    • Polyphony
    • Elegance

Design career e leadership

  • Peter Boersma “From Konami Code to Peter Principle – Leadership responsibilities”
  • Peter Merholz – “IA is way more than UX – Applying information architecture to organization design”

IA e contenuti

  • Koen Peters “Priority guides, Page tables, OOUX, the Core model…? A practical guide to prioritizing content”

Costruire le fondamenta di Jason Mesut

Ho trovato interessante l’articolo con l’intervento di Jason Mesut che racconta il suo rapporto con Euro IA. Un intervento scritto a gennaio 2020, quando non ci si poteva aspettare tutto quello che è accaduto.

Jason Masut racconta di come l’architettura dell’informazione sia sempre più scalzata dall’User Experience. Ogni anno pensi che se ne sia parlato abbastanza , invece, nascono nuovi eventi.

Jason Masut non si dice essere un Architetto dell’informazione, ma più un IXD, ma apprezza i valori e la mentalità degli architetti.

Eppure, la disciplina dell’IA e i ruoli sono quasi scomparsi. Dal momento che il mobile, l’interaction design ha assunto una posizione dominante. Il design dell’interfaccia utente visiva, i sistemi di progettazione e la realizzazione di un prototipo interattivo hanno persino sostituito quello.


Nel frattempo, la nostra democrazia, il nostro clima e il nostro intero sistema di valori precipitano in un buco infernale sudicio e disordinato. Cominciamo a svegliarci pensando al futuro. Pianificazione anticipata, costruzione di solide basi.
Le mani esperte e i designer decrepiti riconoscono che questo è prezioso per te. Ma anche per i tuoi prodotti e servizi. Per le nostre organizzazioni.

Masut richiama all’adunata tutti gli architetti dell’informazione.

Allora cosa ci aspetta? Su cosa dovrebbe concentrarsi Euro IA?

L’architettura dell’informazione è ancora preziosa. Forse più che mai. Ma è dimenticata. Poche persone se ne preoccupano.

La mentalità dell’architettura dell’informazione ci aiuta a strutturare, organizzare, dare priorità e chiarire attraverso un linguaggio appropriato. Non importa cosa faremo in futuro, questa è struttura. E avremo sempre bisogno di una struttura.

Dobbiamo aiutare a pianificare i nostri nuovi quartieri informativi. Cappe che possono adattarsi alle mutevoli esigenze, input di contenuti e richieste verso l’esterno. L’IA è ancora importante. Lo è sempre stata. Dobbiamo solo imprimere il suo valore in questi nuovi contesti.

Domande per il futuro

Le domande che Masut pone alla fine del suo articolo sono pesanti e richiedono una risposta. Saremo in grado di trovare la risposta? E ancora, queste domande, per costruire o ricostruire le fondamenta, sono ancora attuali?

Questa disciplina non decolla. A volte pare che sia sull’orlo di una estinzione.

Ancora oggi, all’interno della comunità si discute su cosa sia l’architettura dell’informazione, sulla differenza tra UX e UI. Discussione utile e necessaria ma che evidenzia fratture profonde su più fronti. Fra professionisti che si sentono in competizione, fra comunità che si sgretolano in mono nuclei, fra chi raggiunge posizioni accademiche sull’onda della moda, fra chi detiene posizioni di “potere” e fra chi apparentemente vuole contribuire ma realmente vorrebbe scalzare.

Io sono convinto che solo una comunità di pratica unita e forte può ribaltare le sorti della disciplina. Solo l’unione di comunità di studenti che si confrontano con professionisti seri può dare la forza ad una divulgazione corretta.

La comunità che troverà il centro di gravità permanente avrà vinto e avrà fatto vincere, per sempre, l’architettura dell’informazione.