Buone feste! Vi auguro buone feste! Veramente, dal profondo del mio cuore! Buone feste!

Anno 2024

In questo momento speciale ci tengo ad esprimere i miei più caldi auguri di Buone Feste a ciascuno di voi. Personalmente è un periodo per riflettere, elaborare il lutto per mio padre, riposare e, soprattutto, per trascorrere il prezioso tempo con le persone care. Speriamo che queste festività vi portino gioia, amore e serenità.

Mentre si comincia un nuovo anno voglio augurarvi tutto il meglio in ogni aspetto della vostra vita. Che sia nella carriera, nella salute, nell’apprendimento o nelle relazioni personali, vi auguro successo e felicità. Possa ogni giorno del nuovo anno essere un gradino verso la realizzazione dei vostri sogni e obiettivi.

Il nuovo anno sarà anche un momento particolare per me. Riprenderò le pubblicazioni con nuove ricerche approfondite e studi innovativi. In questo tempo non è stato possibile dedicare attenzione alle pubblicazioni, ma ho passato molto tempo a progettare contenuti per il futuro.

Vi ringrazio per aver seguito e supportato il blog. La vostra presenza e i vostri commenti sono stati una fonte di incoraggiamento e motivazione. Non vedo l’ora di condividere con voi tutto ciò che abbiamo in serbo per il nuovo anno!

In conclusione, che questo periodo festivo sia pieno di momenti felici e il nuovo anno vi porti prosperità e successo. Ricordate di prendervi cura di voi stessi e dei vostri cari.

Buone Feste e Felice Anno Nuovo!

Un anno che volge al termine

Ed anche questo anno volge al termine. Anno faticosissimo, in ambito personale, anno straordinario, in ambito lavorativo.

Il blog, come ha visto chi mi segue, ha subito un po’ di cambiamenti. Le pubblicazioni si sono ridotte notevolmente. Per due motivi, principalmente.

  • Il web e le persone richiedono maggiore profondità degli articoli.
  • I miei nuovi clienti richiedono consulenze e gestioni sempre più corpose.

Dunque mi sono concentrato nel riunire ed aggiornare gli articoli già esistenti, preferendo anche un maggiore contatto nei commenti, con chi ha avuto bisogno di qualche consiglio.

Dall’altro lato, anche grazie a questo blog, sempre più persone mi conoscono e mi preferiscono per la creazione di contenuti, per la gestione diretta e indiretta dei loro social. E questo sta facendo crescere la mia micro agenzia di comunicazione, specializzandomi nel settore della solidarietà.

Cosa che mi gratifica perché mi da la possibilità di dare un piccolo contributo alla società con il mio lavoro, spesso considerato effimero.

E i chatbot?

E i chatbot continuano la loro corsa. Non in Italia, purtroppo, non in aziende che lavorano a livello locale. Le aziende italiane sono spesso troppo piccole e non sono pronte alla sperimentazione. In genere, guardano agli strumenti, cercano soluzioni facili e immediate. E si affidano a chi promette tutto e subito con lauti guadagni. Chi problematizza, diventa il problema e viene scartato.

E poi al perfezionismo italiano, che viaggia su alte vette, nulla è mai sufficiente. La scoperta dell’errore o del difetto è sempre più esaltante della scoperta dell’ignoto.

Si tratta di un Paese conservatore che guarda al 1900, culturalmente, come potrebbe proiettarsi nel futuro?

La progettazione non è diventata virale, tanto quanto sarebbe dovuto; l’architettura dell’informazione, non è conosciuta quando dovrebbe meritare di essere conosciuta. Nonostante master e corsi, è rimasta marginale; disciplina per pochi, tra chi già svolgono ruoli simili nel proprio posto di lavoro e chi spera nell’ultima novità (anche se non è neanche più una novità) per un nuovo posto di lavoro.

L’intelligenza artificiale, in Italia è roba per pochi. Pochi addetti ai lavori che non permettono ad altri (meno addetti) di poter esprimere un’opinione, un confronto, che, invece, dovrebbe essere di tutti.

Chatbot dei nostri tempi

Certo, all’estero non è che le cose brillino, ma se, in questo momento, non produci energia, non costruisci armi o chatbot in tempo di guerra, in questo momento, quale industria sta andando bene?

Salvo imprevisti di una guerra in casa nostra, razionamento dell’energia elettrica, o di un clima che spazzerà via intere regioni, l’intelligenza artificiale cambierà ancora una volta il nostro mondo. Lo farà anche quando saremo impegnati a sopravvivere e forse proprio spaccando il mondo in due: tra chi ne farà uso e chi non se la potrà permettere.

Certo ha tanta strada, ancora, da fare. Ma è tra noi, da un lato c’è ChatGPT che rivoluzionerà il web, se non lo sta già rivoluzionando. E anche se fallisse, come sosterranno alcuni, di certo spingerà aziende come Google a muovere nuovi passi in questa direzione. Dall’altro lato l’AI viene utilizzata già per fare analisi, per raccogliere dati, e questo già, oggi, significa permettere all’intelligenza umana di poter guardare il mondo con occhi diversi.

Per alcuni è poco. Per me è tanto.

E se proprio proprio si è scettici su tutto, ma proprio tutto. Il probabile uso dell’intelligenza artificiale, anche solo ipotetica, anche se non fosse mai realizzabile, sta ponendo problemi e domande, che altrimenti non ci saremmo posti.

Tanti auguri per un buon 2023

L’anno scorso dopo aver scritto gli auguri per un buon 2022 mi sono successe tante cose brutte. E le feste non sono state feste. Ma ho riletto gli auguri che avevo fatto e mi rincuoravo con le mie stesse parole.

Dunque, in questo momento di serenità, auguro a tutti, come lo auguro a me stesso, buone feste!

Vi auguro un buon tempo, tanta salute e lunga vita. Che sappiate affrontare tutto quello che la vita vi riserva. Che abbiate accanto le persone giuste e positive per crescere e percorrere lunghi sentieri di vita vera.

Buon Natale e Buon 2023! Di cuore, da parte mia!

Buona fine e buon inizio

Questo post è l’ultimo articolo dell’anno 2021. Ci sentiremo sicuramente nella mia pagina Facebook. Ma, come è capitato in altri momenti, è necessario fermarsi, prendere fiato, rivedere un po’ di cose, per ripartire con nuove energie e nuovi entusiasmi.

Quindi vi auguro anche una buona fine e un buon inizio di anno!

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Riflessioni di fine anno

Professionalmente concludo questo 2021 meglio di come pensavo. Chi mi segue ed ha letto le mie osservazioni, sa che non condividevo gli entusiasmi e i facili ottimismi durante il lockdown. Ed ho espresso tutte le mie perplessità negli auguri dell’anno scorso. Perplessità che si confermano anche per il prossimo periodo.

Se non si cambiano le proprie abitudini, insieme a determinati stili di vita; se non comprende che il mondo è cambiato e si cerca di ritornare ad un mondo precovid, non si potrà andare avanti.

Il sentimento di un anno

Anna Maria Testa, in un articolo che ha fatto discutere molto, ha messo in evidenza che il sentimento prevalente del 2021 è l’illanguidimento.

Scrive Anna Maria Testa.

“Non si tratta di un vero disagio psichico ma, piuttosto, di un – assai diffuso – senso di stagnazione e di fatica. È, né più né meno, assenza di benessere: come guardare la propria vita attraverso un parabrezza appannato. Una condizione che rimanda a quel grande piano indistinto che si colloca giusto a metà tra le vette dell’entusiasmo e della focalizzazione e le voragini del malessere.”
Abbiamo incorporato l’idea, imperativa, di essere “vincenti” ad ogni costo.
“Qualche volta, invece, la cosa più coraggiosa che si può fare è esattamente questa: smettere, mollare. E, soprattutto, smettere con le cose che in teoria bisognerebbe amare, ma che (ormai, segretamente) ci risultano insopportabili.”

Vincente o perdente?

Mi ha colpito l’articolo perché fa riferimento anche alla cultura dell’avere successo che è stata diffusa per molti anni e che oggi ha qualche difficoltà a d affermarsi.

Mi chiedo spesso cosa significhi vincente. E cosa significa essere un perdente? O meglio ancora, cosa crediamo sia essere vincenti o perdenti?

Vincente è giusto? Perdente è sbagliato? Andare a vivere in città è da vincenti? Mollare una città è da perdenti? Emigrare al nord è da vincenti? Ritornare al sud è da perdenti? Emigrare all’estero è da vincenti? Ritornare dalla propria famiglia è da perdenti? Lavorare ad ogni costo è da vincenti? Rifiutare un lavoro da sfruttati è da perdenti? Portare i genitori in casa di cura è da vincenti? Fare il badante ad un parente è da perdenti? Fare famiglia è vincente? Restare single è perdente? Far carriera è vincente? Fare la casalingə è perdente?

E potrei continuare all’infinito, tra le infinite scelte che ciascuna persona decide di intraprendere.

Qualità della vita

Personalmente, tra le cose che contano metto in primo piano la qualità della vita. E non intendo l’insieme delle caratteristiche rispetto ad un habitat, un ambiente di lavoro, una comunità, città o una nazione.

Ma intendo il benessere intimo e personale che rende l’animo sereno. Cioè quello stato dell’essere che fa dormire sonni sereni. Dunque qualcosa di altamente soggettivo e lontano da elementi oggettivi di valutazione.

Qualità della vita soggettiva

Per intenderci, io vivo in una delle provincie più disastrate d’Italia, che occupa da decenni gli ultimi posti della classifica generale sulla qualità della vita e sul benessere dei territori. Oggettivamente un territorio senza speranze che non avrà mai servizi all’altezza delle sue aspettative. L’unica fortuna è che si trova dalla parte giusta del mediterraneo e dunque gode dei privilegi di far parte dell’Europa. Ma che non gli mancherebbe nulla per essere una delle città diroccate della Libia o della Palestina.

Eppure, io penso che noi occidentali abitanti ai confini dell’Impero viviamo una qualità della vita altissima. Qualità della vita che ci invidia, per esempio, chi vive in città.

Perché si impiegano non più di 10 minuti per arrivare a lavoro; non si vedono, in giro, situazioni di povertà estrema; il clima è quasi tutto l’anno primaverile, la media delle temperature invernali si attesta tra i 10 e i 15 gradi; l’estate dura quasi 6 mesi; grazie ai cambiamenti climatici ci avviamo verso la tropicalizzazione, che non è poi così male; si può lavorare, fare una pausa, e in 5 minuti ti ritrovi in spiaggia; tra gli abitanti ci sono forti relazioni di mutuo soccorso; il prezzo della vita è alla portato di chiunque… e via discorrendo.

Cos’è per te la qualità della vita?

Penso che ciascuno debba chiedersi nel proprio intimo, cos’è per me la qualità della vita?

Qualità della vita è guardare a tutto quello che potrebbe essere un eccezione, la qualità di un ospedale, di aeroporti o porti vicini, servizi di trasporto pubblici che ti permettono di viaggiare in lungo e in largo? Oppure si tratta della quotidianità, semplice, quasi immobile, come vivere su isola, in mezzo al mare, con il rischio di morire per una banale ferita?

Qualità della vita è avere teatri, cinema, musei, che spesso non ci si può permettere o non si ha il tempo di goderseli? Oppure si tratta di vivere in un deserto e abbandonarsi alla provvidenza?

Tra i due estremi ci sono vite umane, scelte di vita né vincenti, né perdenti, ma vite, vite vissute. E il problema, forse, non è quello di mollare o persistere, ma forse quello di accettare (accettarsi). E goderne.

Vincere o mollare?

Negli Stati Uniti (ma la cosa sta accadendo anche in Europa), dopo l’esperienza del lock down e dello stare a casa, molti impiegati e dirigenti stanno mollando. Molte persone si licenziano e cercano lavori che permettano una maggiore presenza in casa e in famiglia.

Molti manager, che vivono situazioni stressanti, lasciano il lavoro in cerca di lavori che ritengono meno alienanti.

Terra, terra mia!

Magari si ritorna nella propria terra natia, si ritorna in famiglia, per prendersi cura di se stessi o dei propri cari, riallacciando relazioni che si erano perdute. Oppure si riprende contatto con la propria cultura, con le proprie radici, rivalutando tutte le ragioni di una fuga.

Il sogno tradito

Qualcosa non ha funzionato, qualcosa è andato storto, il mondo è cambiato troppo velocemente e non stiamo comprendendo cosa accade. Come pesci nella bolla non ci rendiamo conto che respiriamo immersi nell’acqua.

Cosa succede se un’intera generazione, nata borghese e allevata nella convinzione di poter migliorare – o nella peggiore delle ipotesi mantenere – la propria posizione nella piramide sociale, scopre all’improvviso che i posti sono limitati, che quelli che considerava diritti sono in realtà dei privilegi e che non basteranno né l’impegno né il talento a difenderla dal terribile spettro del declassamento?

Cosa succede quando la classe agiata si scopre di colpo disagiata?

La risposta sta davanti ai nostri occhi quotidianamente: un esercito di venti-trenta-quarantenni, decisi a rimandare l’età adulta collezionando titoli di studio e lavori temporanei in attesa che le promesse vengano finalmente mantenute, vittime di una strana «disforia di classe» che li porta a vivere al di sopra dei loro mezzi, a dilapidare i patrimoni familiari per ostentare uno stile di vita che testimoni, almeno in apparenza, la loro appartenenza alla borghesia.

Raffaele Alberto Ventura formula un’autocritica impietosa di questa classe sociale, «troppo ricca per rinunciare alle proprie aspirazioni, ma troppo povera per realizzarle». E soprattutto smonta il ruolo delle istituzioni laiche che continuiamo a venerare: la scuola, l’università, l’industria culturale e il social web.

Alla ricerca del senso della vita

Siamo tutti consapevoli del fatto che le persone non stanno bene. Esiste un malessere che serpeggia. Lo si legge sui social, ma lo si vede in strada, in macchina, nelle richieste assurde ai negozianti.

Ma non è un malessere che nasce o cresce in questi ultimi due anni di Pandemia. Certo, la Pandemia ha fatto esplodere l’ansia, le paure e i disagi, le relazioni; ha messo un po’ tutti davanti alla morte e dunque ha detto a tutti di cercare il senso della vita.

Forse in molti non lo hanno trovato. E dunque oggi, si licenziano, viaggiano, vanno alla ricerca di quel senso della vita perduto.

Così come ha accelerato dinamiche e propulsioni al futuro che ancora dobbiamo capire.

I ragazzi di ieri sono gli adulti di oggi

A mio parere questo malessere era già presente 10 anni fa, nelle voci e nelle storie dei ragazzi di allora, gli adulti e i cittadini di oggi, che già non credevano nel futuro quando il futuro sarebbe dovuto essere la cosa più bella della loro vita.

Immagino che quei ragazzi, tra lavori, entusiasmi e delusioni, come è ovvio nella vita, siano abbastanza disillusi e concretamente realisti. Anche se spero davvero (e gli auguro di cuore) che siano felici e abbiano trovato il loro posto nel mondo.

P.S. La prima pubblicazione di questo lavoro è avvenuta su RaiRadio3, nei famosi laboratori, che però, dopo il rifacimento del sito non sono stati più recuperati.

Sempre connessi

Ritengo l’Internet e tutto il mondo digitale la più grande opportunità conoscitiva che l’essere umano abbia mai avuto nelle mani. Internet (e non i social) ha permesso e milioni di persone di connettersi e studiare, informarsi, lavorare e guadagnare, in forme che erano sconosciute fino a pochi anni fa.

Eppure, la confusione tra social e internet, tra pettegolezzo e informazione, tra opinione e comunicazione, sta mettendo in crisi il sistema. Il mobile, poi, ci ha spinti nella nuova dimensione onlife a cui facciamo fatica ad abituarci, mentre c’è chi ci vive e ci vede il metaverso.

Sempre più distanti

Sento di persone che se non sono connesse si sentono fuori dal mondo. Leggo di persone connesse 24 ore su 24 ore che non riescono a dormine e che di conseguenza vivono vite in dormiveglia, alla ricerca di qualcosa che li risvegli sereni e riposati.

L’altro giorno seguivo un webinar di un professionista bravissimo, altrettanto accelerato, che parlava, ma nervosamente, ascoltava le domande ma guardava continuamente il telefonino. Mentre tutti gli facevamo i complimenti, sembrava che lui volesse solo scappare da quella situazione.

C’è bisogno di detox digitale?

A pensarci bene, ho visto molti professionisti digitali che nel tempo hanno abbandonato il mercato della consulenza per spingersi nel mondo del benessere.

Forse è il caso di ritornare a sé stessi? Forse è il caso, per chi vive su un treno sparato a tutta velocità, di fermarsi un attimo, disattivare le notifiche, spegnere qualunque dispositivo e uscire per fare una passeggiata? Esiste ancora un pulsante su tutti i nostri dispositivi che ci ricollega alla realtà, si tratta del pulsante di spegnimento, il pulsante off che spegne tutto.

La noia?

Forse è il caso di ritrovare momenti di noia, sparsi in ogni momento della quotidianità? Forse si possono colmare questi vuoti tra gli sguardi di qualche anziano signore che ti racconta una sua storia di vita?

Oppure, forse è il momento di annoiarsi e basta e dare riposo alla mente, perché, in fondo, vi ricordate quando è stata l’ultima volta che vi siete annoiati?

Annoiarsi, ammazzarsi di noia per far rinascere la creatività.

Siate felici

Io non so quale sia la risposta. Ciascuno di noi trova il proprio senso nella vita. Ad altri basta essere sereni. Non penso esistano ricette buone per tutti.

Quello che posso augurarvi è che siate felici! Al netto dei problemi che abbiamo tutti, cerchiamo di goderci i pochi attimi di estrema felicità, che ci vengono concessi.

Cerchiamo un senso della vita.

Buone feste dal blog

Concludo senza formule, né soluzioni. Solo mi ritornano in mente le parole di Italo Calvino, che già conoscerete, anche perché spesso ripropongo questo passo.

«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà: se ce n’è uno è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.

Due modi ci sono per non soffrirne.

Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.

Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».

Cercate chi e cosa non è inferno e dategli spazio! Anche se difficile, forse ne vale la pena.

Buona vita a tutti!

Buone feste!

da Toni Fontana | Dic 28, 2020 | 

Il blog vi augura buone feste! Buona fine e un buon inizio 2021.

Ripartenze e progettazione

Non ci sarà una ripartenza a breve. Capisco che si tratta di una affermazione radicale, ma la ritengo necessaria. È necessario comprendere che l’era Covid durerà 20 anni e solo alla fine di questi decenni avremo qualcosa di nuovo. Non si sa se migliore o peggiore, rispetto a quello che conosciamo. Sicuramente molto diverso dal passato.

Per cui quando parlo di ripartenza non intendo il ritorno al mondo precedente, alla fine di questa o di altre pandemie, all’economia dei primi anni venti del 2000. Per ripartenza intendo l’inizio di un nuovo mondo che avremmo avuto tutto il tempo di progettare. Abbiamo pensato erroneamente che il lungo periodo di pace che abbiamo vissuto sarebbe durato ancora a lungo, quasi all’infinito.

Se non lo abbiamo progettato prima, questo mondo, va progettato oggi, ogni giorno, oggi.

La caduta dell’impero

Eppure i segnali c’erano tutti.

Un’ intera generazione di ragazzi nati negli anni 80 e 90, hanno sperimentato un mondo del lavoro sempre più precario. Mentre ci sembrava di avanzare di carriera, in realtà le nostre vite private e pubbliche sono peggiorate. Nessuno oggi, con le sole proprie forze è più in grado di costruirsi una casa, di avere risparmi, di vivere una vita in autonomia, senza sfiorare il limite di povertà.

Una bellissima trilogia di Raffaele Ventura testimonia questa decadenza di una generazione tradita. Alla laurea non sempre corrisponde un lavoro. Gli investimenti che ciascuno fa per migliorare la propria formazione sono e restano in passivo.

Certo possiamo raccontarcela e pensare che vivere in 20 metri quadri di casa a testa sia sufficiente, non avere una pensione sia normale, ma così non è.

Ci siamo detti, spessissimo, il mondo sta cambiando. Ma era solo un mantra per allontanare il cambiamento che è avvenuto davvero.

Cambiamenti climatici

Senza contare lo tsunami dei cambiamenti climatici a cui andiamo incontro allegramente. Questo si che vedrà crollare letteralmente case, modificherà i territori, i paesaggi che viviamo. Il mondo oggi sta cambiando nelle relazioni, a breve cambierà anche fisicamente. E chissà se saremo in grado di adattarci.

Nel libro Patti scellerati, ad un certo punto, l’autore scrive che il grado di corruzione è talmente elevato che la mente e l’animo umano stenta a credere che sia possibile. Davanti ad affermazioni forti, tendiamo a non credere. Ci auto assicuriamo che non sia così. Non vogliamo vedere una realtà catastrofica. Meglio pensare al ritorno al passato che prepararsi al cambiamento.

Il cambiamento, infatti, sarebbe ed è più doloroso.

Avere consapevolezza

Anche se non vogliamo credere alla caduta dell’impero, è bene avere consapevolezza di questo tempo.

Lo dico senza alcun pessimismo. L’essere umano si adatta e dunque non è mai la fine, semmai è sempre una trasformazione.

Se un compito si è dato questo blog è quello della consapevolezza. E così proseguirà nel tempo.

L’antichità dopo la modernità

Io non so se quello che stiamo vivendo sia un passo in dietro o in avanti. Difficile fare un’analisi quando si è immersi nel liquido della quotidianità. Come il pesce non sa nulla dell’acqua in cui nuota, così è difficile fare previsioni su quello che sta accadendo, al massimo si può osservare.

In fondo, il distanziamento sociale, o i familiari che non si abbracciano e non si baciano, le relazioni controllate, le raccomandazioni igienico sanitarie locali, nazionali e religiose, non sono comportamenti nuovi alla nostra civiltà.

C’è da leggere Armi, acciaio e malattia, per comprendere che guerre e pestilenze ci hanno portato a quel che siamo ed hanno favorito la nostra evoluzione.

Ripartire dal progetto

Voi come state ripartendo? Quale riflessione vi state portando dietro da questo 2020 così agitato? Io, per esempio, sono ripartito e sto ripartendo dall’inizio.

Dopo la brutta sbandata di inizio anno ho ripreso vecchi progetti, arricchiti di esperienza e di resilienza.

Il vantaggio di avere un progetto è proprio questo.

Con il trascorrere del tempo, capita di sbagliare strada, di allungare percorsi che in quel determinato momento pensiamo siano giusti, corretti, più vantaggiosi. Capita. A volte si viene sommersi dalle cose da fare e si perde anche la retta via. Sbagliare è umano. Così come correggere la rotta è umano.

Avere un progetto ti rimette in sesto quando cadi. Rivedi da dove sei partito, quali erano gli obiettivi iniziali e nel tempo puoi vedere cosa è andato storto e cosa ha funzionato. Avendo un progetto ci si rialza meglio, si può riprendere e ripartire con tutta l’esperienza acquisita.

L’essenziale

Il sito è ritornato ad essere un blog. È sempre stato un blog. In questi 5 anni (ci avviamo a festeggiare il sesto anno) non è cambiato quasi nulla. Ogni settimana si trova un contenuto nuovo. E cosa c’è di meglio di un tema WordPress, il re dei blog? Inutile aggiungere fronzoli.

Un blog secco dedicato a chi ha interesse a parlare di architettura dell’informazione, relazioni, contesti, sonorità, assistenza vocale e progettazione di chatbot e interfacce vocali e conversazionali.

Sto riportando tutto all’essenziale, l’essenziale necessario, che per me è la scrittura.

Le relazioni

Su Facebook ho cancellato oltre mille contatti. Ho cancellato tutto quello che era malsano. Una mia amica mi ha invitato alla ricerca di persone partorienti.

Persone che fanno nascere idee, pensieri positivi, persone con prospettive, sogni, visioni a lungo termine.

E di relazioni sane abbiamo tutti bisogno. Per questo motivo continuerà la rubrica delle interviste. Mi piacerebbe dare spazio ai giovani, ai ragazzi appena usciti dal master in architettura dell’informazione. Ci proverò.

E per il 2021?

Non mi aspetto niente di buono per il 2021. Ci sarà ancora tanto dolore da gestire. Ho intorno persone anziane, persone fragili, a rischio. Ho paura per loro.

Senza contare la crisi economica che incombe nelle città, nella vita quotidiana delle persone. I soldi che arriveranno per la ricostruzione impiegheranno molto tempo prima di arrivare sulle tavole degli italiani.

Se siamo qui, io a scrivere e voi a leggere, ci troviamo in una condizione di privilegio, che voglio rispettare.

Il blog del nuovo anno

Il blog continuerà con maggiore cura dei contenuti che daranno risposte a domande precise. Mi piacerebbe avere un anno pieno di domande e di risposte. Anche per gli altri progetti personali di cui vorrei parlare anche ai lettori di questo blog.

A febbraio terrò un corso su radio, audio e podcasting per ragazzi di scuola superiore secondaria. Ci sto lavorando. Come a dire che si riparte nuovamente dalle origini.

Qualche sfida

Poi per il 2021 raccolgo qualche sfida.

La prima è quella consigliata da Massimo Curatella di scrivere mezzo milione di parole in un anno. Si tratta di un esercizio che non molti sono in grado di portare a termine. Io non ho mai contato le parole, so che dedico molto tempo alla scrittura, ma non sono costante. Ci provo.

Anni fa, Nik, un ragazzo che frequentava la radio, si pose come sfida quella di pubblicare ogni giorno una foto. 365 foto in un anno. Dopo quell’esperienza avviò la sua carriera di fotografo. Oggi è un fotografo.

Ci sarebbe anche la sfida dei video. Non uno al giorno, per carità. Ma sto facendo qualche considerazione e forse non c’è una ragione vera per non affrontare la sfida. Chi vivrà vedrà.

Una borsa degli attrezzi

Anche se tutto intorno è tragedia, possiamo sempre aggrapparci a noi stessi, fare affidamento ai nostri sogni, alle nostre speranze, alla nostra Fede se siamo credenti.

Chi mi segue sa che ho cara questa espressione. Una borsa degli attrezzi ben solida aiuta chiunque.

Ed è con questa borsa degli attrezzi a tracolla che vivrò, per quanto possibile questo 2021 che sta per arrivare.

Buone feste e Buon Anno!

A voi, lettori e amici, auguro un 2021 splendente. Godetevi quello che avete e apprezzatelo, sempre! Buone feste!

Buon Natale 2020

da Toni Fontana | Dic 21, 2020 | 

Caro lettore…. Tanti auguri di Buon Natale!

Chi mi segue sa che questa pandemia mi ha toccato profondamente e un blog condivide anche i momenti più difficili.

Durante il lockdown di marzo il blog si è fermato. Io mi sono fermato. Non riuscivo a scrivere, sovrastato dalle preoccupazioni private e dall’infodemia. Non riuscivo a parlare di altro. E sono solo riuscito a scrivere una pagina come osservatorio coronavirus.

Nel mio privato, ho quasi radicalmente sospeso gli incontri sociali in presenza. E sul sito ho ripreso a scrivere solo da qualche mese, riorganizzando le idee. Ma di questo ne parlerò la prossima settimana.

Le nuove routine

Paradossalmente, questa seconda ondata, non mi ha sorpreso. Tutto sommato ho già metabolizzato le mie nuove routine. Ho ripreso a scrivere, ho ripreso a progettare per il nuovo anno 2021.

Mi spiace, per i tanti professionisti depressi, che si erano fatti prendere dal facile ottimismo dell’Andrà tutto bene e che si aspettavano grandi cose per questo fine anno.

Così non è, così non sarà.

Certo, mancano anche a me tutte le persone che abbracciavo e toccavo, ma ho ritrovato nuove routine, nuove cose da fare. Ho ripreso contatto con la terra. La mia terra.

Il lato negativo

Come leggevo da qualche parte, non ricordo dove, in realtà non stiamo godendo dei vantaggi dello smartworking. Chi lavorava già da remoto, in questa situazione di stress si sta stancando come tutti coloro che non erano abituati a stare per ore davanti al computer.

Il contatto con le persone ci rende umani, ci insegna a stare tra la gente e in società. Allontanarsene, senza un paracadute, non penso ci renderà migliori. Anzi.

Come sostiene GIORGIA SERUGHETTI (filosofa)

Zoom è l’altro virus nella società dell’iper-stanchezza

Tra l’altro, guardando da lontano il mondo, forse si corre il rischio di guardare il mondo in modo distaccato. Meno sentimentale e più analitico. Come si dice? Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

Forse è accaduto anche a me. Prima del Covid guardavo con più trasporto il mondo. Avevo fiducia nelle persone. Gli aspetti romantici della vita mi coinvolgevano. Oggi, ammetto che questo succede molto meno.

Il lato positivo

Vivendo tra i luoghi più lontani dall’Italia, pur vivendo in territorio italiano. in questi anni è stata dura restare al passo con le mie comunità di riferimento. E si comprende ancora meglio se davvero queste comunità sono davvero di riferimento.

Durante questi ultimi 5 anni, spostarsi, recarsi in città, ha richiesto fatiche fisiche ed economiche non indifferenti. Organizzarsi a casa, liberarsi di impegni, fare spazio per almeno una settimana per avere il lusso di incontrare qualcuno, partecipare a conferenze e convegni, non è stato facile.

Molti incontri sono saltati. Anche qualche opportunità è stata perduta perché mi trovavo ai confini dell’impero.

Oggi, invece, che tutto si è spostato online le distanze si sono annullate. Non importa più dove vivo, il luogo dove mi trovo, ma importa solo la presenza, una telecamera ed una buona connessione.

Città e periferia

Qualche tempo fa avevo in mente un progetto sulle città. E mi dispiace non averlo sviluppato. Oggi il mondo dell’era Covid si è capovolto.

Chi, negli anni, si è spostato nelle grandi città per approfittare delle opportunità che offriva, così come chi è emigrato al Nord, oggi è penalizzato. Non solo perché i rischi di contagio sono maggiori, ma perché le opportunità di incontro, come i convegni, le conferenze, i concerti, la musica dal vivo, sono stati del tutto eliminati. Se qualcosa avviene, si svolge online, fruibile da tutti, ovunque ci si trovi.

In città, restano però gli alti costi della vita, e una qualità della vita, che già da tempo, non è più all’altezza delle aspettative.

A dire il vero, già prima dell’era Covid non erano tanti che si potevano permettere di frequentare cinema, concerti, ristoranti e quant’altro. Ma qualche briciola arrivava. Se non altro, i contatti e la vicinanza fisica ai “centri di potere”, permetteva relazioni più efficaci.

Oggi, come dicevo, la periferia sta vivendo il suo momento di gloria. Distanziamento, bassi costi della vita. Basta avere una connessione stabile e ci si connette con il mondo.

Questo era già possibile anche prima, ma oggi è tutto più strutturato. tanto che non sono pochi i ritorni al borgo natìo.

Buon Natale

Parleremo del blog la prossima settimana, per rinnovare gli auguri del nuovo anno.

Questa settimana volevo appunto condividere il mio nuovo spirito e il mio nuovo punto di vista. Anche per salvare gli ultimi sprazzi di sentimentalismo che posseggo.

E volevo poi concentrami nell’augurare a tutti un mega Buon Natale, di vero cuore!

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Buon 2020

da Toni Fontana | Dic 30, 2019 |

Buon 2020.

Basterebbe questo per augurarvi buon anno. Buon 2020 dal blog, da Toni Fontana e dalla mia famiglia!

Appunti per un nuovo anno

Si, basterebbe, ma l’occasione degli auguri è un buon motivo per tirare le somme e prendere appunti. E raccontare, da blog puro, anche un po’ gli affari che riguardano il blog stesso.

Quest’anno, infatti, dopo un bellissimo inizio, in estate ho iniziato ad accusare un po’ di stanchezza. Avere l’ansia ogni settimana di scrivere è, a volte, pesante. E devo ammettere che nonostante avessi tante idee in archivio c’è stato un momento che non sapevo cosa scrivere.

In realtà da scrivere c’è tantissimo e in archivio avevo ed ho decine di articoli che vedranno la luce nel 2020.

Rallentare

Chi mi segue sa che questo blog non va alla ricerca dello scoop. Non è il blog delle ultime notizie o delle novità. Preferisco arrivare per ultimo ed analizzare i vari passaggi per valutare un tema o una notizia nel suo complesso.

Sono convinto che scrivere serva a questo, far capire. Il blog va alla ricerca della comprensione per creare consapevolezza rispetto ad un tema come l’assistenza vocale, che è tema tutto nuovo.

Questo però significa che dietro ad ogni post c’è un grosso lavoro di appunti, di letture, di articoli e commenti da valutare.

A fine estate, data la stanchezza della periodicità e per altre ragioni di forza maggiore, ho deciso di rallentare. Ho scritto poco, cercato di dare più spazio alle interviste. Fino a quando ho deciso di fermarmi per un po’.

Decisione che è stata molto utile. Sono uscito fuori dal web, ho fatto altro, qualche lavoretto fisico ed ho ripreso contatto con la realtà.

Esercizio che consiglio a tutti. Specialmente se state lavorando troppo.https://www.youtube.com/embed/sPAodJr6a00?feature=oembed

Si riprende

Riprenderò a pubblicare con regolarità lunedì 13 Gennaio 2020. Perché se è vero che il pubblico non abbandona gli articoli di valore, sono io che perdo colpi. La pigrizia è dietro l’angolo.

Per cui, senza ansia, senza dover pubblicare per forza, come prefissato in passato, sarò periodicamente presente. E se qualche settimana salta, pazienza.

Il blog è sempre aperto ai vostri commenti costruttivi e correzioni ove necessario. Non vendo link, ma mi piace condividere.

Briciole

Tra le novità troverete nuovi multimedia. Briciole di architettura dell’informazione sarà un nuovo appuntamento audio.

Racconterà in brevissima sintesi i post del blog. E vedremo se riuscirà a crescere.https://www.youtube.com/embed/hvHWkv1i-T0?feature=oembed

Tanti auguri!

E insomma, alla fine tutto questo per dirvi che non vi prometto nulla per questo 2020. Ma farò, come sempre, del mio meglio!

Continua a seguirmi! E se ti va fammi un regalo!

Buon 2020!

Buon Anno! Buon 2019

da Toni Fontana | Dic 31, 2018 |

Buon 2019! Buona fine e buon principio!

Sapete quanto tengo alle date, alle occasioni, alle feste comandate. Per me sono un punto di arrivo e di partenza. Da qui, come ormai sapete scaturiscono riflessioni su ciò che ho fatto e su quello che dovrò fare.

Insomma, tiro una linea, guardo un po’ indietro e tanto in avanti. 

Il 2018 anno delle meraviglie

Nonostante i presagi non del tutto buoni, questo 2018 per me è stato un anno pieno di meraviglie. Non so come spiegarlo o raccontarlo e, forse, fa sempre meglio Facebook che lo racconta in poche ma significative immagini.

Buoni propositi 2019

A rivedere i buoni propositi del 2018 sinceramente quest’anno preferisco tenermeli per me i buoni propositi del 2019. Mi ripropongo quelli dell’anno scorso che restano validi e comunque erano e sono sempre a lungo termine.

  • Continuare a dare costanza al blog. Magari anche con il tuo sostegno.
  • Condividere i talenti, i miei e anche quelli di altri.
  • Mettere in luce valori del blog e dell’architettura dell’informazione. Perché solo attorno a dei valori si può costruire qualcosa.
  • Magari riuscire a creare una comunità intorno a questo blog. Forse c’è già. Forse altre comunità si stanno già incontrando. Boh, vediamo di trovare il modo quest’anno di incontrarci.
  • Scrivere qualche articolo in inglese. Anche se tanti dei miei articoli sono ripresi da testate inglesi.
  • Finire di leggere la mia lista di libri sul comodino. Che di libri non ne mancano da leggere.
  • E infine, ma non meno importante, mi piacerebbe imparare a conoscere meglio la gente. Che non si finisce mai.

Una agenzia di comunicazione e un corso

In più, rispetto ai propositi realizzati e comunque da mantenere, poche cose ma significative sono nate in questo 2018. Come la nascita della mia agenzia di comunicazione e la prima edizione del corso sulla progettazione chatbot che ha riscosso un grande successo di partecipanti.

Sono già aperte le preiscrizioni per le prossime edizioni. In attesa del numero minimo di partecipanti per Roma e una data certa, il 17 giugno per Milano.

Per quanto è accaduto durante i corsi precedenti, è risultato anche il modo per incontrarsi e parlare e confrontarsi. Grazie all’apertura mentale dei partecipanti questo corso è stato l’inizio di progetti reali e anche motivo di incontro tra esperti di settore. Per questa ragione, sebbene il prezzo del corso può sembrare esoso, vale molto di più.

Cose da fare nel 2019

Ho a lungo riflettuto sui miglioramenti da attuare sul blog. E sinceramente l’unica cosa che mi servirebbe davvero è allargare la redazione. Il progetto cresce e ci sarebbero tante cose da fare.

La scelta è tra il mantenere le cose come sono, per solidificare i risultati raggiunti o l’andare avanti a sperimentare. Per questo motivo aumenteranno gli spazi per la ricerca e per i contenuti complessi.

Lo scopo è quello di far crescere il blog e contribuire sempre più ad un web migliore.

Poi ci sono altre cose da fare. Tutto ancora in fase di progettazione. Non posso chiedere altro che di seguirmi per vedere l’effetto che fa.

Le parole sono importanti

Diceva Nanni Moretti che le parole sono importanti. Ogni tanto lo dimentico. In questi tre anni e mezzo di blogging le mie parole hanno acquistato un peso.

Ricordo ancora la scrittura dei primi articoli, l’ansia e la paura di schiacciare il pulsante “Pubblica”. E poi c’era sempre qualcosa che dimenticavo. Sembrava che il mondo aspettasse me al varco dell’internet.

Nessuno mi aspettava, anche se alcuni di quegli occhi per me erano e sono ancora oggi importanti. E nonostante il blog sia virato su diverse sonorità (rispetto al primo post), spero davvero che quegli occhi non allontanino troppo il loro sguardo.

La newsletter e le comunità

Alla fine di questo post trovate anche la possibilità di iscrivervi ad una nuova newsletter.

Mi frullava per la testa da diverso tempo, ne ho bisogno per condividere una gran mole di link che non riesco a leggere o che sfiorano le tematiche di cui mi occupo. Ma soprattutto la voglio scrivere perché voglio rafforzare il legame con i miei lettori.  

Si tratta di 6 numeri per il 2019. Secondo me ne vale la pena.

Buon 2019!

E niente! Io questo buon 2019 ve lo dico con il cuore. Vi auguro buon anno! Vi auguro un 2019 generoso, ricco, avvolgente! Spero che lavoro, fatica ed entusiasmo vi piovino addosso come non mai. Che tutto il bene del mondo sia vostro e ne possiate condividere tutti i frutti tanto è abbondante.

Godetevi lo stare insieme, il perder tempo per la vostra salute mentale. Rallentate se siete troppo accelerati. Fermatevi se il vostro cervello non riesce più a guardare alla vostra vita, al vostro corpo, al vostro futuro.

Un abbraccio caldo, coccoloso e abbandonato a tutti i miei lettori. Perché mi vogliono bene e io gliene voglio un po’ più di altrettanto!

Buon 2019!

Vita da blogger – Buon ferragosto a tutti!

da Toni Fontana | Ago 13, 2018 |

Dura la vita da blogger. Specialmente se ci sono 40 gradi e il tuo ufficio si affaccia alla vista del mare. Certo alla base di tutto c’è sempre un certo piacere. Il piacere di studiare, condividere conoscenza, leggere. Si tratterebbe (forse) di svolgere anche un ruolo sociale importantissimo: arricchire il web di qualcosa che si pensa abbia un valore. Si riesce? Ci riesco? Chissà. E poi vedere aziende che vanno in ferie, e non dovrebbero andare, mi ha fatto venire una gran voglia di lavorare.

Magari si tratta di pensieri deliranti. Se pensate così, mi perdonerete, è il caldo.

Caro (lettore) amico ti scrivo,

Tutte le volte che scrivo un articolo immagino che tu, lettore, sia seduto davanti a me e mi chieda le tue curiosità su cosa sto scrivendo. È un modo che mi permette di essere il più concreto possibile, di semplificare, per quanto posso, concetti che per me, nella mia testa, sono sottintesi. Ma soprattutto mi permette di essere sereno con me stesso.

Il blog è nato il 3 luglio del 2015. È nato per uno scopo. Cioè porre l’attenzione verso una piccola parte dell’architettura dell’informazione. Cioè della parte sonora, dell’architettura dell’informazione in contesti sonori. Nel tempo, però, a questo blog si sono aggiunti altri lettori ed io ne ho cercati di nuovi.

Le cose cambiano

Nel tempo ho raccolto i consigli degli amici, ascoltato i detrattori, riflettuto sui miei obiettivi.

Molte cose, in questi anni, sono cambiate. Però penso di aver cercato di mantenere la barra dritta sul tema degli assistenti vocali, sulle nuove tendenze che il mondo sonoro è intento a perseguire, e, per quel che vale, sulle nuove sfide dell’architettura dell’informazione, sulle sfide che io, personalmente, penso siano nuove frontiere.

Per me, questo, fa parte della progettazione di ecosistemi digitali sonori. Come architetto dell’informazione non me la sento di scrivere riguardo categorizzazioni e tassonomie, di cui si trova un po’ di tutto. Il mio contributo, penso, sia quello di leggere in profondità il web e la società che vive il web. E lo faccio con una lente che è quella dell’architettura dell’informazione, dal punto di vista uditivo.

Vita da blogger

Dicevo. In questi 3 anni, sono profondamente cambiato personalmente. Ho avuto certe sberle, che non te le sto qui neanche a raccontare. Il cambiamento sembra bello a parole, ma se vediamo che certe cose non cambiano mai è perché il cambiamento è doloroso. E l’essere umano non vuole soffrire.

Per come la vedo io, per come lo sento e lo vivo, il mio messaggio è sempre rimasto uguale. E per quello che è cambiato, il sito non è più (solo) un blog ma è un sito personale che mi racconta. Per questo ho creato apposite sezioni che leggo come distinte. Ho creato una sezione di Tecnologia Sonora, per tutta la parte hardware, una pagina dedicata alla mia agenzia di comunicazione e, infine, ma sempre in primo piano, per chi mi legge, è rimasto il blog di architettura dell’informazione sonora.

Forse sono risultati vincenti (e convincenti) articoli che mi hanno dato grande soddisfazione come l’articolo sui registratori digitali. Oppure come la collaborazione con la Zoom per il suo Zoom Q4n. Ma questa è la legge dei numeri. E nella vita da blogger, anche per motivarsi un po’, i numeri contano.

Divulgazione dell’architettura dell’informazione e dei chatbot

Da parte mia, di qualunque cosa scriva su questo blog, penso sempre di offrire il punto di vista di un architetto dell’informazione e un punto di vista sonoro. Lo ripeto.

Per me era ed è necessario divulgare e far conoscere l’architettura dell’informazione a un numero più vasto di persone possibile. Più persone conosceranno l’architettura dell’informazione, più persone ne faranno uso, più il web italiano potrà essere migliore.

Così come sono convinto che sia compito degli architetti dell’informazione raccontare e spiegare i chatbot, gli assistenti vocali, e quella parte di dispositivi che si identifica con una interfaccia conversazionale.

La mia comunità di riferimento pensa che sbaglio? Voi lettori mi dite di no. Ad ogni modo io sono aperto al confronto. E data la mia lontananza fisica non trovo modo migliore che questo blog come punto di incontro e centro di studio.

Alla ricerca di una tribu

C’è sempre la voglia di creare una comunità, di incontrare simili, discutere su argomenti che si ritengono importanti e che difficilmente si riesce a trattare con le persone che ci circondano. Se un obiettivo è stato raggiunto dal blog è che, se oggi si parla di assistenza vocale, voce, suono e progettazione, molte persone pensano a questo blog.

Si tratta di piccole o grandi conquiste, a seconda di come si vogliono vedere. In ogni caso momenti importanti.

E questo blog o sito, sta diventando, per quello che si può, un centro di studi, una comunità con cui parlare, con cui, dal profondo della provincia italiana, ci si possa confrontare.

Non penso di essere il solo, in questa ricerca. Se ci sei anche tu. Batti un colpo.

Buon ferragosto!

Forse neanche questa volta sto parlando di architettura dell’informazione. E me ne scuso. O forse si. Perché riordino le idee, perché magari riordinate le vostre. E un architetto dell’informazione riordina sempre.

Spero possiate apprezzare questo post, anche per il solo fatto di essere stato scritto con un ventilatore sparato sul PC (che altrimenti si bloccherebbe, tanto fa caldo). Chi conduce una vita da blogger non si ferma mai. Per uno strano spirito di servizio.

Chi legge e vuole contribuire alla sostenibilità di questo blog, può pure farmi un regalo, se lo vuole. Oppure può iniziare a farsi un regalo. Non è mai il momento sbagliato.

Mentre tra una tastiera e qualche ora di mare, stanno nascendo numerosi progetti che vi racconterò più avanti e che sono impegnato a realizzare.

Vi auguro un buon ferragosto, buone vacanze, se le state facendo in questi giorni; o buon relax se state lavorando mentre tutto intorno a voi tace. Vi sono vicino, almeno quanto voi siete vicini a me! Buon tutto! E alla prossima settimana, come sempre!

Buon anno x t(r)e

da Toni Fontana | Gen 1, 2018 |

Buon 2018! Un buon anno a me e a te. Buon anno! Una volta, due e anche tre!

Si. Questo è il terzo anno che auguro un buon anno ai miei lettori da queste pagine. E ne sono felice. Incredulo, ma felice.

Buoni propositi 2018

Ogni anno ci si propone i 10 classici buoni propositi. Mangiare sano, fare sport e svegliarsi presto la mattina. Non procrastinare (ormai un classico della procrastinazione). Risparmiare tempo e denaro. Viaggiare con tempo e denaro risparmiato. Liberarsi del superfluo, leggere di più e imparare qualcosa di nuovo. Non finiremo mai di ripetercelo.https://www.youtube.com/embed/fbuSQqpDLRM?feature=oembed

Propositi giusti

Forse si, magari più che buoni propositi abbiamo bisogno di propositi giusti. Almeno per il blog.

  • Continuare a dare costanza al blog. Magari anche con il tuo sostegno.
  • Condividere i talenti, i miei e anche quelli di altri.
  • Mettere in luce valori del blog e dell’architettura dell’informazione. Perché solo attorno a dei valori si può costruire qualcosa.
  • Magari riuscire a creare una comunità intorno a questo blog. Forse c’è già. Forse altre comunità si stanno già incontrando. Boh, vediamo di trovare il modo quest’anno di incontrarci.
  • Scrivere qualche articolo in inglese. Anche se tanti dei miei articoli sono ripresi da testate inglesi.
  • Finire di leggere la mia lista di libri sul comodino. Che di libri non ne mancano da leggere.
  • E infine, ma non meno importante, mi piacerebbe imparare a conoscere meglio la gente. Che non si finisce mai.

La speranza, la poesia della vita

A quanto pare dobbiamo difendere la Speranza, la poesia della vita. Tocca a ciascuno di noi. Anche a chi è stato maltrattato, messo da parte, isolato. Sfuggire alla realtà non è possibile. Dobbiamo mettere le mani in pasta.

Io qualche tentativo (forse maldestro) l’ho messo in campo.

  • C’è un gruppo facebook dove siamo in due. Sono io e me stesso, che a dire il vero non abbiamo ancora trovato qualcosa di interessante da dirci in pubblico. Però vorrebbe essere un luogo informale dove non giocarsi la carriera e poter esprimere un parere o un giudizio senza polemiche. E magari imparare.
  • Il mio progetto fotografico, che prosegue. Le foto non sono tutte eccezionali, ma sono tutte mie e tutte originali. Se vuoi mandare la tua foto, sei sempre il ben venuto.
  • E infine, le interviste. Che quest’anno spero di poter far crescere. Sempre che gli interpellati mi rispondano.

Buon 2018

E allora, ancora una volta buon 2018. Buon anno a chi verrà e ancora vorrà farmi compagnia. Ma anche buon anno a chi mi ha abbandonato. Oppure è stata abbandonato da me. Le relazioni non sono mai unidirezionali. A chi è andato via e a chi non c’è più. Buon anno e grazie! Grazie a tutti di vero cuore! Buon 2018!

Buon 2017

da Toni Fontana | Gen 2, 2017 | 

Buon 2017! Buon anno a tutti! E soprattutto grazie! Benvenuti e Grazie! Benvenuti sul mio blog anche per questo anno. Grazie per il tempo che mi dedicate sempre più numerosi e per le buone parole che mi scrivete. Grazie! Grazie per l’anno appena trascorso. Grazie, ancora, per tutto il tempo che trascorreremo insieme anche in questo 2017.

Pare ieri che auguravo un buon anno a tutti. Giusto un anno fa! Devo ammettere che questi traguardi temporali come il capodanno o l’anniversario del primo anno del blog, mi lasciano con il fiato sospeso. Il tempo passa inesorabile. Per fortuna si acquista in consapevolezza ed esperienza.

Previsioni e Trend

Per quanto riguarda le previsioni per il 2017, io prevedo che tutto ciò che può accadere accadrà. Vi basta e avanza!

Avevo preparato (anch’io) qualche blocchetto per raccontarvi dei trend della UX del 2016 e 2017. Ma anche no, basta. L’User Experience e l’architettura dell’informazioneahiméhanno ancora molta strada da fare nei prossimi anni. Nonostante i dieci anni dalla sua introduzione in Italia. I due termini si stanno diffondendo per far figo un progetto. Ma dietro alle diciture, spesso, nella sostanza, c’è poco e niente. Oppure, peggio ancora, si nascondono fraintendimenti e altre professionalità. Speriamo che la fuffa, per il bene di tutti, non faccia troppi danni e che i veri professionisti facciano rete per distinguersi. C’è bisogno di architetti dell’informazione!

Ritorno alla terra

Per me il 2016 è stato l’anno del ritorno alla terra. Ho ritrovato le mie origini, godo del calore di questa “bellissima e disgraziata terra” che è la Sicilia. Sono ritornato con i piedi per terra. Sono un contadino. Sono, orgogliosamente, il figlio di un macellaio. Sono un uomo libero. Irrequieto. Chi sono, quello che ho voluto, desiderato e sognato, io lo ho avuto e raggiunto con le mie sole forze. Ho avuto la fortuna e le capacità di creare piccoli spazi di paradiso. Forse non è bastato. Forse sono stato frainteso. Forse mi sono illuso. Chissà. Quello di cui sono certo, per il passato, per il presente e per il futuro, è che ogni mia scelta è stata dettata dalla mia Dignità, Onestà e Libertà. All’interno di questo piccolo spazio io sono e sarò sempre un uomo libero.

I miei sogni, forse, oggi, sono più fragili, ma non per questo più piccoli. Anzi. Sono cambiate le mie prospettive di vita e quindi ho intrapreso una direzione più ardua e avventurosa. Una robusta cassetta degli attrezzi mi accompagna. Mal che vada ho sempre la terra, la mia terra, il mio orto.https://www.youtube.com/embed/FSpfMqA6M_g?feature=oembed

Sono un combattente

Resta la Speranza, la Poesia della Vita e la certezza che sono e resto un combattente!

«Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici». Henry David Thoreau tratta da Walden, vita nei boschi

https://www.youtube.com/embed/2eX0nTuFwRI

Il tempo ha cucito qualche ferita
E forse tolto anche ai miei muscoli
Un po’ di elasticità
Ma non sottovalutare la mia voglia di lottare
Perché è rimasta uguale
Non sottovalutare di me niente
Sono comunque sempre un combattente
È una regola che vale in tutto l’universo
Chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso
E anche se la paura fa tremare
Non ho mai smesso di lottare

Il segno dell’architettura dell’informazione

Nella mia terra c’è tanto bisogno di Architettura dell’informazione e di architetti dell’informazione. Ovunque, un architetto dell’informazione è utile. Dall’architettura dell’informazione sanitaria alle situazioni di emergenza. E allora spero che in questo 2017, da questo anno e quelli a seguire, in questo tempo, si possa Lasciare il segno. Dal segno è necessario alzare i pilastri. Il segno deve diventare visibile. Al lavoro di architettura e progettazione si dovrà affiancare un processo di ingegnerizzazione di quello che diciamo e pensiamo. Questo, a mio modo di sentire, significa sporcarsi, ancora di più, le mani. Fare anche un po’ di lavoro di carpenteria, se necessario. Almeno questo è quello che farò io. Questo è uno dei miei buoni propositi del 2017. Divulgare, a più non posso, la disciplina! Se ogni tanto condividete anche voi, non farà male.

Credo profondamente nell’architettura dell’informazione.

Buon 2017

Come siete voi a buoni propositi? Penso che, nonostante si continui a non rispettare tutti i propositi che ci si è dati nel tempo, bisogna continuare a darseli. Mai smettere di progettare, di organizzare e di mettere ordine! Come avrete notato il blog ha una nuova veste. Una nuova intestazione. (Ri)Comincio da qui la costruzione del mio ecosistema.

Chi mi ama mi segua. E chi non mi ama, almeno, non mi faccia del male.

Magari sarà solo un battito d’ali. Poco importa. Farò quello in cui io credo. E per questo Vi auguro tutto il meglio! Vi auguro di essere felici per voi stessi! E siate felici per gli altri! Siate felici per le fortune degli altri! Vi auguro di risuonare felici. E ancora… Buon anno a tutti! Buon 2017!

Buon anno a tutti da Toni Fontana!

da Toni Fontana | Gen 1, 2016 

Buon anno a tutti!

Il 2015 è andato!

Il 2015 si è rivelato un anno di forti esperienze umane. Lezioni di vita indimenticabili, nel bene e nel male. Ed è stato davvero un anno importante che segna una sostanziale crescita umana e professionale.

Conosco meglio chi mi circonda nella vita. Ho compreso che il valore di una persona è dato anche, dico anche, dal valore delle persone di cui ci si circonda. Ho fatto esperienza di  nuove amicizie, di incontri significativi che hanno portato alla scoperta di nuove prospettive e alla nascita di questo blog.

Il mio primo Summit di Architecta, il mio primo WUDRome, la conoscenza diretta dei grandi dell’architettura dell’informazione italiana, Federico Badaloni, Maria Cristina Lavazza, Luca Rosati, Andrea Resmini, ma anche Andrew Hinton,  Dan Klyn, Luciano Floridi, Luisa Carrada e i tanti soci di Architecta (i tre pilastri Vincenzo, Raffaele e Claudia, ma sicuramente, Marco, Giuseppe, Mariela, Francesco, Raffaella, Stefano, Stefano, Yvonne, Chiara, Paola, Michela, Debora, Eleonora, Maria e tanti altri ancora…) a cui sono grato per l’accoglienza e l’amicizia che mi hanno riservato durante le giornate di Bologna.

Ed è con questo bagaglio di relazioni che attendo con gioia i prossimi appuntamenti che mi riserva il futuro!

E il 2016?

E il 2016 è carico di progetti, speranze e nuove opportunità! Ad appena 5 mesi dalla nascita di questo blog ho ricevuto tante attenzioni di cui sono grato. I commenti pubblici e privati indicano che c’è molto interesse intorno al tema dell’audio, dell’ascolto e dell’User Experience.

Voglio ringraziare, in questo post di inizio d’anno, tutti coloro che hanno contribuito. Ma soprattutto ciascun lettore che mi ha dedicato il suo tempo (anche oggi) e condiviso. Tenere un blog, fornire informazioni utili (dico una banalità) è davvero faticoso e la crescita costante dei lettori offre molte soddisfazioni.

In questo 2016 il blog sarà più maturo. Architettura dell’informazione sonora si arricchirà di sonorità, di musica, di consigli; proporrò conferenze, discussioni su audio e suoni e soprattutto di relazioni. Ho in mente un po’ di progetti che cresceranno nel tempo, nell’intento di rendere questo blog sempre più utile per coloro che lo visitano e punto di riferimento per gli amanti del “buon ascolto” e dell’audio.

Novità

Un primo cambiamento riguarda il calendario editoriale. Fino ad oggi vi ho proposto un post di approfondimento il venerdì e un post di alleggerimento, o di anticipazione del tema settimanale, il martedì.

Già dalla prossima settimana la nuova cadenza, invece, sarà il lunedì e il venerdì. Per cui appuntamento a lunedì 4 gennaio!

Il lunedì pubblicherò il post di approfondimento per dare la possibilità a tutti di leggere durante la settimana l’articolo; mentre si è in attività, davanti ad un pc, magari, avrete anche la possibilità di commentare il post.

Il venerdì resta fisso ma cambia il contenuto del post: sarà il giorno di Mixer la rassegna di fine settimana con notizie, vecchie e nuove, segnalazioni, novità intercettate su internet, tweet, post, blog e media di settore. I temi saranno sempre l’ Architettura dell’informazione sonora, Audio, Suoni, Musica, Sonorità  e tutto quello che fa parte del meraviglioso mondo del sonoro. Il tutto sarà raccolto in un’unica categoria di Notizie sonore.

Per restare aggiornati sarà sempre possibile iscriversi al feed RSS , seguirmi sui canali social, oppure, se pensate di non ritornare sul blog settimanalmente, iscrivetevi alla Newsletter mensile, che partirà da fine gennaio.

Buon anno!

Concludo con il mio personale e sincero augurio a tutti voi, ai vostri propositi, alle vostre speranze. Che si realizzi, cento e mille volte, tutto quello che spera e attende, nel profondo, il vostro cuore!

A tutti auguro

un ascolto migliore affinché ci sia una comprensione profonda di ciò che ci circonda;

un ascolto reciproco per la creazione di relazioni di fiducia;

orecchie più attente che portino a connessioni più forti.

Insomma, un mondo di ascolto!

Uno splendido e fragoroso 2016

a tutti!